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[libro - film x3] Io sono leggenda di Matheson (analisi e confronto 1 di 2 parti)

Creato il 27 gennaio 2012 da Sam @LibriCaffeLatte
AVVISO: L'articolo vuole paragonare il libro ai tre film. Per fare questo, aimè, devo parlare anche del finale. Quindi se non hai letto o visto "Io sono leggenda" ti consiglio di fermarti all'avviso di spoiler, primo e unico  ^_^

[libro - film x3] Io sono leggenda di Matheson (analisi e confronto 1 di 2 parti)

Matheson, l'autore di molti romanzi divenuti "leggenda" 

Il libro di Matheson, I am legend, è del 1954.
L'ho letto alcuni anni fa, mi era piaciuto molto. Moltissimo! Ho visto i tre i film ispirati al romanzo. Anche se molto diversi fra loro, li ho apprezzati tutti.
Un aspetto li accomuna: l'anima di Robert Neville.
Un altro aspetto però li ha posti in contrapposizione: il messaggio finale.
Anche se ogni volta è un'interpretazione diversa (suppongo, a causa della diversa generazione a cui si rivolge), l'anima è la stessa. Un uomo sopravvissuto a un'epidemia globale che non accetta di lasciare il mondo ai morti che camminano, e che scoprirà di non essere accettato dai "nuovi uomini". Un uomo tra due specie. Un uomo visto da entrambe come sbagliato, quando lui stesso vede gli altri come degli errori da correggere (o con la morte, o con una cura). Insomma, un uomo che non ha più un "suo posto".
Un involontario disadattato.
Del messaggio finale, invece, vi dirò in conclusione dell'articolo.
Ora, vediamo insieme come Matheson crea il suo Robert Neville e come sia divenuto un personaggio "leggendario" dove però il concetto di "leggenda" è andato stravolgendosi (una sfaccettatura del messaggio finale, a mio avviso).
Partiamo con il romanzo "Io sono leggenda" del 1954, in originale "I am legend". All'epoca, nel 1957, uscito per Longanesi col titolo "I vampiri" ha visto solo nel 1996 la traduzione corretta.
NOTA: inserisco le immagini tratte dal primo film "L'ultimo uomo sulla Terra" del 1964 di Ragona (a lui hanno accreditato la regia anche se, in realtà a girarlo sembra essere stato Salkow) con uno strepitoso Vincent Price.
Il nome del protagonista nel film è Robert Morgan, ma per il resto segue molto fedelmente il romanzo. E' la trasposizione cinematografica più vicina, in tutti i sensi :D

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cover 

INCIPIT
PARTE PRIMAGennaio 19761Nei giorni come quello, in cui il cielo era coperto di nuvole, Robert Neville non era mai sicuro di quanto mancava al tramonto e a volte li trovava già nelle strade, prima di riuscire a rientrare in casa.
Se non avesse avuto tanta avversione per la matematica, avrebbe potuto calcolare l'ora approssimativa del loro arrivo; invece, si atteneva ancora all'antica abitudine di regolarsi sul colore del cielo per stabilire la fine del giorno, e, nei pomeriggi senza sole, quel sistema non funzionava. Perciò, quando il cielo era grigio, non osava allontanarsi troppo dalla sua abitazione.
Fece il giro della villetta nel cupo grigiore del pomeriggio; dall'angolo delle labbra gli penzolava una sigaretta, che si lasciava dietro una sottile scia di fumo. Controllò ogni finestra per vedere se qualcuna delle tavole era staccata. Dopo gli assalti più violenti, molte assi rimanevano scheggiate o danneggiate in altro modo e bisognava sostituirle. Un lavoro che odiava. Ma quel giorno ne trovò solo una traballante. Davvero una bella fortuna, si disse.
Terminato l'esame della facciata, andò in cortile per dare un'occhiata alla serra e alla cisterna dell'acqua. A volte cercavano di danneggiare la struttura di sostegno della cisterna o di piegare e rompere i tubi che venivano dalla pompa. A volte lanciavano sassi al di sopra dell'alta recinzione che circondava la serra e di tanto in tanto riuscivano a sfondare la rete che la proteggeva in alto; allora Neville era costretto a sostituire qualche pannello di vetro.
Ma la cisterna e la serra, quel giorno, non apparivano danneggiate.
Rientrò in casa per prendere il martello e i chiodi e, nell'aprire l'uscio, scorse la propria immagine nello specchio che aveva inchiodato sul pannello, un mese prima. L'immagine era distorta, lo specchio era incrinato. Al primo attacco, le taglienti schegge di vetro argentato sarebbero cadute a terra. "Cadano pure" si disse Neville. "È l'ultimo specchio che inchiodo qui fuori. Non servono a niente, gli specchi. Meglio appendere una collana d'aglio. L'aglio è sempre efficace".

