Dopo aver spento internet e boicottato la telefonia mobile (le reti ogni tanto si rivitalizzano e vanno a singhiozzo, perché servono anche al regime), Gheddafi prende di mira i telefoni satellitari. La compagnia araba Thuraya dice che c’è un disturbo deliberato da parte della Libia. E’ cominciato il 17 febbraio e continua oggi, “anche se grazie ai nostri dispositivi - dice l’amministratore della compagnia, Samer Halawi – siamo riusciti a ridurre gli effetti del sabotaggio. Adesso siamo in grado di coprire il 70 per cento del territorio”. Intanto migliaia di Davide continuano a sfidare Golia.
Hassan Al Djhami
“Un ragazzo con il computer sfida Golia”, ha detto ieri sera Michele Santoro ad AnnoZero per lanciare l’intervista di Eva Giovannini a Hassan Al Djhami, autore della pagina Facebook ”17 Febbraio – il giorno della collera”. La pagina e in arabo, ma ci si può aiutare con il traduttore automatico di Google. Il risultato è maccheronico, comunque si comprende il senso dei post e dei commenti e, soprattutto, ci sono video a centinaia.
L’intervista, per chi se la fosse persa, è qui:
Hassan Al Djhami è uno dei tanti eroi normali della rivolta popolare libica. Lui vive in Svizzera, ma il suo lavoro è preziosissimo, perché la pagina Facebook (86438 “mi piace”) è diventata un approdo irrinunciabile per quanti vogliono essere informati su cosa sta accadendo lì. Informazioni da incrociare con quelle che, finalmente, arrivano dagli inviati di giornali e televisioni di tutto il mondo che sono riusciti a entrare nel paese.
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Hassan Al Djhami è uno dei tanti cyberattivisti che ha sempre mantenuto un filo diretto con la Libia, insieme con Mibazaar, Arasmus, gli animatori di feb17voices e tanti altri.
Nessuno vuole enfatizzare il ruolo della rete nelle rivolte popolari nordafricane, ma avrebbero avuto gli stessi esiti, senza internet?