Nella tecnologia, nella ricerca, nell'anticipare tendenze sociali, nella gestione delle ferie e nel pesce crudo.
Anche in questo caso - perché non ci ho pensato io per primo? - si rivelano una società avanzata, con punte di eccellenza nei loro più alti scranni accademici che di fatto tracciano la linea - almeno da oggi in poi - sui passi che l'umanità dovrà fare per salvarsi definitivamente.
Allora, la proposta è quella di ammettere alle Olimpiadi appena assegnate a Tokyo, del 2020, il gioco del Nascondino come 'sport' sperimentale. Per poi passare alla definitiva ammissione nelle edizioni successive.
Il Nascondino..., cioè quel gioco meraviglioso che tutti facevamo da piccoli e che, man mano si cresceva di età, diveniva il modo più facile e indolore per infrattarsi con le pupette, soprattutto in vacanza, soprattutto tra i monti e i laghi (al mare era un po' più complicato...).
Mi risulta che le Olimpiadi siano l'occasione, ogni quattro anni, che le nazioni del mondo si sono data per misurarsi sui diversi sport. E un modo per avvicinarsi, per conoscersi, per attenuare le tensioni globali.
Ecco, sport: fisicità, tecnica, esperienza, strategia, allenamento, attrezzatura, storia, campioni, record...
Tutto questo è lo sport.
Nascondino?
Cioè...uno, due...cinquantuno, chi è fuori è fuori, chi è sotto è sotto, arrivooo!!!, e il povero pirla della compagnia, che si ritrovava prima a cercare i suoi amici nascosti nei posti più disperati, poi a trovare le coppiette che nel frattempo col cavolo volevano farsi trovare - visto che avevano programmato di impiegare il loro tempo in altro modo -, alla fine del gioco viene pure sbeffeggiato visto che l'ultimo che si salva 'libera tutti'.
Credo che lo sport sia sacro, uno dei baluardi contro il degrado morale e fisico del mondo moderno. È un'occasione imperdibile per far vedere lo sviluppo dei singoli popoli. È un blocco al declino!!
Nascondino? Beh sarebbe veramente un insulto.
Parliamo di cose serie, per favore!
Io piuttosto proporrei la gara di biglie di plastica - quelle che c'erano una volta, con raffigurati i ciclisti su una metà, Adorni, Bitossi, Gimondi, Anquetil... - con pista fatta dal sedere del più grosso, trascinato per i piedi dal più forte. Una lunga pista, con ponti e buche piene d'acqua, in cui ci si possa misurare, in individuale e in gara a squadre, in lunghe tappe all'ultimo sangue. Tecnica, strategia, forza e intelligenza, quello è sport.
Sono certo comunque che qualcun altro, alla ricerca del tempo perduto, proporrà anche i tornei di 'tollini' sul marciapiede, la lippa, unduetre stella, fino alla madre di tutti gli sport: il tiro a segno con la fionda.
Non ridete, il 2020 è alle porte e ne vedremo delle belle (e di brutte)!