Questa sera sarà all'insegna dell'"Antologia di Spoon River" di Edgard Lee Masters. Adoro questo libro, ma non sarà facile farlo amare. La poesia è la parte della letteratura che è più difficile diffondere. Fateci caso: tutti scrivono poesie, pochi si appassionano alla loro lettura. È una forma d'arte particolare, il poetare, che tutti possono provare a praticare, ma che solo pochi sanno realizzare in modo grandioso. Ed è su questa grandiosità che va focalizzata l'attenzione. È una scintilla. Nel caso di Masters, un'unica scintilla mai più ripetibile. Perché, se è vero che ha creato un'opera, che a cent'anni dalla sua genesi stupisce ancora, è altrettanto vero che non riuscì più a ripetersi in nessun'altra. Ci provò, più volte ci provò. Eppure non riuscì mai, nemmeno ad avvicinarsi a tale grandezza. Importa qualcosa questo? Se penso che nel periodo fascista queste poesie, pubblicate senza che il regime comprendesse di che si trattava, hanno animato quanti attendevano la libertà, non posso che commuovermi.
Lotta e poesia: un connubio che ad alcuni dei nostri nonni ha dato la forza per guardare oltre la difficoltà di quei tempi bui. Spoon River, aspettami!