1. diritto ad usufruire di un servizio di orientamento
2. diritto alla scelta fra opzioni alternative ed equivalenti
3. diritto a veder riconosciuto il proprio bagaglio
4. diritto alla continuità formativa
5. diritto alla reversibilità delle scelte.
Si tratta degli stessi diritti espressi dall’Unione europea, espressi in modo esemplare nel Libro bianco dal titolo “Insegnare ad apprendere – verso la società cognitiva” dove si afferma che, di fronte alla crescente importanza dell’informazione, della mondializzazione e dei saperi tecnico-scientifici, è necessario intervenire sulla formazione per offrire ai cittadini condizioni adeguate di cittadinanza sociale.
Tre sono le conseguenze di tale impostazione:
1. definizione di un legame stretto tra cultura e professionalità;
2. affermazione della centralità della persona che viene posta in condizione di delineare il proprio percorso di istruzione-formazione secondo un progetto che prevede diverse alternative e che dunque aumenta l’ambito dei diritti personali;
3. inserimento nell’ordinamento italiano del principio pluralistico e quindi dell’equivalenza e pari dignità del sistema di formazione professionale rispetto al sistema scolastico.
La nuova formazione iniziale pone al centro della propria attività il benessere della persona; per questo si è ritenuto di offrire loro il meglio della metodologia dell’istruzione e della formazione professionale, affinché possano essere adeguatamente accompagnati nella strada che intendono percorrere verso la piena realizzazione.
In questo quadro, è possibile parlare a pieno titolo di sistema formativo integrato solo se attribuiamo a questa espressione non già un valore assoluto bensì il significato di un sforzo teso a realizzare le occasioni per porre effettivamente l’allievo al centro delle diverse offerte formative possibili.
Ciò significa – tra l’altro – rifuggire disegni di sistema universalistico ed automatico di corrispondenza tra apprendimenti variamente acquisiti, e preferire piuttosto una prospettiva di “razionalità limitata” che concepisce il credito come un dispositivo circoscritto, contestuale e convenzionale tra gli attori che – in forma reciproca – lo sottoscrivono e lo fanno proprio.
In questo senso il libretto formativo rappresenta lo strumento chiave di questa logica di cooperazione tra i diversi organismi che intervengono nell’ambito degli obblighi (di istruzione e di formazione). Esso consente di definire legami centrati non già su prospettive istituzionali bensì sul contributo al benessere della persona-utente. Ciò viene rappresentato tramite un percorso centrato sul progetto personale che in un primo tempo viene sollecitato, e successivamente evolve tramite le risorse offerte (scuola, formazione, lavoro…) fino anche a prevedere revisioni e cambiamenti.
VALORIZZARE LO STUDENTE E IL SUO PROGETTO DI VITA
IL COMPAGNO DI STRADA DEGLI STUDENTI: un nuovo strumento informativo che documenta le competenze acquisite nel percorso scolastico
Questo strumento volto a sottolineare caratteristiche che esulano dal normale ambito di giudizio scolastico, accompagnerà gli studenti lungo tutto il percorso formativo e lavorativo e contribuirà a migliorane l’orientamento sulla scorta di informazioni che integrino e qualifichino il loro profilo.
UN DOCUMENTO D’IDENTITA’ IN DIVENIRE
Al sistema dell’istruzione e a quello della formazione professionale sono affidate nuove responsabilità in ordine alla predisposizione di percorsi individualizzati, al fine di garantire il successo formativo di tutti i soggetti in apprendimento.
* da compilare in caso di interruzione del percorso
Una grande opportunità viene, pertanto, offerta agli allievi: consentire ad ognuno di loro di realizzare percorsi di apprendimento mirati alla costruzione dell’identità singola di tutti i soggetti. L’apprendimento tiene in considerazione le diversità dei soggetti, la diversità di genere, di etnia, di cultura, di lingua, di provenienza sociale.
* In caso di non completamento del percorso formativo vanno dichiarate le competenze acquisite
al momento dell’uscita.
*** 1 esecutivo
2 autonomia
3 padronanza
In virtù dell’introduzione del libretto formativo, il curriculum scolastico non sarà più uno strumento omologante, uguale per tutti. Ogni soggetto ha diritto ad un percorso formativo che consideri i traguardi che si intendono raggiungere, a partire dalle competenze e dalle potenzialità individuali. In questo contesto di riforma organizzativa e di pensiero il libretto formativo trova il giusto terreno di applicazione e sviluppo.
I docenti di ciascun consiglio di classe dovranno verificare l’acquisizione da parte dell’allievo di abilità spendibili nel mondo del lavoro e riferibili alla realtà quotidiana. Si tratta di importanti aspetti che mirano alla valorizzazione della persona e del suo progetto di vita, e che travalicano la semplice esperienza e validità scolastica. Verranno indicate soltanto le competenze effettivamente acquisite e saranno poste in relazione all’età dello studente. Il libretto avrà una spiccata valenza orientativa, perché consentirà ai giovani di compiere scelte coerenti con le proprie capacità, di trasferirsi da un istituto all’altro o dalla formazione professionale all’istruzione con il sistema dei crediti, di inserirsi nel mondo del lavoro attraverso un periodo di apprendistato.
A chi si rivolge
Si tratta di uno documento che si rivolge prevalentemente ai giovani in obbligo formativo, ma presenta una struttura e un’articolazione dei diversi campi in grado di consentirne l’uso
anche da parte di coloro che si collocano all’interno di percorsi di formazione superiore e/o
di formazione continua.
