LIBERO ARBITRIO – Ovvero siamo liberi delle nostre decisioni?

Da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

di Riccardo Alberto Quattrini. Anders Behring Breivik il terrorista norvegese, è stato condannato a 21 anni di carcere per la strage di Utoya nella quale ha ucciso 77 persone. L’assassino ha sorriso quando il magistrato ha letto le parole con le quali l’ha definito “sano di mente”.

Ecco: “sano di mente”. E’ quello che ha voluto gli riconoscessero i giudici, altrimenti avrebbe fatto ricorso. Egli, quindi, si dedurrebbe ha deciso autonomamente, senza pregiudiziali, senza remore, senza che qualcuno glielo imponesse. Non ci sarà nessuno psicologo, psichiatra, che potrà dire che egli in quel preciso momento che ha premuto un bottone e ha determinato l’esplosione, non era perfettamente cosciente di ciò che faceva. No, egli era perfettamente cosciente. Infatti, durante il processo, si è scusato con i suoi seguaci, perché non è stato in grado di ucciderne un numero maggiore d’individui.

Si parla da sempre del libero arbitrio, esso è oggetto di una secolare controversia teologica nel Cristianesimo. Il libero arbitrio è pertanto quella facoltà dell’uomo di poter decidere delle proprie azioni e della propria volontà in totale autonomia da quella di Dio. Egli quindi non è subordinato alla grazia e alle predestinazioni poste dal Vangelo. Teorie seguite dai manichei (religione radicalmente dualista due semplici principi: la Luce e le Tenebre) che affermavano che l’uomo non ha bisogno di Dio per distinguere il bene dal male. Sant’Agostino invece sosteneva che il libero arbitrio esisteva, ma l’uomo non era sufficientemente capace di fare del bene, data la corruzione della natura umana. Il concilio di Trento ammise la libertà umana come facoltà attenuata, ma non distrutta, dal peccato originale. In conseguenza quindi del peccato originale, Lutero con il suo trattato: “De servo arbitrio” 1525, sosteneva che la volontà dell’uomo sul suo destino, decretato da Dio, era irrilevante data la debolezza della sua volontà. Erasmo da Rotterdam (1524), dopo la Riforma protestante, che riaccese nuovamente questo storico dibattito, con il suo “De libero arbitrio”, sosteneva i meriti e la libertà delle azioni umane. 

La filosofia associa la causalità al determinismo, sostenendo che in natura nulla accade per caso. Quindi c’è una causale assoluta di dominio incontrastato, una relazione di causa-effetto. Tutto ciò non fa pensare che un individuo possa sapere, data un’azione, cosa accadrà in futuro, ma l’azione è predeterminata in modo univoco dalle leggi fisiche.

Ciò non vuol dire che qualcuno sia effettivamente in grado di predeterminare gli eventi, in quanto per poterlo fare dovrebbe conoscere con precisione assoluta lo stato di tutte le particelle dell’universo in un preciso istante e tutte le leggi esatte che lo governano. Ammettendo, per ipotesi, che ciò sia possibile, colui che nell’atto di misurare questi stati, con quell’atto di misurarli, influenza necessariamente la misura in quanto egli stesso è parte del sistema. Si può notare quindi che non vi è, in linea di principio, alcun modo per stabilire in maniera inequivocabile il determinismo o il probabilismo dei fenomeni fisici. Dunque quanto determinismo c’è nella nostra libertà individuale? Può un individuo sentirsi completamente libero, può agire senza costrizioni usando la sua volontà? Platone dice che l’uomo è causa del male, il dio non può essere ritenuto causa. Dio è bene immutabile, semplice e veritiero è causa di tutti i beni. E’ l’uomo che sceglie il proprio demone (carattere), è in quel momento che determina la sua scelta di vita. Per questa vita sono relegato a quella scelta, è lì che mi determino, poi avrò scelto. Ma ogni causa ne determina un’altra e poi un’altra ancora e così all’infinito. Pertanto ogni individuo ogni volta che fa una scelta determina un’origine che darà vita ad altre cause.

C’è una locuzione molto bella e calzante che fa comprendere, la dipendenza che noi determiniamo agendo in una data maniera. Si chiama Effetto farfalla è l’idea che piccole variazioni nelle condizioni iniziali (un nostro comportamento) producano grandi variazioni comportamentali a lungo termine. L’espressione “Effetto farfalla” è stata ispirata da un racconto Rumore di tuono del 1952, dallo scrittore di fantascienza Ray Bradbury. Egli immaginava una macchina del tempo con la quale vengono organizzati dei safari temporali per turisti. Durante una di queste visite preistoriche un escursionista, calpesta una farfalla, questo fatto provocherà una catena d’impressionanti conseguenze per la storia umana.

“Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza”. Questo sosteneva in un saggio di Alan Turing (matematico e padre dell’informatica nel 1950).

Dopo queste premesse sul determinismo e libero arbitrio, quante cause ha scatenato il signor Anders Behring Breivik con il suo folle gesto.

Vediamo.

Considerando la stretta parentela in linea retta e quella in linea collaterale, si può calcolare che egli abbia coinvolto 1078 persone, se consideriamo anche gli amici, quattro amici per persona, siamo a un totale di 1386 persone, individui, esseri umani!

Una follia! 

Pertanto stiamo bene attenti anche quando, ingenuamente, daremo un calcio a un piccolissimo sasso.

Featured image schema che semplifica le principali teorie filosofiche inerenti al libero arbitrio. Autore Sannita, opera propria, fonte Wikipedia.


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