Ehilà gente! Dopo qualche settimana di silenzio, torna la rubrica delle letture itineranti miei e dei malcapitati che, in viaggio con me, sono stati spiati dalla sottoscritta.
In questo viaggio:
IO:
Questa settimana sono tornata giù dai miei in Puglia per qualche giorno. Rotolando verso Sud, non volevo viaggiare pesante e così ho deciso di leggermi un ebook sul mio amato iPad. Il risultato è stato proseguire con la saga 50 shades e leggere il secondo capitolo: Cinquanta sfumature di nero di E. L. James
Profondamente turbata dagli oscuri segreti del giovane e inquieto imprenditore Christian Grey, Anastasia Steele ha messo fine alla loro relazione e ha deciso di iniziare un nuovo lavoro in una casa editrice. Ma l'irresistibile attrazione per Grey domina ancora ogni suo pensiero e quando lui le propone di rivedersi, lei non riesce a dire di no. Pur di non perderla, Christian è disposto a ridefinire i termini del loro accordo e a svelarle qualcosa in più di sé, rendendo così il loro rapporto ancora più profondo e coinvolgente. Quando finalmente tutto sembra andare per il meglio, i fantasmi del passato si materializzano prepotentemente e Ana si trova a dover fare i conti con due donne che hanno avuto un ruolo importante nella vita di Christian. Di nuovo, il loro rapporto è minacciato e a questo punto Ana deve affrontare la decisione più importante della sua vita, e può prenderla soltanto lei...
Ho terminato la lettura ieri e devo dire che se era possibile che la saga andasse peggio, questa possibilità si è davvero realizzata. Più che un libro un’ignominia. E anche una noia…Questa volta non ci sono neanche quelle scenette pseudo-erotiche a movimentare la storia. Tutto si fa alla vaniglia salvo per un guizzo sadomaso alla fine. A me la vaniglia non è neanche mai piaciuta più di tanto…meno male che ora resta solo il terzo capitolo. Non mi giudicate troppo male; odio avere non iniziati in giro, ormai i tre ebook li ho, quindi tanto vale farla finita…
GLI ALTRI:
Nel viaggio che mi portava su a Torino più di un mese fa, sale sul treno con me una famiglia di lettori. Una vera rarità: ogni membro della famiglia leggeva qualcosa.
Il padre si stava gustando un giallo: L’uomo inquieto di H. Mankell.
Doveva essere un viaggio di piacere, da turisti in visita al capoluogo piemontese, perché la mamma, accanto a una guida e una mappa, sfogliava un libro intitolato L’altra Torino.
E se per una volta ci dimenticassimo del centro, facendo finta che sia qualcosa che esiste solo in virtù di altri centri? Proprio come i 24 quartieri che formano il corpo della città di Torino. L’altra, appunto. La guida muove i suoi passi partendo da questa piccola provocazione, condivisibile o meno che sia. Sicuramente diversa. Così come si presenta sempre diversa la città in ogni suo angolo, dal più periferico al più altisonante, comunque e ormai, nel bene o nel male, in continua evoluzione.
L’altra Torino è un progetto di avvicinamento e scoperta della città. Una guida che propone percorsi inediti in tutti i quartieri a esclusione del centro storico. I vari itinerari sono corredati da un ricco apparato fotografico e contengono mappe, indicazioni sulla durata e sui mezzi migliori per effettuarli, box con approfondimenti, digressioni storiche, artistiche e culturali, curiosità indicate dagli autori.
Il figlio invece leggeva un classico, uno dei miei preferiti: Gente di Dublino di James Joyce.
Quindici storie che segnano l'esordio narrativo di James Joyce e compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. In queste pagine Joyce ritrae oggettivamente il mondo della sua città natale, i pregi e i difetti della piccola borghesia dublinese, l'attaccamento alla tradizione cattolica, il sentimento nazionalistico, il decoro, la grettezza, le meschinità, i pregiudizi, osservati e descritti con mordente ironia e profondo senso poetico. Ogni storia, dove pare nulla succeda, rivela in realtà una complessità di sentimenti che smascherano, agli occhi e al cuore di Joyce, la vera anima di Dublino.
A Parigi vedo la gente che legge in Metro. Resto sempre piacevolmente sorpresa di quanto negli altri Paesi lo spostamento con i mezzi coincida spesso con la lettura. Non è una cosa che in Italia vedo spesso. Molti titoli in francese che non sono riuscita a decifrare e ve ne chiedo scusa, ma poi mi accorgo che un ragazzo legge un Sellerio, molto in tema con il tema di questa rubrica dato che si trattava di un memoriale di viaggio, di un grande scrittore italiano scomparso quest’anno: Notturno indiano di Antonio Tabucchi.
Si tratta di un resoconto di viaggio narrato in prima persona. Il narratore percorre l'India alla ricerca del suo amico Xavier. Attraverso varie tappe, si sviluppano gli incontri più disparati: a Bombay, con la prostituta Vimala Sar, con il medico dell'ospedale e con un devoto jainista in attesa del treno; a Madras, con una certa Margareth e con il direttore della Theosophical Society; sulla strada per Mangalore, con un mostruoso Arhant e suo fratello; a Goa, con il fantasma del viceré delle Indie, con Padre Pimentel, con il postino Tommy, con degli impiegati d'albergo ed infine con la fotografa Christine.
Infine quest’ultima discesa in treno mi ha visto sbirciare un libro uscito da poco che mi incuriosisce molto, essendo di uno dei miei scrittori preferiti: Di tutte le ricchezze di Stefano Benni.
E con questo è tutto. Voi avete sbirciato qualche titolo viaggiatore?
Al prossimo viaggio!
Foglie sulla neve #5
Il mio telefonino fa le bizze da un po’. A volte si impalla, si spegne, il software amorcito ingegnere lo ha pure aggiornato ma continua a far casino. Da un paio di settimane mi nasconde anche gli sms. Mi arrivano ma io non so nulla fino a quando non vado nella cartella messaggi. Non fa più trilli né appare l’icona che indica solitamente la presenza di qualche sms. Così leggo tutto in ritardo. Un nervoso che non vi dico. Ma mi rassegno, non posso cambiarlo al momento e per quel poco che lo uso per il momento posso sopportare.
In questi ultime settimane, sarà il cambio di stagione o che ne so, i miei capelli sono ingestibili. Si sporcano subito, cosa mai successa, e mi paiono secchi, i ricci non sono morbidi né lucenti. Una tragedia, insomma.
Soffro anche un po’ di insonnia da qualche tempo. Troppi pensieri o assenza di essi, il tempo, la congiunzione astrale di paolo fox, vallo a capire. Ma dormo poco. Ho sempre dormito poco e di solito vado a letto tardissimo, ma adesso dormo anche male e molto meno.
In poche parole, sono un disastro.
Forse è vero che non c’è aria migliore che quella di casa. Durerà poco, so che a breve mia mamma mi farà rizzare i capelli per il nervosismo di troppa convivenza e non vedrò l’ora di tornare su, ma per il momento sono tranquilla. E mi godo finalmente il bip del mio cellulare…