Libri: L’ora di pietra

Creato il 30 luglio 2011 da Maurizio Lorenzi

La trama. Immacolata è una ragazzina di tredici anni che, un brutto giorno non per sua scelta, viene portata in fretta e furia dal paese in cui vive alle porte di Napoli in una cittadina del nord a casa di una lontana parente. La decisione presa dal fratello Salvatore è dovuta al fatto che Imma per difendersi da un tentato stupro da parte di Enzino il figlio minore di Don Raffaele, Boss del paese, lo colpisce ripetutamente alla testa con una pietra e credendolo morto fugge via e una volta a casa racconta quello che è successo prima al fratello e poi a nonna Assunta.

Non è più possibile per lei rimanere in paese; i famigliari temono per la sua vita e per le loro. Don Raffaele, i suoi figli e i suoi scagnozzi sono “malacarne”; non ci vuole niente per morire sparati.

Enzino solo due anni prima ha tentato di stuprare e poi ucciso un’altra ragazzina del paese, la bella Marika, e lei Imma, allora undicenne, è stata l’unica e involontaria testimone del fattaccio. Ma allora la paura ha avuto il sopravvento. Il senso di colpa per non essere uscita dal suo nascondiglio per aiutare Marika e il silenzio che si impone anche con la nonna, alla quale è molto legata, la fanno cadere in un periodo di mutismo così che tutti la credono malata. Per Imma non parlare non è una malattia. E’ la sua reazione alle cose brutte che le sconvolgono la vita come quando, a soli cinque anni, vede sua mamma morire, travolta e scaraventata in aria come un fantoccio da un fuoristrada che attraversa il paese a forte velocità. Alla guida uno scagnozzo di Don Raffaele o del figlio Ciro.

Una madre, Melina, che nemmeno sedicenne si ritrova incinta e a tutti i costi sposa il padre della creatura che porta in grembo per poi pentirsene dopo pochi mesi. La verità sul marito che frequenta altre donne, quella che tutti in paese conoscono, e che lei dapprima intuisce e cerca di negarsi e poi le viene confermata dallo stesso, diventa un macigno che la opprime le toglie il sonno e la rende apatica nei confronti di tutto e di tutti tranne che della piccola Imma sulla quale riversa tutto il suo amore.

Del padre la ragazzina ha un vago ricordo. Ora vive con un’altra donna all’estero e le manda dei soldi per il suo compleanno e un coniglietto di cioccolato per Pasqua. Non le ha mai chiesto di andare da lui, non è più tornato al paese dopo la morte della moglie. I nonni fanno tutto il possibile per lei ma in certi momenti nonna Assunta non riesce a capirla proprio come succedeva con Melina. Imma come sua mamma preferisce stare da sola, l’unica compagnia è quella del suo cane con il quale fa lunghe passeggiate. Ama la marina, il profumo della terra e il sole che scalda. Ora che è lontana da casa tutto questo le manca.

Le sue giornate trascorrono tra le mura di una casa che le è sconosciuta, in compagnia di zia Rosaria che la ospita solo per ricambiare un debito che da anni “tiene” con la sua famiglia. L’unico contatto con il mondo esterno è quello che ha guardando da una finestra tutto ciò che avviene nella strada sottostante. “L’ora di pietra” sono i momenti che lei preferisce: minuti o pochi attimi di assoluta immobilità. Né auto né persone, solo una striscia di asfalto deserta.

Un giorno rovistando nei cassetti della “zia” trova la copia delle chiavi di casa e la voglia di uscire arriva prepotente: Mattina dopo mattina – dopo che Rosaria è uscita per recarsi al lavoro – Imma ben imbacuccata comincia a gironzolare per il quartiere. Conosce Paolo, uno studente universitario che a giorni alterni vende libri usati al mercatino vicino casa e qualche sera lavora in pizzeria dove la invita ad andare a trovarlo. Malgrado abbia dovuto mentirgli sulla sua vera identità, e questo la fa stare male, Imma ricomincia ad essere felice . Lui la trova bella, le parla, é gentile e le consiglia sempre i libri, che legge avidamente di nascosto dalla zia. Finalmente non è più da sola. Le cose, nel frattempo, anche con Rosaria cominciano a migliorare. Infondo sono due povere disgraziate alle quali la vita sino ad ora ha riservato solo batoste.

Ma il passato torna a bussare alla porta: Enzino è ancora vivo, lo hanno visto partecipare al funerale del padre e, “complice” un’apparizione della nonna e dello zio ad una trasmissione televisiva dove la storia della sua sparizione viene riproposta con tanto di foto, i cattivi riescono a trovarla. La finestra che all’inizio era la sua “fetta di mondo” si rivelerà la sua “salvezza”. E’ da lì che vede arrivare un’automobile dalla quale scendono gli stessi “malacarne” che due anni prima hanno portato via il corpo senza vita di Marika. Li vede entrare nel bar difronte e sedersi ad un tavolino vicino alla vetrata per poter osservare il palazzo dove vive.

Ma Imma non ha più voglia di nascondersi, vuole ricominciare a vivere, vuole tornare a scuola, vuole stare tra la gente, girare libera per la città e soprattutto vuole rivedere Paolo. Indossa il giubbotto nuovo, prende le chiavi e la borsa e passando dalle cantine esce in strada in una via laterale e comincia a camminare: si fermerà solo davanti alla caserma dei Carabinieri dove chiede di poter parlare con il Capitano perché a Lei – scoprirà che è una donna – ora deve raccontare tutto ma proprio tutto.

Giudizio. Il romanzo è scritto in modo semplice e scorrevole e il tema trattato è, purtroppo, più che attuale. L’autrice mette in evidenza la realtà di una parte del nostro Paese in cui, malgrado i progressi ottenuti negli anni, certi principi sono ben radicati e duri da scalfire. Il Boss del luogo è sinonimo di Legge e le donne devono subire e tacere. La paura è la compagna di vita di questa gente: paura di ribellarsi, paura di denunciare i sopprusi, Anzi, ironia della sorte, se si vuole vivere discretamente bisogna pagare il Boss, ringraziarlo per la sua protezione.

La giovane Immacolata a modo suo è un’eroina che manda un messaggio forte e chiaro: se si vuole tornare a vivere, a respirare a pieni polmoni, a godersi il calore del sole e a sentire il profumo della terra e del mare allora bisogna aprire gli occhi, uscire dal nascondiglio e “soprattutto” non tacere.

“L’ora di pietra”, Margherita Oggero, 2011 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A


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