«Quanti libri non sono che prefazioni dalla prima all’ultima pagina? Quanti che abbiamo pur letto come se fossero opere, e in cui, come se fossero dimore abbiamo lasciato abitare a lungo la nostra mente, non sono invece altro che una soglia? Ora me ne accorgo. E non me ne rammarico, accorgendomene, di essere caduto in una specie di inganno. Non intendo dire che siano libri ingannevoli. Piuttosto mi rallegro di avere, da essi, una prova che il nostro spirito è meno pesante di quello che pensiamo: capace non di pretendere, per suo luogo di soggiorno, una casa vera e propria, e di posare il suo capo, come un vagabondo, contro uno stipite, contro uno scalino».
Elio Vittorini,
Prefazione al Garofano rosso,
Mondadori 1948