Il masochismo o anche la curiosità mi spingono spesso a farmi del male, e cioè a leggere le opinioni dei sinistrosi. Un loro giudizio ricorrente (più che altro fomentato dalla stampa del fango), è quella del “Berlusconi puttaniere”. Per carità, potrebbe essere anche vero, ma è comunque un “puttaniere” votato dagli elettori. Monti (ma lui è solo l’esemplificazione attuale) probabilmente è un uomo tutto casa, chiesa e alta finanza, ma con un unico neo: non è votato da nessuno. Non ha ottenuto la fiducia di alcun elettore. È stato investito dall’alto, da un Presidente della Repubblica (Napolitano), a sua volta non eletto da nessuno, che si è scordato che l’Italia non è una Repubblica presidenziale.
Soprattutto però un giudizio che spesso ricorre nella stampa di sinistra e nelle opinioni dei sinistri con l’encefalogramma piatto è che siamo usciti da una sorta di ventennio fascista (perché è noto che il Berlusca era un “dittatore”, oltreché “puttaniere”). Ed è curioso il contesto in cui è avvenuto. Soprattutto sono curiose le modalità attraverso le quali l’espromissione del legittimo potere è avvenuto. Perché la storia ci insegna che se una “dittatura” viene abbattuta con un’imposizione dall’alto (e per “alto” intendo le varie lobbies politico-finanziarie), allora il sospetto è che la “dittatura” abbattuta non sia stata davvero tale, e che è piuttosto dittatura quella che pretende di sostituirsi a quella precedente additata come regime. Cioè, seguitemi: è paradossale che si festeggi oggi la fine di una sorta di dittatura, non in conseguenza di libere elezioni, non con una rivoluzione del popolo, quanto con un’imposizione di lobbies e poteri finanziari, di partiti che non hanno vinto elezioni, o addirittura con la complicità di tutti questi soggetti.
Dico questo: il cittadino di sinistra fondamentalmente ama i fascismi. Inconsapevolmente li desidera. Perché se da una parte ciò gli dà il pretesto di sfuggire alle proprie responsabilità politiche, dall’altra gli fornisce un nemico da combattere. Eccolo dunque gioire davanti a una realtà che vilipende la sua libertà. Eccolo dunque esultare se un Presidente del Consiglio legittimamente eletto in libere elezioni “cade” in favore di un Presidente del Consiglio imposto dai poteri forti, dalle lobbies finanziarie e dagli eurocrati. In tutto questo vede il ritorno della democrazia (!), ed è paradossale, quasi assurdo. Chi ci guarda dall’estero e ha un minimo concetto di libertà e democrazia, ci prenderà probabilmente per idioti patentati. Lasciare che il nostro governo, legittimamente eletto, venga sostituito da un governo imposto da lobbies, banchieri, eurocrati, burocrati, speculatori e via dicendo, è indubbiamente sintomo di una forte carenza di cultura democratica. Per questo penserà che siamo un popolo di masochisti o di matti se permettiamo che il nostro voto venga bruciato, svilito, vilipeso e gettato alle ortiche con la scusa della crisi finanziaria.
Tornando comunque al dato attuale, qualcuno ora potrà dirmi: ma anche il PDL, il partito di maggioranza relativa, alla fine ha deciso di sostenere Monti. Certo, dico io, quando il contesto è quello del “prendere o lasciare”, difficilmente le scelte possono essere diverse. La maggioranza è stata messa all’angolo, come in un vero e proprio golpe. Senza vie d’uscita democratiche, ha dovuto cedere il potere conquistato in libere elezioni. Berlusconi, del resto, ha fatto una mossa saggia e stupida allo stesso tempo. Ha fatto una mossa saggia quando ha capito che l’insistenza avrebbe portato il PDL verso la frantumazione. E ha fatto una mossa stupida quando non ha chiesto consultazioni elettorali subito. Ma allo stesso tempo, le mosse stupide possono, alla lunga, rivelarsi intelligenti, così come quelle sagge possono rivelarsi stupide. Così è chiaro che prendere tempo per riorganizzare il partito e recuperare consensi è una strategia che potrebbe rivelarsi alla lunga lungimirante, mentre consegnare il paese a un manipolo di burocrati potrebbe invece rivelarsi nel tempo una decisione pericolosamente stupida.
In ogni caso, mi domando che hanno da festeggiare i dementi delle piazze. Se è vero che Palazzo Chigi è finito in mano ai tecnici, è anche vero che il Parlamento è ancora saldamente in mano al centrodestra. E siccome – come spesso ci insegnano i loro mentori del fango – non siamo in una Repubblica presidenziale, ma in una Repubblica parlamentare, il Parlamento è ancora il centro del potere. Conseguentemente il Governo Monti, come tutti i governi di questa Repubblica, è soggetto alla fiducia parlamentare. Non è perciò un po’ troppo presto per cantare vittoria? E poi quale vittoria? La vittoria delle lobbies sulla politica? Strano modo di intendere la libertà e la democrazia. Soprattutto strano uso quello di festeggiare il cuoco senza sapere che ricette ha in serbo per noi…
di Martino © 2011 Il Jester