L’immagine qui sotto non è esattamente veritiera: mi piacerebbe dire che trascorro le mie giornate come la tizia della foto, ma in realtà il lavoro è tanto… però per fortuna ho quasi tutti i pomeriggi liberi in cui mi posso scatenare con miei libri, quindi passiamo pure alle letture che mi hanno accompagnato durante il mese di luglio.
> Artemis Fowl – L’ultimo guardiano, E. Colfer (333 pp. – preso in biblitoeca)
E così siamo arrivati all’ultimo capitolo (pare) di una delle serie che ho più amato e che hanno accompagnato la mia infanzia. Sebbene gli ultimi titoli mi avessero dato la sensazione che il buon Artemis fosse cambiato rispetto all’inizio (e non sempre in meglio, purtroppo), devo dire che questo, che narra la fine di tutto e chiarisce le questioni lasciate in sospeso, me lo sono proprio gustato. Di sicuro non del livello dei primi quattro, ma trovo comunque che sia la degna conclusione di una saga incredibile. Vorrei tanto che esistessero più personaggi brillanti come il mio adorato Artie!
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> Luce – La grotta dei sussurri, S.S. Stefanella (308 pp. – preso in biblioteca)
A lettura ultimata posso dire che probabilmente ho scelto di leggere questo libro con qualche anno di ritardo: forse, dunque, la colpa del mio voto basso sono i 4 o 5 anni di letture di troppo, ma dubito in ogni caso che anche un lettore di 13-14 anni possa trovarlo molto più che carino. Alcune idee, se devo essere sincera, mi sono piaciute: in particolare, che anche un luogo come le Grotte di Frasassi possa diventare un’ambientazione suggestiva per un racconto fantasy, e che quindi non sia obbligatorio inventarsi chissà quale mondo bizzarro. Per il resto, però, la storia è zeppa di cliché. Un esempio? La protagonista, che si reputa bruttina e decisamente troppo poco attraente per piacere al ragazzo più bello della classe (che le muore dietro), ma che invece si innamora perdutamente del tizio bello come un dio che trova ferito in una grotta. Occhei. Riguardo allo stile, trovo che sia perfetto per un ragazzino che cerca una storia che si legga con semplicità e leggerezza… ma spesso e volentieri diventa anche troppo leggero e semplice. Insomma, un romanzo con poche, anzi pochissime pretese: tutto sommato piacevole se preso così com’è, ma insufficiente a chi cerca qualcosa di più di una storia carina.
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Pirin – Le memorie di Helewen, S.B. Brocchi (456 pp. – inviato dall’autore)
Quello di cui parleremo oggi è un libro fantasy che mi ha piacevolmente colpito: accanto ai classici elfi e nani troviamo popoli mai visti come i Fhegòlnori, i popoli del Sottosuolo e dei Draconieri e moltissimi altri. E riguardo al background vero e proprio, si tratta di un mondo dipinto nel minimo dettaglio, in cui nulla è lasciato al caso. In definitiva, trovo che Le memorie di Helewen sia un fantasy impegnativo, di certo non uno di quelli per ragazzini che si divorano in un pomeriggio: si tratta di un libro articolato, ricco di storie, luoghi e personaggi diversissimi tra loro… eppure, nonostante lo stile complesso, si legge che è una meraviglia senza mai annoiare. Particolarmente bello e curato soprattutto l’inserto a colori che si trova a fine libro (alcune pagine a fianco), dove troverete un ricco riassunto delle creature, dei luoghi, delle tradizioni e di tutti gli elementi con cui Sebastiano Brocchi ha costruito il suo mondo.
(Recensione completa qui.)
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> L’angolo dei lettori ribelli, R.Makkai (363 pp. – preso in biblioteca)
Molto bella l’idea e come è stata trattata: soprattutto all’inizio, il mondo incantato della biblioteca di Hannibal mi ha saputo conquistare, e non è stato difficile affezionarmi a Lucy e al piccolo Ian, giovane divoratore di libri come se ne sono visti pochi. Nella seconda parte, però, emergono un numero consistente di stereotipi a mio giudizio esagerati e talvolta tendenziosi: di famiglie conservatrici come quella di Ian ne esistono ancora, certo, ma sono molto meno diffuse di quanto si creda (o faccia comodo credere). Il messaggio che trasmette è che chi legge la Bibbia e va in chiesa automaticamente non sa pensare con la propria testa, il che, ripeto, è solo uno stereotipo. Buono l’invito a leggere per saper affrontare la vita con consapevolezza e non lasciarsi guidare da schemi prefabbricati, ma a tratti mi è sembrato esagerato. Dall’altra parte, però, le citazioni letterarie a commento della vicenda sono molto divertenti.
