Chi ti aveva sentita cantare diceva che davi a tutti la stessa sensazione: di mettere un piede nel vuoto (...)
La gente si lasciava condurre (...) indovinava le parole che tu non avevi pronunciato. Era il tuo dono, il tuo talento. Chissà quanto c'era voluto, si chiedevano, per levigarlo così, fino all'ossessione, e poi ricoprirlo di graffi, e spigoli, perché tornasse a essere imperfetto, come le cose vere.***La nostra è una storia in levare, Sole, un mosaico di parti che mancano, un gioco di specchi. Si può suonare soltanto sulla tastiera spezzata di un contrabbasso***Perdonatemi, il mondo ha troppe stonatureCome un respiro interrotto, Fabio Stassi, Sellerio