Libertà

Creato il 04 aprile 2011 da Federicobona @Federico_Bona

Ambizioso. E minuzioso. Sono i due aggettivi che mi vengono in mente per definire questo attesissimo romanzo di quello che molti considerano il miglior scrittore americano vivente (o come minimo della sua generazione). Ambizioso perché si propone di realizzare un grande affresco sociale sull’America dei giorni recenti, attraverso una scrittura densa, attentissima e di livello straordinario. Non c’è bisogno di leggere molte pagine per accorgersene: ti avvolge e ti porta dritta dentro il mondo narrato. Minuzioso perché racconta i moti dei suoi personaggi, lungo un arco temporale abbastanza lungo, con una precisione incredibile, ancor più apprezzabile perché è nelle piccole sfumature, nei minimi accidenti, nelle rivelazioni serendipiche che Franzen individua i momenti cruciali di ciascun individuo, quelli in cui l’animo prepara i grandi cambiamenti. Che poi la storia raccontata – le storie – sia persino un po’ banale – non tutte, a essere onesti, ma quella principale, che le tiene dentro tutte sì – conta poco, anzi aiuta addirittura a far emergere la maestria di Franzen e, fino a un certo punto, a tenere a debita distanza il romanzesco, rendendo l’intreccio esemplare, universale, e facilitando il processo d’identificazione. Però è proprio in questi stessi paraggi che l’autore perde la sfida con il capolavoro. Perché va bene la medietas delle vite, ma un romanzo dovrebbe essere almeno un poco avvincente e qui, quasi a voler rifuggire ogni stratagemma che possa togliere grandezza al progetto, di materiale adatto alla bisogna ce n’è ben poco. Restano le interessanti sfumature del concetto di libertà incarnate dai vari personaggi – nei vincoli amorosi e familiari, nel lavoro e nell’impresa e persino nei rapporti internazionali, visto che una buona parte del libro si svolge durante Enduring Freedom, la seconda invasione dell’Iraq da parte di Bush –, tutte, tra l’altro, piuttosto distanti da quelle cui siamo abituati in Europa. Resta l’impareggiabile capacità di descrivere le dinamiche – i movimenti tettonici – delle relazioni personali. E resta la certezza di trovarsi di fronte all’opera di un grandissimo scrittore. Troppo poco? Solo per chi si aspetta – dopo tanto battage made in Usa – un capolavoro.

Libertà, Jonathan Franzen (Einaudi, 622 pp, 22 €)

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