Decine di studi scientifici internazionali indipendenti (evidenziano) hanno dimostrato e stanno dimostrando che esiste una stretta correlazione tra la CCSVI e la Sclerosi Multipla (SM). Si tratta di studi fatti in tutto il mondo, non collegati tra di loro, che (dimostrano) evidenziano come questa realtà riguardi tutte le latitudini, tutti i gruppi genetici.
Questo naturalmente non vuol dire che tutto sia stato (chiarito) capito, e che non ci sia ancora molto da studiare. Vuol dire che c’è materia interessantissima, (esistono evidenze scientifiche) su cui continuare a fare ricerca, nell’interesse dei malati.
Putroppo in Italia un clima di chiusura e di autoreferenzialità tenta di cancellare gli importanti risultati fin qui raggiunti, (disorienta)inganna i malati, svilisce il panorama scientifico internazionale, cerca di mettere il bavaglio alla ricerca medica indipendente.
Lo stesso clima di chiusura e di sospetto cerca di impedire o rallentare l’avvio di un’importantissima sperimentazione clinica che è finanziata dalla Regione Emilia Romagna ed alla quale partecipano i più importanti centri di ricerca italiani: lo studio “Brave Dreams”, guidata(o) dal prof. Zamboni, che valuterà sicurezza ed efficacia dell’angioplastica dilatativa venosa nei malati di SM, (affetti da CCSVI).
Lo stesso clima di ostilità e pregiudizio tenta anche di bloccare o di scoraggiare l’ulteriore nascita di progetti di ricerca biomedica finalizzati a sviluppare le conoscenze in tema di CCSVI e di correlazione fra tale patologia, la SM e altre malattie neurodegenerative.
L’Associazione CCSVI nella Sclerosi Multipla Onlus al fine di sostenere la libera ricerca scientifica in tema di CCSVI presenta una inedita analisi dello stato dell’arte sulla correlazione CCSVI e SM elaborata dal comitato scientifico dell’ISNVD (Società Internazionale Malattie NeuroVascolari), massimo organismo scientifico sulla materia, alla luce del complesso delle pubblicazioni prodotte nel mondo.
La parte dell’analisi che riguarda i riscontri compiuti con la flebografia selettiva, considerata il ‘golden standard’ per la diagnosi delle anomalia vascolari, dimostra, inoppugnabilmente, non solo che la CCSVI esiste (cosa che qualcuno mette bizzarramente ancora in discussione), ma che questa patologia è correlata alla sclerosi multipla (in)nell’oltre 90% dei casi.
(L’analisi ISNVD dimostra la presenza di CCSVI in pazienti con SM, sia con metodica Eco-Color-Doppler, sia con metodica flebografica (confermando la correttezza dei criteri standardizzati dal prof Zamboni quando l’indagine non-invasiva è eseguita da mani esperte)
Questo sia nei casi in cui l’analisi ISNVD prende in esame pazienti SM già diagnosticati CCSVI mediante ECD (nel qual caso conferma che i criteri diagnostici stabiliti da Zamboni sono (corretti)giusti, e che l’ECD (in mani esperte) fatto bene non sbaglia), sia quando i pazienti SM presi in esame non sono stati sottoposti ad alcuna diagnosi (ultra)sonologica preventiva per CCSVI, e quindi è il ‘golden standard’ flebografico ad affermare senza ombra di dubbio l’altissima correlazione.
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Negare tutti questi risultati, (tralasciare)dimenticare volontariamente tutti questi studi, ostacolare la creazione e lo sviluppo di altri nuovi progetti di ricerca, attribuire aprioristicamente validità confirmatoria in tema di correlazione (solo a pochi studi pubblicati o in fieri) a uno solo degli studi usciti o in fieri, insistere nel difendere solo le scoperte precedenti significa non voler prendere atto che la ricerca scientifica procede celermente verso terreni precedentemente inesplorati, individuando nuove conoscenze e nuovi orizzonti del sapere, (con possibili risvolti sul piano diagnostico e terapeutico nei malati di SM). E dando nuove concrete speranze ai malati.
Stravolgere la realtà, (non considerare) occultare gli studi già effettuati, ignorare i risultati ottenuti da organismi indipendenti nel panorama scientifico internazionale, è comportamento antistorico e contrario a correttezza e verità scientifica.
Tale atteggiamento è anche contrario al diritto dei cittadini e dei malati di CCSVI e di Sclerosi Multipla di avere una informazione corretta, adeguata e completa. E di decidere, assieme ai propri medici, a quale cura sottoporsi.
Ricordiamolo: le persone con sclerosi multipla sono oltre 60mila in Italia e due milioni e mezzo nel mondo. La maggioranza è rappresentata da giovani adulti; i due terzi sono donne.
Le scoperte fin qui compiute creano una prospettiva troppo interessante perché la ricerca indipendente sia ostacolata o condizionata.
In linea con il NICE (il Consiglio Superiore di Sanità Britannico), l’Associazione CCSVI nella Sclerosi Multipla Onlus vuole incentivare la prosecuzione delle attività di ricerca sia nell’ambito degli studi di trattamento (come Brave Dreams, la sperimentazione che è in procinto di aver luogo e nella quale il Prof. Zamboni è il principale ricercatore) sia nell’ambito di studi osservazionali controllati.
Nel frattempo, per far prendere atto dei risultati sin qui raggiunti dalla ricerca scientifica internazionale e degli studi attualmente in corso, l’Associazione invita i ricercatori tutti ad un confronto serio e sereno sulle tematiche che stanno a cuore dei malati.
Con la convinzione che, al di là delle divisioni accademiche e specialistiche esistenti fra i ricercatori, debba sempre prevalere il superiore interesse dei malati e l’inviolabile diritto alla salute del cittadino.