Letture di maggio

Creato il 03 giugno 2012 da Topolinamarta

Anche maggio è stato un mese di fuoco, ma mi consolo pensando che mancano solo sei (dico sei!) giorni di scuola. Sfortunatamente però, che ci crediate o no, ho ancora ben tre verifiche da fare… ma uno stacco allo studio prima della tirata finale dovrò pur farlo, no? Quindi intanto godetevi i miei pareri sui libri che ho letto durante il mese (ripromettendomi di leggerne almeno il triplo, in giugno, o non mi chiamo più Topolina!).


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> Casa d’altri, Silvio D’Arzo (142 pp. – letto a scuola) 

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> La metamorfosi, Franz Kafka (192 pp. – letto a scuola) 

Sempre a proposito di letture scolastiche, invece, vi trovate al cospetto del primo libro assegnato dal mio professore che mi sia piaciuto. Anzi, vi dirò di più: dovete sapere che mi avevano già fatto leggere La metamorfosi alle medie e che allora mi aveva fatto schifo, mentre adesso mi è piaciuta molto di più: ho apprezzato soprattutto la capacità di trattare tematiche importanti e dolorose – come le sensazioni di Gregor quando capisce che non solo la sua famiglia lo ha rifiutato, ma che non ha mai fatto veramente parte di essa – in contrasto con lo stile fluido e scorrevole. Insomma, credo che per apprezzarlo davvero sia necessario non fidarsi delle apparenze: in fondo, credo di non essere l’unica a provare l’istinto di scappare a gambe levate di fronte a un libro che parla di un uomo mutato in scarafaggio!

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> Il risveglio del fuoco, Chiara Cilli (270 pp. – inviatomi dall’autrice) 

È arrivato il momento di parlare di uno di quei romanzi che, a giudicare dalla sfilza pressoché illimitata di recensioni positive che hanno ricevuto, ci vengono presentati come mezzi capolavori, ma che poi si rivelano delle delusioni.
Cominciamo parlando della protagonista, Morwen, che è bellissima, assai sensuale e provocante, coraggiosa e spietata, e che è nientemeno che la Fanciulla delle Fiamme. Questo basterebbe di per sé a classificarla tra le peggiori Mary Sue che esistano, ma purtroppo non finisce qui: a parte il fatto che a me Morwen è parsa tutt’altro che assurdamente perfetta, ciò che ai miei occhi l’ha resa insopportabile è il sentirmi ripetere le sue cosiddette qualità ogni volta che si presenta l’occasione. Considerando, poi, che nella maggior parte dei casi queste qualità vengono raccontate – con una marea di aggettivi e avverbi inutili, per giunta – la situazione si aggrava.
Per quanto riguarda lo stile con cui è scritto “Il risveglio del fuoco”, le cose, ahimè, non migliorano: troviamo, infatti, valanghe di avverbi aggettivi che appesantiscono solo la frase, e soprattutto una gestione del punto di vista che fa acqua da tutte le parti.
Ciò non significa che sia un romanzo privo di pregi, anzi. Più che altro, però, aveva delle ottime potenzialità che, a mio parere, non sono state sfruttate a dovere, forse soprattutto a causa di uno stile pieno di ingenuità. Comunque sia, credo che mi spingerò a leggere almeno il secondo volume, perché confido che col passare del tempo Chiara Cilli non possa che migliorare, ma per il momento i fatti sono questi.
(Recensione completa qui.)

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> Palla di sego, Guy de Maupassant (92 pp. – letto a scuola) 

Se non fosse stato per la simpatia del racconto, che ho trovato assai divertente e che, secondo me, mette a nudo perfettamente l’ipocrisia del mondo borghese, avrei avuto voglia di buttare il libro dalla finestra: d’accordo che l’ho pagato poco (meno di 3€), ma ritrovarmi con un libretto che sembra rimasto chiuso per anni in una cantina umida e polverosa, da tanto le pagine sono gialle e sporche (anche se il libro è nuovo), e soprattutto con il testo zeppo di refusi è stato estremamente antipatico. Mi spiace, ma in un libro conta anche la forma, oltre al contenuto, e un edizione del genere è proprio scadente.

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> Ultimi quaranta secondi della storia del mondo, Stefano Santarsiere (391 pp. – inviatomi dall’autore in eBook) 

Ho deciso di assegnare a questo libro tre goccioline e mezzo più che altro perché ho fatto una certa fatica ad arrivarci in fondo: penso che le prime cento pagine siano un po’ pesanti, dato che la storia impiega un bel po’ per decollare, ma quello che ho appena citato è forse l’unico difetto che mi sento di evidenziare ne Gli ultimi quaranta secondi della storia del mondo.
All’inizio faticherete a capire che cosa sono questi “quaranta secondi” di cui parla il titolo… ma poi comprenderete tutto, compreso quanto l’uomo sia insignificante, rispetto al vastissimo universo che lo circonda, perché si tratta di un libro che sfrutta il genere thriller per parlare di cose ben più profonde – e se è per questo anche più pericolose – di una semplice e classica “caccia all’assassino”, a partire dal rapporto tra religione ed esoterismo.
Mi sono piaciute in modo particolare le accurate descrizioni dei luoghi e soprattutto la caratterizzazione dei personaggi, che li rende tutti diversi l’uno dall’altro e assolutamente realistici.
Insomma, un libro notevole, consigliato sia agli appassionati di gialli sia a coloro che sono nuovi a questo genere, perché credo proprio si tratti di un romanzo adatto a tutti i palati.


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