Letture oscene

Creato il 06 gennaio 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Robert Mapplethorpe

di Elena Ludovisi. Le origini della dicotomia del giusto e dello sbagliato attraverso cui l’uomo guarda la realtà circostante si perdono nell’eterna memoria del tempo. Nietzsche fu il primo a esplicare in maniera affascinante un concetto che tutt’oggi permea brutalmente la nostra cultura, specialmente quella occidentale, ossia la contrapposizione fra raziocinio e istinto (Apollineo & Dionisiaco).

Ma se per un attimo usciamo dai seducenti schemi filosofici ci accorgiamo che questo contrasto di

forze è quasi sempre insito nella natura del pensiero “libero” dell’essere umano; a volte più vogliamo convincerci di essere pensatori indipendenti e più non ci rendiamo conto che in realtà seguiamo un modello di valutazione prestabilito che esiste da quando l’uomo ha scoperto il linguaggio.

Se è vero che scegliamo di vivere secondo i dettami dell’Apollineo, rifiutando categoricamente tutto ciò che crea κρίσις (dal greco “separo”, una parola meravigliosa che in origine non aveva alcuna accezione negativa ma che, anzi, sottintendeva la predisposizione innata di passare da uno stadio al successivo e promulgava, quindi, un’idea di progresso), è parimenti innegabile che alcuni di noi protendono verso tutto ciò che risulta sbagliato, perverso, sinistro, scandaloso, volgare, triviale, depravato e potrei continuare ad elencare altre decine di parole accomunate da un solo denominatore: l’Osceno.

Per fortuna, nel corso della storia su questo pianeta sono passate rilevanti figure che avevano insito in loro il seme della crisi e che hanno dato origine a una rottura col passato. Basti pensare al jazz nella musica, al Romanticismo nella letteratura… e a Letture Oscene nel teatro.

Sì, Letture Oscene. Mai sentito? Se ancora non lo conoscete, finora vi siete davvero persi qualcosa e secondo me dovreste rimediare.

Siccome io stessa nutro un particolare interesse per tutto ciò che nella storia dell’uomo è stato ripudiato e denigrato, in questa recensione mi sono posta l’obiettivo principale di parlarvi dei video di L.O. che, personalmente, ritengo più riprorevoli; se anche voi vi fate affascinare facilmente dall’umorismo caustico e succulento di volgarità, allora questo fa al caso vostro. Altrimenti vi consiglio di concludere qui questa lettura e di non andare a spulciare nel suo canale youtube per non turbare la vostra indole di benpensanti e timorati di dio.

Si tratta di un progetto che ha come scopo primario quello di diffondere il vasto ambito della cultura rifiutata – se non talvolta censurata – perché incriminata di scandalo e considerata offensiva verso la dogmatica essenza della moralità.

Effettivamente i suoi contenuti non sono dei più digeribili. Per dirla in maniera meno arzigogolata, se siete deboli di stomaco è mio dovere morale avvisarvi che la maggior parte dei suoi video rasentano il limite ultimo della decenza umana e che potrebbero valicare prepotentemente ogni intento di censura a noi conosciuto.

Come primo video ho scelto “Testimonianze di partigiani torturati dalla Banda Carità”, perché tenessimo a mente che l’Osceno non è, fra le tante, solo un macabro senso dell’umorismo. Ma è anche denuncia di ferocia, spietatezza e depravazione umana.

Attraverso le dichiarazioni dei partigiani Rino Gruppioni e Emma Guerra, L.O. ci descrive le terribili torture a cui furono sottoposti dalla banda criminale fascista. Con impeccabile serietà l’autore denuncia soprusi, oltraggi e violenze subìte da coloro che durante la dittatura hanno lottato con coraggio per la propria libertà, per quella del loro paese, per il futuro e per le future generazioni. Ed è importante, a distanza di 70 anni, mantenere vivida la memoria delle oscenità compiute dal Nazifascimo; è importante, dopo 70 anni, conservare intatta la perseveranza di incolpare i criminali, di riconoscerli e di ricordare che, dietro a una ferocia spietata e al contempo legittimata, ci sono nomi e cognomi che saranno eternamente pronunciati solo per essere disprezzati.

 

George Grosz, Hintergrund

Un altro tra i suoi lavori più rappresentativi si intitola “Tutto faceva schifo” (testo di Claudio Delicato – Ciclofrenia), il monologo di un uomo ossessionato dal suo stesso istinto di autodistruzione che scaturisce dal rifiuto di un appuntamento per lui di vitale importanza.

Grazie a un’impeccabile interpretazione, lo spettatore percepisce una rabbia antica e sotterrata dall’esasperata esigenza di vivere una vita normale. Come a volte accade, però, il personaggio rimane vittima della sua stessa necessità d’amore mancato e di un senso di appartenenza in cui l’assenza dell’altro prevarica su qualunque capacità di autosostentamento.

Fedele al suo stile e alla sua ambizione di diffondere le tenebrose viscere di una letteratura troppo umana per essere universalmente accettata, Letture Oscene ci propone un testo in cui il Caos e l’istinto peggiore di ognuno di noi emerge prepotente; ancora una volta Morte & Distruzione si rivela il tòpos centrale; ancora una volta siamo brutalmente invitati ad ammirare con compassione le debolezze umane, ad accettarle e a ricordare che basta davvero poco per lasciarsi fagocitare dalla fame dell’isteria.

 

George Grosz, Suicide

Ma Osceno significa anche ignoranza, incapacità di ascoltare e pigrizia di interpretare. È il caso di “Parabola 2.0 – Il Seminatore”, (testo di Natalino Balasso). In questo video sono rappresentati i principali cliché dell’apatia emotiva che si sfracellano contro l’esasperato tentativo di far germogliare una genuina riflessione sulla vita, ma… beh, non occorre che vi dica altro, a voi il gusto di scoprire come va a finire.

E infine, giusto per chiudere in bellezza (per modo di dire), vorrei segnalare “La mia tristezza è la felicità d’altri” (testo di Dr. Vega – La Fabbrica del Degrado), di cui sconsiglio fortemente la visione a un pubblico suscettibile al massacro e alla pazzia che serpeggia in una mente dissestata. Conosco questo video da ormai un anno e ogni volta che lo guardo rimango tramortita dal suo contenuto e dall’interpretazione epica di un personaggio che è già morto prima di commettere il suo folle gesto; ogni volta rimango affascinata dal proverbiale disgusto che Letture Oscene esprime con ricercata abilità.

Francisco Goya, Saturno divora i suoi figli

È grazie a quest’incontro che ho avuto la possibilità di capire profondamente che l’arte non è solo bellezza e armonia; tutti noi abbiamo un lato oscuro e osceno che cerca disperatamente accettazione e manifestazione. E che probabilmente merita molta più attenzione di quella che poniamo sull’Apollineo.

Per info: https://www.facebook.com/letture.oscene/?fref=ts

   https://www.facebook.com/marcotajaniattoreregista/?fref=ts

   https://www.youtube.com/user/ilvorace

  https://www.youtube.com/channel/UCkkELQpXdajMH0Mp6EpjFzg