Non l'ho ancora letto, Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthoud e Susan Elderkin però mi piace già di per stesso. Con le sue pagine abbondanti che mi rassicurano sulla varietà dei rimedi e persino con il bordo azzurrino della carta che fa pendant con il blu Sellerio e mi ammicca come le vecchie confezioni di pastiglie per la gola che si trovavano in farmacia.
Non ho ancora letto - solo qualche pagina dell'introduzione - nemmeno Atlante delle isole remote di Judith Schalansky che la Bompiani propone in un formato piuttosto grande, che ricorda quello di alcuni manuali di altri tempi. Anche in questo caso è già un piacere immenso sfogliare, sentire la carta spessa sotto i polpastrelli (e che a distanza di qualche settimana dall'acquisto odora ancora di carta). Aprire a caso, cogliere in alto a destra il nome di una delle cinquanta isole in cui l'autrice non è mai stata e mai andrà, solo che si sa, gli atlanti, anche gli atlanti fantastici, servono proprio per viaggiare, poco importa se si rimanga seduti in poltrona. Quindi puntare l'indice sulla pagina e lasciarlo scorrere fino alla cartina sulla destra, seguire la linea di costa, sfiorare magari il celestino che la circonda, l'immensità del mare. Più o meno lo stesso colore scelto dalla Sellerio per il bordo dell'altro libro.
Questo, penso, è un libro non da comodino, ma da salotto. Da tenere a portata di mano appena mi pionberà addosso la tentazione di un viaggio.
Due libri che mi sono entrati in casa con le ultime feste. Due libri che sono già una festa in quanto oggetti. Per quello che sono, nella loro fisicità. Mi sa che finché ci saranno libri così i cultori dell'ebook e del tablet a ogni costo non l'avranno vinta.