Il romanzo è una sorta di storia fantastica narrata da una voce fuori campo che parla direttamente alla protagonista, la giovane Maya. Una bimba francese adottata da un pediatra in missione umanitaria in Francia. Allevata ad Asmara (capitale degli Stati Uniti d'Africa) da una coppia benestante africana, una volta cresciuta, tornerà dopo la morte della madre adottiva, in Europa alla ricerca della madre naturale e delle sue radici.
Un mondo rovesciato con ironia a volte feroce, che ha il merito di scoprire "i nervi" della nostra ambizione di conoscenza del mondo. Una prospettiva che prova a mettere il lettore nelle condizioni di chi oggi "subisce" il mondo ricco e moderno.
Diciamo subito che non è un libro che scorre tranquillamente. A tratti troppo complesso nella scrittura, zeppo di citazioni ironiche che non sempre riescono facili da comprendere a chi non conosce se Gustavio Mbembe è un personaggio reale come lo è Miriam Makeba, o a chi non apprezza la battuta sulla canzone Faccetta Nera che diventa, per l'occasione, Faccetta Alba. Perfino la forma scelta del racconto, fatta di brevi e brevissimi capitoli, spesso senza relazione tra loro, non aiuta a farlo diventare un libro che si legge con piacere. Un peccato perchè forse senza la presunzione di creare un mondo rovesciato, fotocopia di quello esistente, riproducendo ogni cosa nel suo rovescio, ha reso meno fluido e leggibile un'idea brillante. Resta comunque un libro da leggere e che fa riflettere, molto.
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