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Scritte così non ne fanno più :D
Sullo sfondo, Robert si alza dal letto e inizia la "solita" giornata.

SINOSSI e mia OPINIONEIl coinvolgimento con Robert Neville, protagonista del romanzo, è immediato.
La solitudine di Neville quando vaga per la città ammutolita dalla morte è mista alla rabbia, per essere sopravvissuto, al tormento, dei ricordi strazianti dei propri cari, alla speranza, di non essere l'unico uomo vivo sulla Terra, e alla vigliaccheria, di non riuscire a uccidersi coinvolgono subito il lettore attraverso la sua giornata "tipo".
Il tormento per Robert ha diverse fasi diurne e notturne.
Il giorno lo trascorre bruciando i corpi che trova per strada, uccidendo i "non morti" che scova in rifugi improvvisati, e procacciandosi il cibo e le scorte per la sopravvivenza (soprattutto benzina, aglio e specchi).
La notte si barrica in casa, la stessa dove abitava con la moglie e la figlia. Vorrebbe riposare ma non può. I vampiri sanno che c'è ancora un uomo e non possono/vogliono ignorarlo. Essi circondano l'abitazione, battono con assi di legno le pareti, le imposte, le porte. Lo chiamano.

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Ogni notte ...

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ma perchè non mi lasciano in pace ...

Pronunciano il suo nome come un mantra che strazia la mente di Neville, che non riesce a dormire se non dopo essersi ubriacato e con la musica a alto volume.
Ogni notte, da tre anni circa.

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Una bruciatina a qualche cadavere

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Due colpi di paletto ...

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all'ennesima "cosa" che ricorda una donna
ma che di umano non ha più nulla.

!!! SPOILER !!!Robert è l'unico sopravvissuto a una sconosciuta malattia/pandemia che ha annientato il genere umano. Lui era uno scienziato, un uomo di trentasei anni che conduceva una vita serena e densa di soddisfazioni. Poi arriva il virus, e tutto cambia.

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Una vita serena ...

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... il vento è quasi un "co-protagonista".
C'è molto vento, sia nel libro che nel film.

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Portano via i corpi per bruciarli.
La sepoltura è vietata.

La gente cade morta come mosche. I corpi vengono bruciati in una fossa comune ai margini della città. Robert si vede portare via il corpicino della figlia senza poter fare nulla. Così, quando tocca alla moglie, Robert la seppellisce andando contro la legge. Alcune notti più tardi, la moglie torna a casa. Come una morta che cammina, la moglie lo cerca. Lo chiama. Lo brama.
Robert, un tempo razionale, vacilla. La uccide, ma il tormento lo devasta.

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Robert ... sono tornata.

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ehmm, ciò non è "scientificamente" plausibile :D

Nei giorni successivi, lui sopravvive e basta. Suppone che la sua immunità sia dovuta a un morso di un pipistrello che aveva avuto in Panama. Forse, quel morso gli ha creato degli anticorpi al virus.
Si protegge con semplicità, ma efficacemente. Quelle creature sembrano i vampiri del mito: rifuggono alla loro immagine riflessa, all'odore dell'aglio, alla luce del sole ma anche a quella artificiale purchè sia forte.Si muovono lentamente, goffamente. A metà strada tra i vampiri e gli zombie, le creature che Robert uccide ogni giorno non mancano di ricordi della precedente vita. Infatti, gli stessi che lo tormentano sono i suoi vicini di casa e il suo più caro amico e collega Sam Cortman (nel film. Ben Cortman, invece, nel romanzo).
Eppure, Robert non li risparmierebbe. Conficcherebbe loro paletti senza pensarci troppo.
Robert vive giorno per giorno con questo stato d'animo fin quando incontra un cane.

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Un cane! Non credevo ce ne fossero ancora.

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Staremo bene insieme, vedrai.
Io avrò cura di te.

