Libreschi pensieri – 6

Creato il 18 aprile 2012 da Topolinamarta
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Non scrivere mai un romanzo dalla prospettiva di un buco della serratura!
Le parole straniere si chiamano così perché sono estranee alla maggioranza dei lettori!
Non cacciare in una frase più parole di quelle che occorrono.
Se il punto è un muro, i due punti sono una porta.
L’aggettivo è il nemico naturale del sostantivo.
Se scrivi in stato di ubriachezza, rileggi il testo da sobrio prima di farlo stampare.
Usa l’argento vivo per scrivere, perché garantisce la fluidità del discorso.
Le note a piè di pagina sono come i libri sullo scaffale inferiore d’una libreria: non li guarda nessuno perché bisogna piegarsi.
In un’unica frase non dovrebbero mai comparire, simili a formiche, più di un milione di puntini, a meno che la frase non sia compresa in un trattato scientifico sulle formiche.
I sonetti figurano al meglio se scritti a mano su carta, le novelle invece su pergamena.
Dopo ogni tre frasi tira bene il fiato.
Le storie dell’orrore si scrivono meglio con una spugna fredda appoggiata sulla nuca.
Se una delle tue frasi ti ricorda la proboscide di un elefante in procinto di raccattare una nocciolina, allora ripensaci.
Rubare a uno scrittore è furto, rubare a tanti scrittori è ricerca.
I grossi libri sono grossi perché il loro autore non si è preso la briga di essere sintetico.