Autore: Caterina Armentano
Editore: 0111 EdizioniPagine: 200
Prezzo: 15,00
Trama: In un paesino della Calabria, un luogo non ben definito, dove lo spazio simbolico prevale su quello reale, inizia l'intreccio delle vite di alcune donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano, si invidiano, fanno comunella tra loro. Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad Amici nonostante abbia superato l’età e digiuna se Gigi d’Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama. Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l’ha travolta e perseguitata per tutta la vita: in una notte catartica e senza luna, a Ester sembra che le membrane del tempo si siano squarciate, offrendole la possibilità di sbirciare nel futuro e consentendole di vedere il volto della sua futura bambina. Ma si accorgerà ben presto che questa meravigliosa visione resterà ciò che era, cioè un sogno e che, al contrario, la realtà ha in serbo per lei un tragico finale. Audiotrailer
RECENSIONE
Spesso la quotidianità ci pesa, ci soffoca, ci annoia e quando il temporale dell’esistenza si abbatte su di noi e ci inzuppa, ci spoglia di ogni forma di coraggio e di volontà, ci rendiamo conto che quella quiete che consideravamo insana era la nostra felicità e sarebbe bastato un pizzico di attenzione per rendercene conto.
E allora si può inseguire un sogno con tanta caparbietà da rovinare tutto ciò che avevamo di buono, qualcosa per cui valeva la pena di vivere?
Ci troviamo in un paesino della Calabria, con tutti i suoi difetti, dove il progresso è arrivato, ma molte persone hanno mantenuto una mentalità gretta. È impossibile tenere nascosto un segreto in paese: tutti sanno tutto di tutti, e tutti sono pronti a giudicare gli altri se fanno scelte diverse dalla norma, seguendo il proprio libero arbitrio. Solo Rebecca ed Ester, le due protagoniste di questa storia, riescono a mantenere un’amicizia vera, fraterna, disinteressata, che dura dai tempi dell’asilo, e solo Rebecca sa che Ester da quando aveva sedici anni sogna la sua bambina. Purtroppo, come tutto il paese sa, invece, né Rebecca né Ester possono avere figli. Rebecca non è riuscita a portare a termine due gravidanze, perdendo dolorosamente entrambi i bambini. Le persone che le vivono intorno la compatiscono, ma comunque ognuno è assorbito egoisticamente dalla propria vita e dai propri problemi per rendersi conto di quanto dolore si possa provare per aver perso due figli dopo averli portati dentro anche per poco.
Chiunque mi si avvicinasse era convinto di aver trovato le parole più consolatorie mai pronunciate da altro essere vivente e invece se si fossero fermati un istante ad ascoltarsi, se si fossero interrotti un attimo per guardarmi, se avessero rivolto lo sguardo al mio ventre ormai asciutto e ai miei occhi da cui traspariva angoscia, avrebbero taciuto e in quel silenzio io avrei potuto raccontare dei miei sogni distrutti e del mio senso di abbandono, della rabbia che covavo dentro come acqua cristallizzata. Questo mi avrebbe concesso di piangere in compagnia di qualcuno, ma la gente detesta i frignoni, i problemi se non per conoscerne i fatti, farsi una propria idea e magari aggiungere qualche particolare che renda la storia più interessante, più romanzata. Per difendermi da tutto questo, per rendere la quotidianità meno pressante indossai la mia armatura fingendo così di aver superato il dolore, simulando che il tutto non mi sfiorasse…Ester invece non riesce proprio a concepire, eppure sa che la bambina del sogno la aspetta da qualche parte. Così, quando scopre che è il marito Fabio ad essere sterile, decide di risolvere la questione a modo suo. Ma Ester e Rebecca non sono gli unici esempi di donna che popolano le pagine di questo libro. Ci sono donne giovani e vecchie, antiquate ed emancipate, ognuna con il suo bagaglio di esperienze ed il suo fardello più o meno pesante da sopportare su spalle forti, deboli, capaci, delicate o provate. Nel palazzo in cui vivono Ester e Rebecca, abitano anche altre donne, ognuna con i suoi problemi, le sue piccole manie, con il suo insensibile egoismo.C’è la sorella di Ester, Cosima, perennemente maltrattata e picchiata dal marito Francesco.
Lei era convinta di star espiando i suoi peccati, e soprattutto difendeva sempre l’uomo che l’aveva resa una freccia spezzata prima di essere scoccata. Si sentiva colpevole, incapace e responsabile dell’atteggiamento del suo molestatore.E naturalmente l’opinione che ha di lei Antonella, la figlia adolescente ne è perennemente svilita. Antonella a sedici anni è sessualmente attiva, e ricorre spesso e volentieri alla pillola del giorno dopo come metodo contraccettivo. E poi ci sono Miriam, Raffaella, Marianna, Pamela, Ramona, Stella, ciascuna insoddisfatta, ciascuna coi suoi sogni, che talvolta si devono ridimensionare ed adeguare per far tacere le chiacchiere del paese.
«È sempre la stessa storia. Se non si è fidanzati si vuole un fidanzato, poi si desidera il matrimonio, poi un figlio, magari anche il secondo, il cane e la villa, fino a quando ci rendiamo conto che neanche questo ci soddisfa che spesso facciamo delle scelte sbagliate per mettere a tacere voci di paese e le vecchie zie di famiglia!»
E zia Nina, l’anziana signora non vedente con il suo grande errore a garrire come uno stendardo, come un monito per chi è disposto a tutto pur di realizzare il proprio sogno e non si cura di quelli che potrebbero essere gli effetti collaterali.
È un libro sull’essere donna e sulla maternità, in particolar modo sul voler essere madre ad ogni costo. È un romanzo che parla di scelte: quelle ponderate, quelle sofferte, quelle dell’impulso del momento, quelle obbligate, quelle di cui ci si pente subito e quelle che si rimpiangono dopo tanto tempo, quelle egoistiche e quelle che si fanno per accontentare gli altri. In nessun caso, però, queste scelte andrebbero giudicate e tantomeno condannate, perché a volte ci si autocondanna già facendole.
Quando Dio mi creò, quando Lui inalò il respiro nei miei polmoni e decise per me se dovevo essere intelligente o sciocca, scaltra o incompetente, povera o ricca, sola o in compagnia, decise anche di darmi una piccola scatolina da scartare appena atterrata sulla terra per carpirne il segreto dell’esistenza. Io ho aperto quella scatola e in essa, avvolta in un manto di piume ho trovato l’essenza, lo spirito del libero arbitrio, pronto a far danni ma capace di darmi la possibilità di scegliere chi essere.
Questo romanzo è scritto con un linguaggio semplice e moderno, talvolta tagliente e ironico, ma nello stesso tempo con una ricercatezza nelle parole e nell’accostamento dei vocaboli che mi hanno fatto pensare in un primo momento quasi ad una raccolta di poesie: capitoli brevissimi con titoletti significativi, che sembravano estranei l’uno all’altro come poesie collegate dalla narratrice secondo una sua esigenza narrativa. Poi ho compreso che ogni capitolo è in realtà come la pennellata di un pittore impressionista: all’inizio sembra staccata, scollegata dalle altre, ma poi, abbracciando con lo sguardo tutto l'insieme si ricompone la realtà, e quando il nostro occhio entra nel quadro e ne coglie l’essenza, le pennellate si fondono tanto da non riuscire più a vederle separate le une dalle altre.
Un romanzo che fa emozionare, che fa riflettere; uno spaccato realistico della vita, che potrebbe capitare in un qualunque paesino del sud, ma non solo.