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Lettura ad alta voce prima della scuola: così si facilita lo sviluppo del linguaggio dei bambini

Creato il 27 aprile 2015 da Informasalus @informasalus

lettura bambini
Lettura ad alta voce prima della scuola: così si facilita lo sviluppo del linguaggio dei bambini

Stimolare i bambini con la lettura prima dell'età scolare è una buona pratica per facilitare lo sviluppo del  linguaggio e per contribuire a farli diventare amanti della lettura. A sostenerlo è uno studio del Centro Medico dell’ospedale pediatrico di Cincinnati (Ohio, Usa), condotto da John Hutton con risonanza magnetica funzionale.
La ricerca ha coinvolto 19 bambini in età prescolare tra i 3 e i 5 anni, il 37 per cento dei quali provenivano da famiglie a basso reddito. Sono stati compilati questionari che misurassero quanto ogni singolo bambino in casa venisse stimolato con la lettura. I piccoli poi sono stati sottoposti alla risonanza magnetica funzionale, che ha misurato la loro attività cerebrale mentre ascoltavano in cuffia la lettura di storie adatte alla loro età.
Dalla ricerca è emerso che i bambini che a casa avevano maggiore abitudine ad ascoltare storie lette dai genitori, attivavano in modo molto più significativo specifiche aree cerebrali che supportano l’elaborazione semantica (l’estrazione di significato dal linguaggio), aree fondamentali per la lingua orale e in seguito per la lettura.
In particolare l’attivazione più marcata riguardava aree cerebrali che supportano le immagini mentali, quelle che aiutano il bambino a “vedere la storia al di là delle figure”: una capacità sempre più importante nel tempo, in quanto i bambini dai libri con disegni passano a libri solo scritti, dove devono immaginare da soli cosa sta succedendo nel testo.
“L'esposizione alla lettura durante la fase dello sviluppo del bambino che precede la scuola materna sembra avere un significativo impatto misurabile su come il cervello del piccolo elabora le storie e si pone nei confronti della lettura”, ha spiegato Hutton.
“Ci auguriamo – conclude Hutton - che questo lavoro indurrà ulteriori ricerche sulla lettura condivisa e il cervello in via di sviluppo, così che si possano migliorare gli interventi in questo campo e identificare i bambini a rischio di difficoltà il più presto possibile, aumentando le loro probabilità di avere un buon rapporto con il meraviglioso mondo dei libri”.


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