LIBRI : David Foster Wallace, Brevi Interviste Con Uomini Schifosi
Creato il 19 gennaio 2010 da BrunerSpina dorsale del libro sono le interviste a strani individui tutti affetti da preoccupanti perversioni degli istinti sessuali. Nelle brevi interviste, nelle quali vengono riportate soltanto le risposte, le domande dell'intervistatrice sono un continuo omissis, chiedendo così uno sforzo comunicativo al ricettore, invitato a ricostruirle. Ma le domande, in sostanza, non contano. In apparenza astrusi e paradossali, questi frammenti di lingua parlata (a volte sembrano delle bobine trascritte) rivelano piano piano una normalità paralizzante. Tutto è assurdo ma nello stesso tempo realistico. Tutto è possibile. Il tono cinico e sferzante che a momenti sprofonda in un surrealismo grottesco è la risultante di un processo di certosina vivisezione della realtà, masticata e poi sputata in faccia al lettore in tutte le sue più inquietanti forme. Quelle di cui nessuno vorrebbe mai sentir parlare, salvo poi restare incollato alla tivvù, in nome di un voyeurismo che ha superato ormai ogni soglia di decenza, quando un caso del genere oltrepassa i limiti del privato e assurge all'altare della cronaca. Ci si imbatte così in una sequenza di piccoli mostri quotidiani: dal sostenitore del partito democratico americano, che all'acme dell'orgasmo urla slogan di incitamento verso la sua fazione politica, al focomelico Johnny Moncherino, che col suo braccio sottosviluppato adesca, impietosendole, un consistente numero di donne per poi portarle a letto. O l'uomo di servizio nelle latrine di lusso, impassibile come una statua di marmo, che distribuisce asciugamani puliti a ricchi che defecano ed emettono i flati e le puzze più infestanti solo in cambio di qualche spicciolo. O ancora il tizio che fa leva sui punti deboli e sui traumi d'amore di una ragazza per sedurla, farci del sesso e mollarla. O l'altro che vuole convincere la sua donna che quello che le fa di tanto male non vorrebbe farlo. Wallace scruta dal buco della serratura nella stanza degli orrori ma senza urlare allo scandalo. Sa bene che questa è la brutale normalità. Ma non è soltanto questo il materiale di "Brevi Interviste". Alcuni degli episodi inclusi sono tra i migliori suoi scritti. Il salto dal trampolino di una piscina comunale diventa metafora del lancio nel vuoto e delle scelte che si parano davanti ad un tredicenne che entra nella difficile fase della pubertà, con una scena descritta con un tono poetico ma mai ampolloso che si muove lenta, come una moviola emotiva ricca di dettagli (Per Sempre Lassù). C'è il bellissimo Sul Letto di Morte..., ultima dichiarazione, sul suo capezzale, di un padre che ha sempre odiato il figlio, eterno rivale nella vita. C'è il geniale Ottetto, in cui i meccanismi della metafinzione vengono rivelati con gli schemi di costruzione di un microracconto o costruendone alcuni (i cui paragrafi vengono chiamati Quiz a Sorpresa) in cui i protagonisti sono la coppia X e Y, due amici alla deriva. L'onirico Chiesa Fatta Senza Le Mani che sfuma i contorni della realtà catapultandoci in una dimensione tortuosa dai piani che sfalsano. O il lapidario Una Storia Ridotta All'Osso della Vita Postindustriale, istantanea di un incontro tra un uomo ed una donna racchiuso in otto righe e mezzo che, rielaborando il minimalismo del primo Raymond Carver, ci lancia davanti gli occhi ad una velocità paurosa tutta l'assenza di sentimento che impera in gran parte dei rapporti sociali. Spigoloso ed al limite del sopportabile è La Persona Depressa, racconto che ruota intorno ad una giovane depressa che assilla ogni persona che la circonda raccontandole le sue sfighe ed i suoi sbalzi d'umore, talmente egoista e disinteressata ai sentimenti altrui che induce la sua psicanalista a suicidarsi. Se la storia, nel suo complesso, si rivela addirittura geniale, lo stile e la struttura che la informano rende la lettura abbastanza difficoltosa: ridondanze a mai finire, lunghissime note che sono racconti nel racconto (avvalendosi così di una tecnica cara a Borges, ad esempio, quella della “moltiplicazione interna del racconto”) che, se da un punto di vista tecnico-stilistico sono una vera leccornia, dall'altro, per chi non è interessato ai dettagli tecnici ma è solo in cerca di "una storia", rendono il tutto estremamente cervellotico, quasi spossante. Di sicuro un'anticipazione di quello che sarà il materiale che verrà incluso 5 anni più tardi in “Oblio”, raccolta di romanzi brevi in cui lo stile di Wallace diventa un vero e proprio labirinto in cui il rischio di perdersi è costantemente dietro l'angolo. Wallace crea marionette incarnanti perversioni e aberrazioni che altro non sono che proiezioni, in microscala, delle nevrosi di massa che innervano la società postindustriale tutta. La sua è una prosa geniale che mescola senza soluzione di continuità registri alti e forbiti (con una padronanza dei linguaggi settoriali a dir poco spaventosa) ad altri più bassi e colloquiali che lambiscono il volgare. Tutto costruito con una maestria davvero rara. “Brevi Interviste...” è un libro ostico, a tratti difficile da seguire, basta deconcentrarsi per poche parole e si rischia di perdere il bandolo della matassa. E così è per quasi tutta la produzione dello scomparso scrittore americano. Per chi non avesse ancora confidenza con lo stile del Nostro, il consiglio è quello di cominciare con “La Ragazza dai Capelli Strani” nell'elegante edizione di Minimum Fax, la sua prima raccolta di racconti uscita nel 1989, quando ancora quel nodo alla gola che gli ha fermato per sempre il respiro era abbastanza lontano ma, probabilmente, già annunciato.
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