La vocazione del Caffè Letterario di Lugo – come suona il suo nome – è di mettere in scena libri, autori, pensieri. Una vocazione che sorge in una città di provincia che, come tante in Italia, a tutta prima non sembra possedere una solida inclinazione alla letteratura. Errore: la provincia italiana ha sempre sfornato poeti e lettori, ovverosia umanisti che hanno lavorato per il bene della parola, anche solo collezionando – semmai accanitamente – carta stampata. Se uno dei tanti autori invitati al Caffè Letterario si fermasse a Lugo per un paio di giorni, e decidesse di curiosare nei cataloghi della Biblioteca Comunale “Trisi”, s’imbatterebbe in una sorpresa: la storia di un uomo che ha collezionato migliaia di volumi, ottimo esempio di quel che riesce a combinare un dilettante, se ci si mette. Uno dei fondi più ricchi della “Trisi” è infatti quello di Pietro Cavallini, gentiluomo locale classe 1891. Straordinaria figura di collezionista e lettore poliedrico, Cavallini visse appartato nel palazzo di famiglia e si dedicò all’irrefrenabile passione di accumulare libri. Dotato di una curiosità ad ampio raggio, raccolse volumi spazianti tra le discipline che contano: letteratura, storia, filosofia, economia, scienze.
La vocazione del Caffè Letterario di Lugo – come suona il suo nome – è di mettere in scena libri, autori, pensieri. Una vocazione che sorge in una città di provincia che, come tante in Italia, a tutta prima non sembra possedere una solida inclinazione alla letteratura. Errore: la provincia italiana ha sempre sfornato poeti e lettori, ovverosia umanisti che hanno lavorato per il bene della parola, anche solo collezionando – semmai accanitamente – carta stampata. Se uno dei tanti autori invitati al Caffè Letterario si fermasse a Lugo per un paio di giorni, e decidesse di curiosare nei cataloghi della Biblioteca Comunale “Trisi”, s’imbatterebbe in una sorpresa: la storia di un uomo che ha collezionato migliaia di volumi, ottimo esempio di quel che riesce a combinare un dilettante, se ci si mette. Uno dei fondi più ricchi della “Trisi” è infatti quello di Pietro Cavallini, gentiluomo locale classe 1891. Straordinaria figura di collezionista e lettore poliedrico, Cavallini visse appartato nel palazzo di famiglia e si dedicò all’irrefrenabile passione di accumulare libri. Dotato di una curiosità ad ampio raggio, raccolse volumi spazianti tra le discipline che contano: letteratura, storia, filosofia, economia, scienze.
Potrebbero interessarti anche :