Il libro si apre con questa annotazione "l'Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. E' un oceano, un pianeta a sè stante, un cosmo vario e ricchissimo. E' solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l'Africa non esiste". Partendo da questo condivisibile presupposto, Kapuscinski non pretende mai di raccontare pezzi di Africa o di elaborare tesi e pensieri, egli si limita a descrivere, con grande maestria, persone, luoghi ed episodi, che incontra o assiste nel suo percorso.
Un percorso accompagnato da una estrema capacità di osservare, cogliere particolari e fotografare scene di vita quotidiana, che hanno fatto di Kapuscinski una dei più grandi e raffinati conoscitori delle cose africane.
E' morto nel 2007, dopo aver dedicato la sua intera esistenza ad inviare reportages per conto dell'agenzia di stampa polacca PAP.
Ad un libro di Kapuscinski, Ancora un giorno, sull'indipendenza dell'Angola, ho dedicato la prima recensione di un libro su questo blog.
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