Una guerra civile terribile quella in Libia, un tiranno che non vuole mollare, tanta sofferenza e morti ingiuste e i "media" che danno notizie con il contagocce.
Questo è quanto da parecchi giorni a questa parte si evince.
Ora parrebbe che le forze dei ribelli armati contro il regime di Gheddafi ,tra poche ore ,stiano finalmente per avere la meglio e sferrare la battaglia finale decisiva, che dovrebbe mettere in ginocchio per sempre il colonnello e i suoi sostenitori.
Si sta, infatti, combattendo senza risparmio di uomini e munizioni ,a Garayan, a circa 80 chilometri da Tripoli.
Intanto la scoperta della fossa comune a Tawarga, nei pressi di Misurata, città martire di questa terribile guerra, tra Tripoli e Sirte, ci svela la presenza di ben 150 cadaveri di civili.
Uomini e donne, sottratti contro la loro volontà dalle case e dai luoghi di lavoro, dagli sgherri del colonnello e privati della vita.
Vittime inermi come tutte le altre, e sono davvero tantissime, uccise senza pietà solo perché non conformi, nel loro pensare ed agire, ai dictat di un sistema politico assurdo e sopratutto efferato allo stremo nelle sue strategie politiche e sociali.
Adesso, augurandosi molto presto la fine di questa purulenta carneficina,una vera guerra a"bassa intensità", quando si conteranno i morti e i feriti,si spera che il tribunale internazionale de L'Aja , e non solo, faccia presto e bene il suo dovere e si pronunci per una severissima condanna nei confronti del rais.
Possibilmente senza sconti.
Perché lui, Gheddafi, sconti alla sua gente non è mai fatto.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)