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Letture Alterne.01: Argentina, nuovo default in vista di Angelo Castagno

Creato il 19 marzo 2013 da Eldorado

Angelo Castagno è Economista e Consulente Finanziario Indipendente.I suoi studi più recenti si sono focalizzati sulla finanza pubblica e la politica monetaria. I suoi scritti più recenti puntano l’attenzione sul ruolo nefasto di governi e banche centrali nel condizionamento dell’economia. Così nelle sue conferenze ha anticipato la crisi del sistema bancario del 2008 ed il collasso della finanza pubblica dei paesi comunitari del 2011: eventi del tutto prevedibili. [email protected]

Gli inganni dei governi son sempre più sfacciati. Si indebitano, truccano i conti e cercano di  controllare il cambio della propria moneta per perseguire qualche risultato economico da presentare alla pubblica opinione. E quando i risultati non ci sono indirizzano le colpe altrove. Argentina ed Europa la musica non cambia….i governi si indebitano per fare spesa e, quando diventa insostenibile le colpe sono del Fondo Monetario Internazionale oppure dei mercati speculatori….
Si paventa un nuovo default per l’Argentina della Presidente Kirchner. Una sentenza del giudice Griesa del Tribunale Southern District di New York, riconosce la parità tra risparmiatori che aderirono allo scambio tra nuovi titoli del debito argentino (con lo sconto del 70%) contro i vecchi detenuti, e coloro che non vi aderirono.
Tra questi ultimi molti sono italiani. I governi argentini hanno ignorato i debitori che non aderirono allo scambio, ma ora la sentenza li rimette in gioco, potendo questi (o i loro rappresentanti) chiedere il sequestro dei pagamenti degli interessi fatti agli aderenti, vantando il loro credito storico.
La sentenza è del 26 Ottobre e le reazioni del Presidente Kirchner sono state scomposte. La sentenza è appellabile e le conseguenze non sono immediate perchè richiedono un’azione di sequestro; nondimeno è stato gioco facile rivolgere i propri strali ai “mercati finanziari” colpevoli della crisi mondiale (peraltro successiva al default argentino (2001) e agli “avvoltoi” che pretendono di riavere i propri soldi, come i risparmiatori italiani rimasti col cerino in mano.
Se questi ultimi siano da definire “avvoltoi” mi pare abbastanza ridicolo. Al limite, degli illusi.
Anziché sobillare la piazza contro i “complottatori internazionali”, la Kirchner avrebbe potuto e dovuto attuare la più sensata opera educativa verso la sua gente, cioè dire apertamente che i debiti alla lunga si pagano e non onorarli lascia sempre uno strascico, così tutti i governi e le maggioranze politiche che si indebitano per fare spesa pubblica improduttiva nel presente, rimandando alle generazioni future il pagamento sono cialtroni di cui diffidare.
Certamente gli argentini avrebbero trovato la solidarietà di tanti europei che oggi si trovano nella loro stessa situazione pre-default. Debiti insostenibili, per spesa improduttiva storica e più recente (come salvare il sistema bancario) che richiedono tagli alla spesa e strizzamento dei contribuenti.
Nel 2001 il collasso dell’Argentina fu segnato dal livello di indebitamento elevato e dal cambio fisso della moneta contro dollaro, voluto dal governo in accordo con il Fondo Monetario internazionale, in cambio di nuovi prestiti. Tanti paesi europei si trovano nella stessa morsa fatta da indebitamenti elevati, da una parte, e la moneta unica (l’Euro) dall’altra.
Quando un paese adotta una moneta (Euro) o definisce la parità contro una più efficiente (Peso/Dollaro), è necessario che innesti efficienza nel proprio sistema produttivo ed amministrativo, pari a quella statunitense o quella tedesca, ed evitare accumulo di debito, altrimenti il collasso è inevitabile.
I governanti che non lo sanno sono ignoranti o sono in malafede. E lo sono anche quando sobillano le piazze attribuendo le colpe agli “avvoltoi”, agli speculatori, al FMI, al “libero mercato” in ultima analisi! Comodo scaricare le proprie colpe su un soggetto senza voce.
Il lettore faccia leva sul suo senso critico e si chieda se il debito pubblico sia fondamento del libero mercato (o al contrario). Lo stesso faccia nel caso del cambio, forse il “libero mercato”  ne postula il controllo? O al contrario dovrebbe essere lasciato libero di fluttuare?
E il Fondo Monetario Internazionale è istituzione del libero mercato oppure espressione dell’intervento dei governi del mondo nei mercati finanziari internazionali? Eppure l’Argentina è caduta sul debito pubblico e sulla rigidità del cambio.
La confusione regna sovrana, governi e banche centrali ci portano alla rovina e gli argentini, prima, e noi europei ora, ce la prendiamo con i nemici sbagliati: la rovina è certa!


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