Liberi Consorzi, Menfi tra i Comuni che non ci stanno

Creato il 26 settembre 2013 da Comunalimenfi

Gli amministratori mettono le mani avanti sull’ipotesi che i nuovi enti possano calare dall’alto senza tenere conto di specificità storiche, geografiche ed economiche.

Ventuno sindaci scrivono a Crocetta e Valenti per chiedere garanzie sull’omogeneità territoriale.

Ventuno Comuni delle province di Agrigento, Trapani e Palermo, tra cui Sciacca e Ribera, hanno trasmesso al presidente della Regione Crocetta e all’assessore alle Autonomie Locali Valenti, un documento con cui rifiutano, nel processo di costituzione dei Liberi consorzi di Comuni, entità preconfezionate dall’alto che non tengono conto di specificità storiche, geografiche ed economiche. Si tratta degli enti locali che un paio di settimane fa si sono riuniti in assemblea per un confronto aperto, per capire in concreto quali funzioni si intendono attribuire alle nuove entità territoriali in sostituzione delle soppresse province.

Il documento è stato sottoscritto dai Comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Castelvetrano, Cattolica Eraclea, Chiusa Sclafani, Cianciana, Contessa Entellina, Giuliana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Partanna, Poggioreale, Ribera, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice e Sciacca. Sono 21 e condividono storia, tradizioni, economia, progetti di sviluppo, interessi vari che sono stati già sperimentati con esperienze amministrative, economiche e interrelazioni. Una decisa presa di posizione con cui tentare di determinare le linee d’indirizzo che la Regione dovrebbe seguire per la individuazione delle nuove aree geografiche.

«I rappresentanti dei Comuni partecipanti all’assemblea – è scritto nel documento – rivendicano la propria identità nonché la facoltà di aggregarsi con altri Comuni di un territorio omogeneo. Questo territorio vuol far valere le proprie specificità nei confronti del legislatore con una gestione innovativa e unificante che valorizzi un’area ricca di risorse e caratteristiche uniche. Il Libero consorzio dei Comuni – continua il documento – deve essere una nuova e reale opportunità, una forma che aggreghi funzionalmente Comuni uniti da identiche aspirazioni. Deve essere uno stimolo per portare avanti un comune progetto di sviluppo economico, una entità che, nel garantire i servizi essenziali, dia fiducia ai cittadini e agli amministratori. Il Libero consorzio deve essere uno strumento di governo più efficace ed efficiente che unifichi e valorizzi ancor di più un territorio già virtualmente costituito».

I Comuni interessati hanno discusso di quale dovrà essere la loro consistenza e funzionalità da un punto di vista normativo, organizzativo, amministrativo, politico, finanziario, nonché i nuovi assetti politico-istituzionali del territorio. Su quest’ultimo aspetto sembrano avere le idee chiare e stanno addirittura valutando la possibilità di allargare la platea dei Comuni da coinvolgere, rispetto ai Comuni individuati in questa prima.


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