Caterina Amentano, nata e residente in Calabria, è venuta in contatto con la scrittura in tenera età, dopo aver scoperto l’amore per la lettura. Folgorata dai diversi universi celati nelle pagine dei libri decise lei stessa di creare fiabe e racconti. In età adulta si dedica con più serietà alla sua passione pubblicando nel giugno 2006 una raccolta di poesie “Il sentiero delle parole” edito Torchio Editore, nel febbraio 2008 una raccolta di racconti “Sotto l’albero di mimosa” edito Aletti Editore e nel novembre 2010 “Libero arbitrio” edito 0111 Edizione, oltre a numerose poesie, racconti e fiabe inserite in raccolte antologiche. Ha partecipato a diversi concorsi con buoni risultati. Collabora con il sito www.good-morning.it. Dei suoi articoli di psicologia, spettacolo e cronaca, sono stati pubblicati sul web.
Cura il blog personale “Libero arbitrio” su http://caterinaarmentano.splinder.com/
e il B-file http://www.wix.com/lastefy/bf_libero-arbitrio/commenti
Autore: Caterina Armentano
Serie: #
Edito da: 0111 Edizioni
Prezzo: 15,00 €
Genere: Romanzo Sentimentale, Narrativa Contemporanea
Pagine: 200 pg
Voto:
Trama: In un paese della Calabria un luogo non bene definito, dove lo spazio simbolico prevale su quello reale nasce l’intreccio delle vite di otto donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano, si invidiano, fanno comunella tra di loro in base alla simpatia e all’antipatia.
Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad “Amici” nonostante abbia superato l’età e digiuna se Gigi d’Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli, Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi e Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama.
Queste storie sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno il lutto di perdere i figli quando ancora li ha nel ventre. Lei con voce vellutata e a volte arrabbiata, narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l’ha travolta, perseguitata per tutta la vita.
In una notte catartica e senza luna sembra che le membrane del tempo si siano squarciate lasciando Ester libera di sbirciare nel futuro, con un canale assurdo: il sogno, consentendole di vedere il volto della sua futura bambina. Ma lei, crescendo, scopre che non può realizzare il suo desiderio di maternità e quando contro tutto e tutti decide di prendersi quello che considera suo, viene messa alla gogna da una società corrotta da un unico modo di pensare. Questa sua scelta l’allontanerà, non solo dalla sua famiglia che la considera una poco di buono, ma soprattutto da se stessa perdendo colui che l’ama al di sopra di tutto: suo marito.
Il passato e il presente si amalgamo e creano un ponte tra quello che è accaduto e quello che accadrà e spesso gli errori commessi si ripetono riaprendo ferite che si consideravano vecchie e rimarginate.
Recensione;
In Libero arbitrio l’autrice parla delle donne in condizioni, a mio parere, evidentemente poco felici. Fin da subito ho colto nelle protagoniste sentimenti d’insoddisfazione, insicurezza e frustrazione. Le donne di questo romanzo, tutte amiche, sembra che vivano sempre in funzione di un solo scopo: avere figli; per chi non ne ha, cercare di averne, nel caso invece di chi ne ha troppi, evitare di averne altri. Il più delle volte faranno delle scelte, come si suol dire, egoistiche. Intravediamo poi amicizie false, oserei dire molto realistiche, in cui sono evidenti comportamenti poco amichevoli: verità sbattute in faccia, falsi consigli, insomma anche in questo caso le donne fanno vedere il loro lato peggiore ed instaurano tra di loro relazioni di comodo, cosa ben diversa dall’amicizia. Ma alla fine un pò di luce si trova o, meglio ancora, ci rendiamo conto delle cose belle e sincere solo quando le perdiamo.
Quelle di Libero Arbitrio sono donne deboli che rispecchiano le aspettative della società (qui rappresentata dal paese in cui vivono, estremamente pettegolo), dei loro mariti che pretendono un figlio sano e lo vogliono possibilmente maschio. Donne disperate e sole. Uomini che picchiano se non ottengono dalle loro mogli ciò che vogliono. Donne che credono di scegliere ma così non è perchè sono continuamente condizionate. Anche quando raggiungono uno scopo non sono soddisfatte perchè quello che manca forse è altro e così riprendono la ricerca senza fine, continuando a porsi nuovi obiettivi e nuove mete. Tutto ciò accade, forse, perchè non sanno guardarsi dentro. Sono donne, madri che spesso sbagliano con figlie che si sentono sole perchè allevate da madri sole, senza padri. L’autrice avrebbe potuto andare un pò più a fondo nella descrizione di questi uomini citati nel romanzo, andare più a fondo nella loro personalità. Sono tutti, con rare eccezioni, maschi padroni. Padroni delle donne e che influiscono volutamentenelle sulle loro scelte di vita non lasciandole libere di scegliere.
Queste storie di donne sono raccontate dal punto di vista di una di loro, Rebecca, la sola, a mio parere, che dà un tocco di positività e speranza. E’ l’unica ad avere dentro di sè, anche se forse un pò nascosta, un pò di luce, la voglia di non arrendersi di fronte alle difficoltà della vita nonostante tutto e tutti. Non è una storia solo di donne e di libero arbitrio ma è una storia che vuole anche insegnare ad andare al di là delle apparenze, al di là delle opinioni della gente del piccolo paese, dove la gente mormora. E’ una storia che ci spinge ad andare alla ricerca della verità. A costo di rimetterci la faccia e la vita.
Una lettura piacevole, scorrevole, con un linguaggio semplice, non ricercato. Da leggere soprattutto per pensare.