Libri e Papi

Creato il 12 febbraio 2013 da Marcodallavalle


Cos’hanno in comune le dimissioni di Benedetto XVI° e i libri? Fin da quando mi sono stati dati i primi rudimenti di Storia, sono stato affascinato dalla figura dei pontefici. A catechismo opponevo, agli insegnamenti di altruismo e bontà, ciò che sapevo. E chiedevo: perché i papi nella Storia hanno sempre fatto politica? Per quale motivo insistere con il celibato se i papi, soprattutto nel rinascimento, erano dediti al sesso? Non lo facevo con sfacciataggine, ma con ingenuità che non teneva conto del minimo buon senso, e per questo l’ira di chi mi stava di fronte montava all’inverosimile. Non mi venivano date risposte soddisfacenti e quindi cercavo spiegazioni nei libri. Ricordo bene Vicari di Cristo di Peter De Rosa. Lo ricordo non solo per il fatto che mi ha dato le nozioni necessarie per conoscere i principali papi da Pietro a Giovanni Paolo II. Il fatto è che era un libro che ho prestato e che non mi è più stato restituito, delitto imperdonabile per qualsiasi lettore. Non dimentico neppure la splendida opera di Maria Bellonci, Rinascimento Privato, opera meravigliosa che accanto alla descrizione di Isabella Gonzaga (scritto in prima persona come se fosse lei stessa la narratrice) parla dei rapporti diplomatici con Alessandro VI e Giulio II con una maestria unica. Però anche un bel romanzo di fantasia mi ha dato tanto. Mi riferisco a Il complotto della Cappella Sistina dell’esperto di Storia, Philipp Vandemberg, intrigante libro che ha come filo conduttore delle scritte comparse nella Cappella Sistina durante dei restauri.
Cos’hanno in comune le dimissioni di Benedetto XVI° e i libri? In futuro l’importanza e il fascino di questo evento storico qualche altro ragazzo lo troverà proprio lì, nei libri, dove tutto si crea e tutto si conserva.

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