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> La scatola di cioccolatini di Silvia, Vera Q. (351 pp. – ebook inviato dall’autrice)
Non è facile parlare di un romanzo che – a lettura ultimata lo posso dire – è risultato molto diverso da come me lo aspettavo, e soprattutto che si è rivelato molto, forse troppo distante dai miei gusti. A essere sincera, si tratta di un libro scritto bene (a esclusione della punteggiatura, che è un mezzo disastro), con delle idee interessanti e uno stile ironico che riesce a conquistare facilmente. Tuttavia quello stesso stile cinico e un po’ macabro che all’inizio mi aveva catturato si è rivelato ben presto noioso: non so bene perché, ma a partire da un certo punto non sono più riuscita a seguire la storia. Non nascondo di aver fatto non poca fatica a finirlo, perché dopo un po’ anche lo stile inizialmente così brillante aveva perso ogni attrattiva. Peccato, ripeto, perché mi aspettavo tutt’altra cosa.
> Il sigillo della terra, U. Ceretoli (446 pp. – comprato su Amazon)
Mi sono rituffata con piacere nell’universo creato da Umberto Ceretoli… universo che, seppure costruito su alcuni mattoni classici del fantasy, mi ha saputo regalare ancora una volta delle sorprese del tutto nuove. Del primo romanzo della saga, “Il sigillo del vento”, ricordo un’avventura spettacolare popolata da personaggi altrettanto straordinari e narrata da uno stile accurato e avvincente, e ho constatato con piacere che le suddette qualità sono presenti anche nel secondo libro, Ottime, come sempre, la documentazione, la scelta lessicale e l’accuratezza nelle descrizioni di duelli e battaglie, che rendono questo stile un vero gioiello. Non vedo letteralmente l’ora di occuparmi del terzo e ultimo libro, il cui elemento dominante stavolta sarà il Fuoco.
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> Il conciliatore, B. Sanderson (688 pp. – preso in biblioteca)
Un libro che occupa senz’altro un posto ingombrante all’interno di uno scaffale, data la sua mole, ma in questo caso il numero di pagine non deve spaventare: non mi ha tenuto incollata alla sedia, è vero, però mi è piaciuto molto, e le quasi 700 pagine sono volate via abbastanza in fretta. Del resto parliamo di un romanzo con numerosi spunti originali (come il sistema di magia basato sui “Soffi”, molto interessante) e che sa trasportare con facilità in un mondo minuziosamente descritto e ricco di personaggi accattivanti. Ora vado a procurarmi Mistborn, dopo aver fatto la conoscenza di un autore davvero promettente: lo consiglio a tutti gli amanti del fantasy.
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> Bianco e nero – Il potere dei draghi, P.M. Pieroni (348 pp. – inviato dall’autrice)
Un romanzo che parte da spunti classici, ma che li mescola e li rinnova riuscendo a donar loro un sapore assai originale: questo ho pensato dopo aver letto la prima parte di Bianco e Nero, e con cui ho deciso di aprire questa recensione. A dire il vero sono convinta che il fattore originalità rimanga ancora una porta aperta, e dico ciò basandomi sulla trama: in tutta onestà, almeno in apparenza non si tratta certo del fantasy più originale che abbia mai letto. Ho scritto “in apparenza”, però, perché a dispetto delle premesse questo libro sarà in grado di riservarci davvero molte sorprese. Non nascondo di avere molta curiosità riguardo a un altro aspetto: nel libro compaiono non solo diversi riferimenti al mondo reale, ma anche una serie di nomi di personaggi appartenuti alla storia del nostro mondo. I valzer di Strauss, le storie dei fratelli Grimm e le sculture del Bernini, solo per citare alcuni esempi.
(Recensione completa qui.)
