Digressioni letterarie -
Lettori curiosi!
Dopo l’ennesimo surclassato articolo letto sul web, in cui ci si pongono domande sulla ipotizzabile scamparsa dei libri cartacei a fronte della diffusione di ebooks e ereaders, sbadigliando per sonno (visto che non dormo da un paio di notti), per fame (vista l’ora) o più probabilmente per noia (quella provocata dal leggere notizie trite e ritrite su ‘sta presunta estinzione del libro cartaceo, che assomiglia alla profezia dei Maya sulla fine del mondo nel 2012 – una bufala!) mi sono fatta una bella doccia fresca per riprendermi dal torpore.
E penso: che tipo di lettrice sono? Cosa leggo? Come leggo? Ho una crisi d’identità letteraria!
Lettrice forte. Io, che secondo la ragione dei numeri e delle definizioni, dovrei leggere 6 o più libri l’anno, nel 2011 ne ho letti quasi 50, per un totale di oltre 10.000 pagine!
Tutti i libri letti li ho assaporati o detestati attraverso il profumo della carta e dell’inchiostro, attraverso lo sguardo sul formato, sulla copertina, sull’impaginazione, sulla grafica, attraverso il tatto, la carezza alla grana della carta, attraverso le vibrazioni che le quarte di copertina mi hanno trasmesso in libreria, al momento della scelta tra mille opere che mi hanno strizzato l’occhio.
Io, per certe scelte tradizionale e conservatrice, per altre incondizionatamente votata alla sperimentazione, sospinta dal motto di San Tommaso.
Io, fiera come un’amazzone, ho sempre cavalcato l’onda del “un libro è per sempre”.
Io, instancabile divoratrice di… pasta, mi sono detta: ma se amo gli spaghetti al basilico e pomodoro, semplici, stuzzicanti, non vuol dire che non mangio con gusto anche la lasagna della mamma: due piatti diversi, due emozioni diverse, due esperienze diverse.
Perchè allora, amando i libri, non dovrei “assaggiare” anche un ebook? Due “piatti” diversi, due emozioni diverse, due esperienze diverse.
Sì, ma ho tra le mani anche un pacco da un chilo di spaghetti, pomodori e basilico fresco!
E soprattutto ho il sacrosanto diritto di non scegliere e di avere sul tavolo i due piatti del menù!
p.s. Non sono obbligata a scegliere, anzi ho il piacere di non scegliere, ma la mia preferenza ce l’ho ben salda tra le mani