Lettori on the road

Creato il 31 ottobre 2011 da Frailibri

Lasciate in pace Kerouac, non stiamo parlando di “quel” genere di “on the road”.
Qui si parla dei lettori in Autogrill. Arrivi alla cassa (porto il caso di un Autogrill alle porte di Roma) e ti trovi alla tua sinistra un piccolo espositore in cartone con l’ultimo capolavoro surgelato-culinario di Benedetta Parodi (I menù di Benedetta), alla tua destra un altro espositore ben fatto e con foto dell’autore, dell’ultima crisi (questa volta matrimoniale) raccontata da Fabio Volo (Le prime luci del mattino) e al centro, impilati a caso e senza nessuno specchietto-espositore-per le allodole lettrici, Il silenzio dell’onda di Gianrico Carofoglio.
La Parodi per la mamma casalinga, Volo per la figlia post adolescente, Carofiglio per il papà che legge in poltrona con la fronte corrugata.
A parte le facili congetture sul desiderio di massificare la popolazione e livellarla tutta allo stadio del surgelato, mi sono chiesta quale potesse essere la scelta del lettore che ha fame di camogli e rustichella: la 1, la 2 o la 3? Vorrei tanto che in un mondo ideale non facesse testo che nell’espositore a destra (Volo) fosse rimasta una sola copia, in quello a sinistra (Parodi) solo 2 copie e la pila di Carofiglio fosse alta, quasi da coprire il cassiere.

Magari il cassiere letterato ripristina di continuo le copie vendute e abbandona Volo e Parodi.

Lasciamo stare anche la disquisizione snobistica su quale letteratura – e quale lettura – sia degna di questo nome. Leggere Volo può essere molto meno nocivo e più salutare che leggere Vespa (di cui strabordano i bancali di librerie e autogrill e il cui faccione finto riflessivo ti chiama dalle vetrine di grosse librerie metropolitane). Vespa si pone come vate che indica la via per comprendere l’Italia, (giustificare anche davanti all’evidenza) i politici, la situazione economica, i delitti irrisolti di cui lui sembra aver capito tutto.
Volo ha almeno l’onestà di raccontare storie. Scritte non benissimo, ma magari meno peggio di altri che stravendono e che non credo siano il viatico verso, chessò,  Safran Foer, Coe o MacEwan. E Volo non assurge neanche a vate, come Coelho che dà lezioni di vita e scrive un libro che ridotto al necessario sarebbe di dieci pagine scarse.
Insomma, Volo – e la Parodi – stanno bene fra i camogli e non fanno male a nessuno. Bene neanche, ma di sicuro male no. Fast book, come sono i fast food: ogni tanto, come dicono a Roma, se po’ ffa’, l’importante è non esagerare. E magari, almeno in cucina, dare un’occhiata anche a Marchesi o al più “imitabile” Oliver.

Chiudiamo il sipario sulle selezioni da cassa con questa scenetta davanti al bancale della Parodi.
La moglie prende il libro della Parodi, il marito la guarda e le fa: “Nun ce penzà nemmeno! Dopo er primo, m’hai fatto perde ddu chili co ‘ste schifezze che cucina ‘sta poraccia” Eccessivo direi. Ma divertente. Il punto di vista oltre il super Best seller.



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