Leuca infinita

Creato il 12 aprile 2012 da Cultura Salentina

“Sono andato a Leuca, c’era un caldo torrido, tagliavo una sorta d’Egitto dove le piramidi erano di pietra bianca. Ero abbagliato dai paesi di calce bianca e trovavo motivi fotografici negli ulivi, nei tronchi e nel verde fosco delle chiome, non mi sembravano cose vecchie, arcaiche, ma cose pronte a risorgere”. (A.Ciceroni, fotografo milanese)

Pasquale Urso, Litografia

Ecco Leuca la bianca
che si bagna il volto
nell’oro dei due mari.
E’ qui il confine
estremo della vita.

Stare qui con gli ulivi
in attesa di un altro mattino.
E non retrocedere al tramonto
con le masse che risalgono
la corrente del nord
verso la piana di Lecce,
al gioco del barocco
dell’arrembaggio
e del frastuono
in una pulsione di morte.

Qui s’ode amica una sottile
voce di silenzio
qui scavano uomini
profumati d’oriente
case di tufo colorate di biacca
come minareti,
all’ombra nana delle viti.

Qui nascono i figli veri
del salento
che sempre avranno
l’arsura negli occhi….

Qui nascono pensieri
che stanno a perpendicolo
sulla terra:
e le invocazioni preghiere sdegni
paure bestemmie ribrezzi
espatri, progetti,
accumuli di tossine e scorie
magnogreche
e geometrie purissime nel vuoto.

Qui solo, sull’uscio di casa,
scopri la bianca invettiva
leucana, che e’ luce di luce,
questa e’ la regione
di tutti gli arrivi e partenze
per l’uomo senza volto
e senza rami
ecco Leuca la bianca
schema di vene e arterie
in armi di scompiglio
fatta di calce
e alghe di vento
castelli di sabbia
e fili aggrovigliati della mente.

Sei pietra gravina scoglio
sei una vita che rimane
nel cristallo duro e fragile
scolpita come un dado sospeso,
oltre la tangente dei limiti.

Sei pianura verticale d’infinito.

Roma, 10.4.2012


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