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> La città delle tenebre, I. Andrews (316 pp. – preso in biblioteca)
Uno degli urban fantasy che mi siano più piaciuti tra quelli che ho letto: una protagonista interessante e fuori dal comune, uno stile trascinante che regala tanta avventura, e poi un bel po’ di creature spaventose e di pura magia, con una manciata di giusta violenza per insaporire il tutto. Se non altro l’ho trovato molto diverso dalla maggior parte dei libri del genere, pur non essendo, a mio parere, un capolavoro. Però una bella storia, senz’altro da tenere d’occhio, e per una volta con una trama che non sia scopiazzata da altre decine di saghe.
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> Il sigillo del drago infinito, M.S. Bruno (480 pp. – eBook inviato dall’autrice)
Lo confesso: non ho potuto fare a meno di sbadigliare per una buona parte della lettura di questo romanzo. La storia non parte già nel migliore dei modi, con l’ennesimo contadino che trova il proprio villaggio distrutto, tutti i suoi parenti e amici uccisi e tutta la sua vita rasa al suolo dalle fiamme, e che parte alla deriva per cercare vendetta. Nel corso della storia troviamo poi un numero consistente di cliché del fantasy – che non sto a ripetere, tanto in gran parte compaiono già nel riassunto – che le poche idee interessanti non riescono a compensare. Non dimentichiamoci, inoltre, dello stile, che già dall’inizio suona pomposo e le frasi colme di giri inutili, e nel corso della vicenda delizia il lettore con descrizioni pesanti che interrompono più volte il filo della storia. Insomma, proprio non mi è piaciuto, pur non essendo al livello di un “fantatrash” (come Eragon, per dire): nonostante la trama non nuovissima, speravo che l’autrice sapesse almeno trattarla in modo accattivante e originale, e invece, ahimé, si è rivelata l’ennesima delusione.
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> Al di là di te, A. Brozi (154 pp. – inviato dalla casa editrice)
Se devo essere sincera, il riassunto sul retro di copertina e le prime venti pagine non mi hanno fatto una gran bella impressione: di storie del genere ne esistono a bizzeffe, e per un attimo ho temuto che fosse l’ennesimo titolo della categoria. La particolarità di questo racconto, invece, è che a ogni capitolo si alternano i punti di vista di Miriam, la “secchiona”, e di Annabella, la “regina della scuola, bella, ricca e al centro dell’attenzione”. In questo modo il lettore può seguire la vicenda da due sguardi diversi… e la cosa, a questo punto, è diventata davvero interessante. Due parole sul finale, che ho trovato davvero inaspettato e, a mio parere, riuscitissimo: non credo sarei mai riuscita a immaginarlo prima di girare pagina e scoprirlo. Di certo non un “vissero tutti felici e contenti”, ma perlomeno un incoraggiamento ad andare avanti: del resto la vita, anche se a volte il dolore e la difficoltà sembrano ostacoli insormontabili, può sempre riservare delle sorprese inaspettate e piacevoli.
(Recensione completa qui.)
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> Il richiamo della luna oscura, M. Vicedomini (192 pp. – eBook inviato dall’autore)
Abbiamo davanti un romanzo che, come si percepisce a ogni pagina, non si limita a raccontare una storia di viaggi avventurosi e di crescita, ma nasconde anche una serie di pensieri e riflessioni che costituiscono un livello di lettura decisamente profondo. Mi è piaciuto, così come ricordo con piacere anche “Il patto della viverna”… eppure a lettura ultimata non mi sento ancora sicura di averlo capito: forse perché i frequenti stacchi tra un episodio e l’altro lo hanno reso (penso volutamente) privo di punti saldi, tanto che più di una volta mi sono sentita piuttosto disorientata durante la lettura. Ma è proprio questo, a mio parere, ciò che l’ha reso un racconto da ricordare: non è di quelli che si divorano in poche ore, bensì occorre assimilarlo a poco a poco per capirlo.
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> Il profumo del sud, L. Bertasi (226 pp. – eBook inviato dall’autrice)
Splendido, come tutti i libri di Linda Bertasi che ho letto finora: bellissima e toccante la storia, ma la cosa che più ho apprezzato è stata, ancora una volta, il modo così ricco di emozioni con cui è stata raccontata. I romanzi di questa giovane autrice sono sempre appassionanti (ho divorato letteralmente sia “Il rifugio”, sia “Destino di un amore”), ma con “Il profumo del sud” è riuscita, a mio parere, a fare ancora di meglio, anche dal punto di vista della ricostruzione storica. Indimenticabile il personaggio di Anita.
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