New York , 2013 : il detective Ralph Sarchie interviene al suo collega Butler per quella che viene catalogata come una lite tra coniugi. Arrivati lì, lei mostra segni inequivocabili di percosse, lui resiste all'arresto e cerca di fuggire. Quando lo prendono si accorgono che ha le unghie che sanguinano.
Altro caso quasi in contemporanea: una mamma butta suo figlio piccolo nella fossa dei leoni che fortunatamente sono chiusi da un'altra parte in preda a una strana agitazione , mentre la donna sta scavando nel terreno a mani nude.
La arrestano ritendendola pazza ma interviene un prete abbastanza sui generis, Mendoza, che assicura sulla sua sanità mentale e afferma che la donna è posseduta da un demone.
Intanto Ralph, Butler e Mendoza cominciano a dare la caccia a uno strano tipo che sembra implicato nei due fatti menzionati.
Una caccia senza esclusione di colpi e che costringerà Ralph a mettere sul piatto i suoi affetti più cari, la moglie e la figlia.
Probabilmente sono uno dei pochi che ha storto la bocca di fronte al precedente film di Derrickson, quel Sinister che ha avuto un buon successo di pubblico e di critica e non sono arrivato a questa visione col massimo delle aspettative.
E poi non mi dispiaceva nemmeno la commistione tra inferno metropolitano, direi quasi scorsesiano, se l'aggettivo non fosse abusato e spesso anche a sproposito, un qualcosa di concreto e terribilmente reale, e inferno mediato da una distorta visione religiosa.
E allora come fa a non venire in mente Scorsese e tutti i suoi dilemmi religiosi soprattutto nel bellissimo Mean Streets?
A lui interessa mescolare due generi che sembrano così antitetici tra di loro come il thriller urbano e l'horror.
In questo ha una visione molto pragmatica: gli interessa il meccanismo filmico, far funzionare il film.
Ci riesce? Non ci riesce?
A mio parere non troppo : se dal punto di vista figurativo ci troviamo di fronte a un buon prodotto grazie in particolar modo alla fotografia desaturata e plumbea di Scott Kevan che ricorda non poco quella di Seven con una New York livida e minacciosa, vista dalla prospettiva dei suoi vicoli più bui e malfamati , Derrickson non riesce a far compenetrare le due anime del film soprattutto perché quello che dovrebbe essere il trait d'union tra le due componenti che caratterizzano la pellicola , il personaggio di padre Mendoza, è uno dei personaggi più deboli, una specie di prete rock esperto di esorcismi , che fuma come una ciminiera e beve come una vecchia spugna.
Forse un po' troppo e tutto insieme per essere un prete, seppur apostata.
A Derrickson,coautore anche della sceneggiatura , ispirata al libro scritto dal vero Ralph Sarchie ( un vero detective del Bronx che ha scritto un libro sui casi a cui ha lavorato fin quando è rimasto nella polizia, vicende che spesso sconfinavano nel soprannaturale) interessa contrapporre il concetto di male relativo, quello che può essere messo in atto dall'uomo a quello di male assoluto, quello che ha una genesi che proviene da una dimensione altra.
Liberaci dal male ha l'acre sapore di una bella occasione mal sfruttata: un film potenzialmente tellurico che si rivela una specie di soufflè che si sgonfia appena uscito dal forno, una compilazione di avvenimenti in serie con un gran finale dedicato addirittura a un esorcismo in piena regola.
Un prodotto confezionato in modo più che adeguato ma che al suo interno racchiude il nulla o quasi.
Ed arriva alla soglia delle due ore.
Troppo anche per il più indulgente degli spettatori.
PERCHE' SI : ottima fotografia, bel cast, tentativo di operare una commistione tra due generi antitetici come il thriller urbano e l'horror
PERCHE' NO : troppo lungo e dispersivo, manca il mistero e l'approfondimento psicologico, il prete recitato da Mendoza, sarà pure apostata, ma ha troppi vizi per essere un prete.
( VOTO : 5 / 10 )