Libro del martedì: Come un fiore ribelle di Jamie Ford

Creato il 12 ottobre 2013 da Gorgibus @chiaragorgibus

Jamie Ford torna a raccontarci storie, tre anni dopo la pubblicazione de “Il gusto proibito dello zenzero”, arriva nelle librerie “Come un fiore ribelle”, in originale “Songs of Willow Frost”. La sua casa editrice italiana, Garzanti, sceglie di riprendere il bestseller precedente nella grafica della copertina, che presenta ancora una volta ombrellini e colori caldi. Anche il titolo cambia radicalmente, dalla versione inglese, con una scelta forse meno incisiva e anche meno aderente alla storia.
 
Siamo a Seattle, nel 1934, e William è in un orfanotrofio cattolico da ben cinque anni quando scorge su un cartellone pubblicitario il volto di una cantante, una donna cinese che gli riporta alla mente appartamenti freddi e ninne nanne dolci, strade buie e ragtime in lontananza. Quella donna deve essere sua madre e il suo compito è di ritrovarla, ritrovare le proprie origini e il proprio posto nel mondo. 
Ma Come un fiore ribelle non è solo la ricerca di un genitore perduto e della scoperta dei suoi fantasmi, è la storia di Liu Song, la storia di una ragazza cinese nata negli Stati Uniti che fa ancora parte del ghetto, non abbastanza americana e non sufficientemente cinese, imprigionata in un limbo fatto di dolore, tradimento, paura e della ricerca del riscatto, umano ancor prima che sociale. Liu Song è un personaggio complesso a metà fra due mondi, che vuole essere americana e non riesce tuttavia a uscire dal suo bozzolo, Chinatown, trovandosi così ad aver paura di entrambi e a combatterli entrambi.
Jamie Ford sceglie ancora una volta di raccontarci dei giovani cinesi, americani di prima generazione, durante l’epoca dei proibizionismo, della loro difficoltà di fronteggiare una dualità che impedisce loro una piena integrazione e del dolore che questo porta con sé, e lo fa con levità e compassione, senza eccessi buonisti o morbosamente lacrimevoli.
L’aspetto che rende il romanzo di Ford meritevole di essere letto, al di là della vicenda umana, così come avviene per il precedente, è l’affresco storico-sociale dell’epoca. Siamo nei ruggenti anni ’20 alle porte della crisi, l’integrazione delle minoranze è solo agli inizi, la radio si diffonde pian piano in tutte le case e il cinema muto viene soppiantato da quello moderno. La ricerca storica, che l’autore ben spiega in calce al libro, è minuziosa e permette la creazione di uno scenario non solo accurato, ma popolato di personaggi reali e riconoscibili, di film, musiche, oggetti che immergono totalmente il lettore nella Seattle degli anni ’20 e ’30.
Come un fiore ribelle è una storia e Jamie Ford è bravissimo a raccontare storie.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :