Il corpo di Ettore avrebbe anche potuto riportarlo un dio,
magari Febo stesso che gli impediva di decomporsi,
invece dovette andare Priamo in persona a prenderlo;
alla stessa maniera Pallade avrebbe potuto facilmente uccidere Ettore,
e invece dovette farlo Achille.
Quando lui mancò il colpo fu lei a passargli la lancia
ma dovette scagliarla lui, una seconda volta.
Alle porte di Troia, secondo Omero, i greci vittoriosi
parlarono "parole alate" e Achille
era detto "piè-veloce".
Perché dunque noi di New York
dovremmo rimproverarci
di avere sempre fretta?
Quando l'augure dei greci, Calcante,
fu convocato da Achille
per dar conto della pestilenza
che decimava i greci più rapidamente dei troiani
per prima cosa chiese
protezione al gran comandante; poi, come racconta Omero,
si decise a dar la colpa al re Agamennone.
Ora quando mai
profeti ebrei dello stampo di Nathan, Amos o Geremia,
avrebbero avuto esitazioni
o avrebbero chiesto protezione a un semplice mortale,
forti com'erano della loro fede nel Signore?
È certo che l'uomo di Dio che venne dal regno di Giuda
per gettare biasimo sul re Gereboamo d'Israele
venne ucciso al ritorno da Bet-El.
Chissà che a ucciderlo non sia stato un soldato del re?