Chi lo deve utilizzare e quando
E’ compito dell’organismo in cui si svolgono le attività e dello studente gestire il libretto.
Alcuni soggetti in particolare (consiglio di classe, figura obiettivo, tutor, coordinatore, segreteria didattica…) dovranno utilizzare lo strumento per la sezione di propria competenza (per es. la figura obiettivo per quanto riguarda l’orientamento), mentre la compilazione intesa come imputazione dei dati può anche essere a cura dello studente. Il documento è ad uso dell’equipe didattica che può decidere liberamente quando utilizzarlo, anche:
➨ al termine del percorso formativo;
➨ in caso di uscita anticipata;
➨ in tutti i casi di progetto passerella;
➨ in caso di richiesta da parte dell’allievo e/o della famiglia per documentare le attività svolte (per es. come credito spendibile nei confronti di un datore di lavoro per brevi esperienze professionali da svolgersi nel corso dell’anno o per l’iscrizione a un corso serale…)
I punti A, B, C, riguardano la ricostruzione delle esperienze di orientamento, formazione, lavoro che l’allievo ha già svolto in passato o sta svolgendo al momento della compilazione del libretto. Il punto D riguarda, invece, la definizione del progetto formativo dell’allievo, l’identificazione della tipologia di corso, dei contenuti e delle competenze acquisite all’interno del percorso formativo e di tutte le eventuali modifiche che possono intervenire.
Alcuni esempi di attività di orientamento:
! colloquio individuale
! moduli di orientamento alla scelta del percorso formativo/lavorativo;
! incontri con testimoni privilegiati (ex studenti, datori di lavoro, rappresentanti di
associazioni di categoria, esperti di mercato del lavoro, operatori dei Centri per
l’impiego e degli Informagiovani);
! visite esterne (aziende, fiere di settore…);
! stage orientativo;
! scuola aperta (iniziative di informazione e conoscenza dell’offerta formativa dell’Ente ai
ragazzi e alle famiglie);
! attività di raccordo con le scuole medie inferiori;
Si tratta di accompagnare e assistere l’allievo nella definizione di un percorso di crescita e
maturazione personale, culturale e professionale, distinguendo tra percorso scolastico, di
formazione professionale o di alternanza (apprendistato).
Livelli di classificazione europea delle professioni:
- livello 1 Attività che permette principalmente l’esecuzione di un lavoro relativamente semplice, con conoscenze e capacità pratiche molto limitate
- livello 2 Attività che prevede l’utilizzo di strumenti e tecniche, consistente in un lavoro esecutivo, che può essere autonomo nei limiti delle tecniche ad esso inerenti
- livello 3 Lavoro tecnico, che può comportare gradi di autonomia e responsabilità rispetto ad attività di programmazione o coordinamento
- livello 4 Attività professionale con rilevanti competenze tecnico/scientifiche e/o livelli significativi di responsabilità e autonomia nelle attività di programmazione, amministrazione e gestione
- livello 5 Attività professionale che prevede la padronanza dei fondamenti scientifici della professione e di tecniche complesse nell’ambito di una varietà di contesti ampia e spesso non prevedibile. Si tratta di un’attività professionale che comporta una larga autonomia e frequentemente una significativa responsabilità rispetto al lavoro svolto da altri e alla distribuzione di risorse significative, così come la responsabilità personale per attività di analisi, diagnosi, progettazione e valutazione.
Le competenze in uscita vanno declinate dalla programmazione didattica dell’Ente, se questa non è articolata in UF o moduli occorrerà fare uno sforzo ulteriore di traduzione di quanto appreso in competenze finali. In nessun caso andranno indicate le conoscenze (queste si possono dedurre dal curricolo). » bene anche specificare le modalità di acquisizione, ossia il percorso attraverso il quale l’allievo ha sviluppato quella specifica competenza, meglio ancora se con l’indicazione dei pesi percentuali (per es. lezione, laboratorio, stage, simulazioni, tipo di esercitazioni…).
Per quanto riguarda i livelli di padronanza delle competenze apprese se ne indicano tre che vanno da un livello soglia a un livello di eccellenza, in nessun caso andranno indicati livelli negativi.
REVISIONI DEL PROGETTO PERSONALE
Ogni persona può modificare in qualsiasi punto il proprio percorso personale. In tal caso, è bene che vi sia un nuovo intervento orientativo che verifica le motivazioni ed accompagna al nuovo percorso.
La prima revisione del progetto riguarda l’eventuale richiesta di passaggio ad altri indirizzi o tipologie di corsi. Se si tratta di una passerella è opportuno specificare (o eventualmente
anche allegare) il tipo di documenti che sanciscono l’accordo e il progetto passerella, ossia le attività formative di raccordo previste per il passaggio nell’anno corrente o per l’iscrizione nell’anno successivo all’Ente di destinazione.
Si tratta di evidenziare all’interno del percorso svolto la formazione di aspetti rilevanti per la maturazione personale, sociale e professionale. Tali capacità sono riferite alla persona e sono rilevabili dal progetto formativo.
Più che certificate, le capacità personali vanno dichiarate in uscita dal percorso, senza specificare alcun livello di padronanza. Inoltre nell’apposito campo andranno riportati solo i descrittori che il consiglio di classe giudica realmente posseduti. Si presenta di seguito una griglia esemplificativa di tali capacità:
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