Come introdurre le “Letture di settembre” in modo originale? Facciamolo con un’immagine che rispecchi le mie passioni!
Consigliato come lettura proposta a scuola, e devo dire che mi è piaciuto molto: non è stato sempre facile seguire i vari legami che si vengono a creare, ma d’altro canto le lettere che si scambiano i personaggi – tutti caratterizzati in modo eccezionale nonostante si esprimano solo attraverso ciò che scrivono – sono scritte in modo delizioso, che conquista.
Non lo conoscevo prima che il professore me ne parlasse, nonostante abbia scoperto che è considerato un capolavoro della letteratura francese: è stata un’ottima scoperta.
-* * *
Non nego di avere faticato ad arrivare all’ultimo capitolo di questo libro: le pagine che lo compongono non sono poche e a tratti l’ho trovato piuttosto noioso. Però nulla toglie che sia un romanzo da leggere e rileggere assolutamente, magari anche non tutto in una volta (come ho fatto io e come rifarò di sicuro).
Bellissimo e significativo il personaggio di Julien.
-
* * *
Mentre aprivo per la prima volta questo libro, era forte in me il timore che mi sarei dovuta sorbire l’ennesimo fantasy classico con una trama con tutti i cliché possibili e immaginabili. Dopo averne ultimato la lettura, tuttavia, sono felice di dire che mi sono sbagliata, almeno in parte: è vero, i tratti in comune con il Signore degli anelli non sono pochi. L’autore però è riuscito a trasformare uno stereotipo ormai abusato in un tema originale con cui dare vita la sua storia.
Lo stile non è ancora perfetto: a parte qualche segno di punteggiatura da aggiustare, ci sono alcuni salti di PoV e parecchi passi in cui fa capolino il raccontato. Tuttavia non sto parlando di difetti di particolare gravità: la storia è rimasta ugualmente appassionante da leggere, e l’autore ha impiegato molta attenzione nel dipingere l’ambientazione e soprattutto nel definire i caratteri dei vari personaggi.
Non eccezionale, certo, però di sicuro superiore a gran parte dei fantasy in circolazione.
(Recensione completa qui.)
* * *
Considerato quanto mediamente trovo orripilanti tutti i libri per young adults che hanno un successo planetario (qualcuno ha parlato di Twilight?), devo dire di aver trovato la lettura di Hunger Games davvero piacevole. Magari non è quel capolavoro che molti dicono – principalmente perché la trama non è poi un’idea così geniale o originale come la dipingono, e poi avrei gradito un pizzico di violenza in più -. Però a conti fatti trovo che il suo successo sia meritato: è scritto bene, in modo intrigante e ricco di suspense, con dei personaggi ben caratterizzati e diversi colpi di scena che mi hanno tenuta incollata alle pagine.
L’unico neo significativo? Se fosse stata l’autrice, non avrei scelto una narrazione in prima persone: in questo modo si capisce fin dalla prima pagina chi vincerà questi Hunger Games. Per il resto, comunque, è stata una lettura più che soddisfacente: leggerò di sicuro anche il secondo e il terzo libro della serie.
PS: molto bello anche il film, secondo me. È fedele al libro quasi in toto, e in più fornisce anche il punto di vista degli spettatori (che nel romanzo manca per ovvi motivi): questo lo ha reso, a mio giudizio, ancora più interessante.
* * *
Altro libro assegnato da leggere a scuola, e altro capolavoro a cui di sicuro tornerò a dedicarmi fra un paio di anni, libera dal pensiero di doverlo inquadrare capire a tutti i costi per poi scriverne una relazione decente da leggere al professore.
Ora come ora non sento di avere molto da dire su di esso, dato che è già stato detto e scritto di tutto. Un capolavoro lo è senz’altro, in ogni caso, e oltretutto incantevole da leggere.
-
* * *
Ho riscontrato una notevole accuratezza in come questo libro è stato strutturato: l’elemento fantastico e paranormale occupa naturalmente una parte importante, ma ciò non significa che si tratti di una storia “campata per aria” o che sia basata del tutto su elementi non reali. La stessa protagonista, fin dall’inizio, cerca di trovare una spiegazione scientifica di quello che le accade, e questa spiegazione il più delle volte è supportata da elementi reali o, perlomeno, che riescono ad apparire del tutto realistici.
