Com’è nata l’idea di aprire una libreria specializzata in cucina, qual è il percorso che l’ha portata qui?
Assieme a mio marito ho viaggiato molto per l’Europa, all’estero ci sono molte librerie come la mia: a Norimberga ad esempio c’è una bottega di vestiti per bambole. Oppure una libreria specifica solo di libri sul caffè. Mi piace l’idea di realtà fatte di centri specifici, premetto che l’articolare mi è sempre piaciuto. Amo la cucina e i libri e così ho unito le due cose. Anche in Italia ci sono librerie così specializzate: a Verona ce n’è una sui viaggi, a Milano sul caffè e sul cioccolato. Per il mio spazio ho studiato qualcosa che fosse sì libreria ma anche un esercizio commerciale. È anche vero che se non avessi altre entrate economiche non potrei tenerla aperta, è più un hobby il mio che dà davvero poche soddisfazioni economiche.
Prima della libreria non lavoravo. Mi sono sposata e ho scelto di fare la mamma a tempo pieno perché sentivo di non riuscire a dedicarmi alle mie figlie al massimo, unendolo con il mio lavoro di insegnante. Scelsi le figlie, ma sempre con l’idea che quando fossero cresciute avrei potuto scegliere la mia attività. Dopo la morte di mio marito tentai di lavorare in un asilo nido, ma forse non era più la mia strada. Credo che per questi mestieri debba esserci un momento magico, appropriato perché i bambini hanno diritto di avere tutta l’attenzione a tempo pieno.
Libri in tavola è un’associazione, quali tipi di attività organizzate?
‘Libri in tavola’ è sì un’associazione culturale. Organizziamo presentazioni di libri, degustazioni di marmellate ma siamo un gruppo e leggiamo ciclicamente un libro insieme. Leggiamo un libro e poi ci incontriamo dopo due mesi per condividere riflessioni, pensieri…. Una di noi ha il compito di preparare una nota biografica dell’autore per avere strumenti in più.
Ci sono utensili o libri particolari che si possono trovare solo qui? Quali sono i criteri di selezione dei libri per la sua libreria?
No, non ci sono utensili che si possono trovare esclusivamente qui, di solito faccio attenzione che non siano nel negozio immediatamente vicino. Ad esempio i tegami in terracotta Piral li ho portati io per prima a Modena. Per la cucina di solito scelgo libri particolari salutistici (ad esempio vegani o di Marco Bianchi), oppure libri con delle belle fotografie, oppure ancora libri spiritosi come quello di un’autrice toscana che dà suggerimenti alle donne sostenendo che tutte prima di sposarsi devono saper fare la torta di mele. Credo di avere un po’ di tutto, anche titoli più commerciali.
C’è però qualcosa che in effetti si può trovare solo qui: sono riuscita a creare, con la collaborazione di tutti naturalmente, l’atmosfera di ‘due chiacchiere in cucina con le amiche’.i miei clienti vengono non solo per l’acquisto, ma anche per un consiglio,per un saluto per due chiacchiere sulla qualità dei prodotti, sul cibo in genere, ma anche su questo strano mondo che non è poi così male, si sentono liberi di passare semplicemente. Sono loro stessi a dirmi che questa atmosfera non si trova quasi mai, ed io sono felice che qui l’abbiano trovata.
Quali sono i pro e i contro di avere una libreria così specializzata in una città come Modena?
All’inizio questa cosa mi aveva mandato molto in crisi, la gente non capiva cosa vendessi. Ormai ho questa attività da dieci anni e all’inizio non la gente non riusciva a inquadrarmi. Modena è una città molto diffidente. Ora hanno capito, mi fa piacere sentire dalla porta commenti come “ah no è una libreria”. Dal punto di vista di economico è senz’altro un contro, vai avanti perché la ami e hai un ritorno da parte dalla clientela ma non sostiene. Fra i diversi e tanti eventi che abbiamo organizzato c’è n’è uno in particolare che mi ha dato parecchie soddisfazioni e che ricordo con più piacere: ‘Cake: la cultura del dessert tra tradizione Araba e Occidente”organizzato con il Comune di Modena. È un lavoro che dà molte soddisfazioni, sei a contatto con persone vere. Gestendo un negozio così specifico viene dentro veramente chi ama la cucina.
Cosa dovrebbe spingere un cliente ad acquistare nel suo negozio piuttosto che in rete?
Ci sono diverse tipologie di clientela. Vengono qui da me soprattutto giovani di massimo quarant’anni con un grande interesse per la cucina e il mangiare bene. Questi giovani hanno uno spiccato gusto per il bello e spendono anche volentieri. I clienti più anziani sono differenti mentre i ragazzi più giovani amano una bella libreria anche dal punto di vista artistico, o il piacere di cucinare in un tegame che ti fa gustare meglio un piatto.
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