L.I. | Lingua Imperii violenta la forza del morso che la ammutoliva sino ad oggi 19 gennaio è al Teatro Elfo Puccini di Milano. Lo spettacolo, vincitore del premio Jurislav Korenic per la regia al GRAND-PRIX del 53mo Festival MESS di Sarajevo 2013, è una produzione Anagoor 2012 per la regia di Simone Derai.
Ad esempio, i nazisti hanno inventato di sana pianta il concetto di “ariano” e fatto discendere dall’essere di religione ebraica il concetto di appartenere alla razza ebraica (cosa non sempre vera) e quindi essere infidi e ladri. Questo è uno dei temi trattati da L.I. nel dialogo (in pratica l’unica parte recitata, non presente in sala ma evocata tramite schermi) da Hannes Perkmann e dall’eccellente Benno Steinegger (sì, in tedesco).I tre dialoghi sono di fatto ricavati da Le Benevole di Jonathan Littell.
Il pretesto da cui ci si muove è reale: l’area del Caucaso è rimasta una sacca protetta per popoli la cui identità è legata alle circa cinquanta lingue parlate (che per centinaia d’anni non ha avuto una lingua scritta).
La persistenza di identità etniche così resistenti è sicuramente motivata dalla specificità geografica della regione capace per la sua natura montana di isolare e proteggere i singoli gruppi e insieme da un tipo di società i cui legami e i codici culturali di lealtà verso il clan e la famiglia sono tanto forti quanto, se non più forti di, quelli verso la nazione e la regione stesse. Tentativi operati in passato specialmente da parte dell’Unione Sovietica, di assimilare e dominare i caucasici sono stati vani.
La stessa caccia all’ebreo da parte dei nazifascisti trova nel Caucaso una sonora battuta d’arresto di fronte al labirinto di etnie, sovrapposizioni e sincretismi religiosi, consonanze linguistiche. Ed è di questo che i due tedeschi parlano: sterminare o meno gli ebrei del Caucaso?
Vi è poi tutta la parte relativa la caccia. la caccia dell’uomo all’uomo, la caccia dell’uomo all’animale, il sacrificio di Ifigenia, sgozzata come un agnello, il racconto di W.G. Sebald del truce massacro di creature viventi d’ogni specie perpetrato da San Giuliano.
La lingua dell’impero è la lingua bruta delle propagande fasciste. Sono gli alfabeti e le lingue insegnate a forza. Ma è anche il bavaglio o l’assenza di voce imposti come un dono violento dai dominatori. Infine è il linguaggio stesso della violenza.
Il tema di Lingua Imperii è intrigante, e sarebbe stato da ampliare maggiormente a livello concettuale: il rapporto fra parola e potere, fra linguaggio e dinamica sociale. Purtroppo, il risultato non è lineare.
L’opera è sofisticata, ma dispersiva.
L.I. | Lingua Imperii – violenta la forza del morso che la ammutoliva
Con: Anna Bragagnolo, Mattia Beraldo, Moreno Callegari, Marco Crosato, Paola Dallan, Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Eliza Oanca, Monica Tonietto e con Hannes Perkmann, Hauptsturmbannführer Aue; Benno Steinegger, Leutnant Voss
Voci fuori campo di Silvija Stipanov, Marta Cerovecki, Gayanée Movsisian, Yasha Young, Laurence Heintz
Traduzione e consulenza linguistica Filippo Tassetto
Costumi Serena Bussolaro, Silvia Bragagnolo, Simone Derai
Musiche originali Mauro Martinuz, Paola Dallan, Marco Menegoni, Simone Derai, Gayanée Movsisyan, Monica Tonietto
Musiche non originali Komitas Vardapet, musiche della tradizione medievale armena
Video Moreno Callegari, Simone Derai, Marco Menegoni
Drammaturgia Simone Derai, Patrizia Vercesi
Regia Simone Derai
Produzione Anagoor 2012
Written by Silvia Tozzi