Lo stile è fluido e scorrevole, senz’altro adatto a un pubblico di giovani, ma anche a un adulto che desideri rilassarsi con un racconto non troppo impegnativo. Però, date le potenzialità della storia, mi sarei aspettata qualcosa di più: forse ciò che gli manca è un briciolo di esperienza da parte.
A parte alcuni piccoli nei, comunque, si tratta di un’auto-pubblicazione a cui va concessa di sicuro una possibilità: non un libro perfetto, ma secondo me vale la pena di darci un’occhiata.
(Recensione completa qui.)
* * *
Un esempio di come anche la letteratura scritta secoli fa può rivelarsi più che mai attuale. Mi ha fatto molto riflettere mentre seguivo la storia, nel complesso davvero interessante… anche se devo ammettere che non mi ha conquistata più di tanto. Manon, però, è entrata fin dal subito tra i miei personaggi preferiti di sempre.
-
-
* * *
Il senso di prevedibilità che ha accompagnato quasi tutta la storia è stato uno dei problemi minori: ok, di originale non ho trovato granché, dall’ambientazione medievaleggiante ai ruoli dei vari personaggi; tuttavia la storia si è rivelata abbastanza piacevole nell’insieme.
Poi abbiamo l’aspetto stilistico vero e proprio, che è uno dei suoi difetti maggiori. La scelta di lessico è molto semplice e colloquiale, il che a tratti lo ha reso ingenuo. Stesso discorso per i dialoghi, che spesso fanno apparire i personaggi davvero infantili. Inoltre si può dire che la regola dello Show don’t tell non sia il forte del narratore, che preferisce raccontare la sua storia condendola con un buon numero di avverbi che la appesantiscono e basta.
Forse l’unico aspetto degno di nota è stato il background culturale e religioso che l’autore ha ideato per il suo mondo, molto interessante e particolareggiato.
(Recensione completa qui.)
* * *
Un libro senz’altro divertente, ricco di riferimenti e dei cosiddetti “easter eggs” (che consistono in giochi di parole, citazioni e altro ancora), ma che tuttavia non è riuscito né a catturarmi particolarmente, né a lasciarmi nulla che non sia tutt’al più un ricordo piacevole.
La trama è nel complesso abbastanza riuscita, pur non brillando per originalità, dato che sfrutta personaggi e idee classiche del fantasy mescolate con elementi che appartengono più alla tradizione cavalleresca dei romanzi medievali.
Lo stile però presenta alcuni difetti, principalmente riguardanti le descrizioni: spesso lo “Show, don’t tell” non è rispettato, e quel che è peggio assai di frequente si percepisce la presenza del narratore (per esempio quando dice che un’arma ha la forma di “una strana ascia bipenne”).
A parte questo, comunque, mi è sembrato un libro d’esordio con delle qualità da non sottovalutare… anche se, ripeto, purtroppo non è riuscito a conquistarmi più di tanto.
* * *
Da tempo non mi capitava di leggere un romanzo che mi lasciasse una tale angoscia addosso. Sarà che tratta di un argomento che mi riguarda, dato che sono ancora studentessa, ma l’ho trovato davvero inquietante, forse troppo.
Bellissimo, per carità, però anche a distanza di qualche settimana sento che devo ancora digerirlo del tutto.
-
* * *
Sono ritornata con molto piacere a dedicarmi di un altro “diario di viaggio” scritto dal giovane Daniele Gatti, questa volta partito in solitaria per esplorare le cime delle Dolomiti: da San Martino di Castrozza lo vedremo salire fino al rifugio Rosetta, percorrere circa 70 km passando dai rifugi Pradidali, Treviso e Cereda e ridiscendere dopo sei giorni dal Passo Croce d’Aune.
Come per gli altri libri (i viaggi in Siberia, in varie zone d’Europa e in Islanda), “Enrosadira” è stato davvero interessante e piacevole da leggere: la narrazione è molto scorrevole e soprattutto riesce a rendere vivida l’esperienza di un’escursione in alta montagna, tanto che come sempre mi è venuta voglia di partire subito per visitare anch’io quei luoghi magnifici (sebbene io e le lunghe camminate in salita non andiamo troppo d’accordo…).
Come sempre consiglio di affiancare alla lettura le bellissime foto che l’autore ha scattato durante l’escursione: per me è stato come essere lì con lui sulle montagne che per ora ho avuto occasione di vedere in minima parte solo dal basso.
* * *