La parte del cane è sublime. Ho pianto, prima e dopo.Robert rinasce. Ride, sembra ritrovare il piacere della compagnia. Quel cane è una reale boccata d'ossigeno. Non solo, il cane lo fa riflettere sul perchè lui "si tenga in vita".
Dal libro (Robert ha messo delle polpette fuori casa sperando che il cane, che aveva avvistato il giorno prima, ritorni. Nel frattempo, studia i bacilli del virus.): "Ah, Dio" pensò allora "e se tornasse qui stanotte per il cibo e loro lo uccidessero?" E se l'indomani mattina fosse uscito e avesse trovato il corpo del cane sul prato, sapendo di essere il responsabile della sua morte? "Non potrei sopportarlo" pensò con tristezza. "Mi ucciderò se ciò accadrà, giuro che lo farò."
Il pensiero fece di nuovo riaffiorare l'insoluto problema del perché continuasse a vivere. D'accordo, c'erano alcune possibilità di ricerca adesso, ma la vita era ancora una croce. Nonostante tutte le cose che aveva o poteva avere (eccetto, naturalmente, un altro essere umano), la vita non prometteva miglioramenti e nemmeno mutamenti. Visto il modo in cui le cose si stavano mettendo, Neville avrebbe vissuto la sua vita con niente di più di quanto già non avesse. E per quanti anni? Trenta, forse quaranta se non avesse bevuto tanto da morirne.
Il pensiero di altri quarant'anni di quella vita lo fece rabbrividire.
E ancora non si era ammazzato. (...) La sua salute non sarebbe durata all'infinito; aveva già il sospetto di avere tirato troppo la corda.
Però, trascurare il proprio corpo non era un suicidio. Non si era nemmeno mai avvicinato al suicidio. Perché?
Sembrava che non ci fosse risposta. Non si era rassegnato a niente, non aveva accettato né si era adattato alla vita alla quale era stato costretto. Era ancora lì, otto mesi dopo la morte dell'ultima vittima dell'epidemia, nove da che aveva parlato a un altro essere umano, dieci da quando Virginia era morta. Era lì, senza futuro e con un presente praticamente disperato. E ancora lottava.
Istinto? O era semplicemente stupido? Troppo scarso di fantasia per distruggersi. Perché non lo aveva fatto all'inizio, quando era ancora affranto? Che cosa lo aveva spinto a sbarrare la casa, a installare un congelatore, un generatore, una stufa elettrica, una cisterna per l'acqua, a costruire una serra, un banco di lavoro, a bruciare le case intorno alla sua, a radunare dischi e libri e montagne di cibi in scatola, persino (era incredibile se vi si pensava) persino a mettere una stampa decorativa alla parete?
La volontà di vivere era forse qualcosa di più di una parola? Era una forza ben definita che dominava la sua mente? La natura manteneva in qualche modo la sua scintilla anche in contrapposizione ai suoi stessi abusi?
Chiuse gli occhi. Perché pensare, perché ragionare? Non c'era risposta. La sua sopravvivenza era un incidente e una continua ottusità. Era proprio troppo stupido per porre fine a tutto, e questa era più o meno la risposta. (...)
Cercò per un poco di tornare al problema dei bacilli, ma si rese conto che non avrebbe potuto concentrarsi su niente che non riguardasse il cane. Con sua grandissima meraviglia, più tardi si trovò a pregare, con voce esitante, affinché il cane fosse protetto. Fu questo un momento nel quale sentì un disperato bisogno di credere in un dio che avesse cura delle sue creature. Ma, pur pregando, provò una fitta di rimorso e capì che avrebbe potuto cominciare a deridere la propria preghiera in qualsiasi momento.
Tuttavia in qualche modo cercò di ignorare il suo Io iconoclastico e continuò a pregare. Perché voleva il cane, perché aveva bisogno del cane.
Ecco, con tutti questi buoni propositi, immaginate la felicità di Robert quando "si fa amico" il cane ^^
Ora, immaginate la tristezza nello scoprire che il cane è infetto.
Dal libro«Sei un bravo cane, un bravo cane.» La sua voce era calma, tranquilla e rassegnata.
Dopo circa un'ora, prese il cane tra le braccia. Per un momento questi si dibatté e riprese a mugolare, ma Neville gli parlò di nuovo e la bestia si calmò.
Sedette sul letto tenendo il cane sotto la coperta sulle ginocchia. Rimase seduto per ore con in braccio il cane, ad accarezzarlo, a massaggiarlo, a parlargli. Il cane giacque immobile, respirando con più calma.
Erano quasi le undici della notte quando Neville lentamente svolse le pieghe della coperta e scoprì la testa del cane.
Per qualche minuto si scostò dalla sua mano, tentando blandamente di morderla. Ma Neville continuò a parlargli con voce quieta, e dopo un poco gli posò la mano sul collo caldo e cominciò a muovere le dita dolcemente, grattando e accarezzando.
Sorrise al cane, deglutendo. «Presto starai meglio» gli sussurrò. «Molto presto.»
Il cane lo guardò con occhi opachi e malati e poi allungò la lingua rugosa e gli inumidì il palmo della mano.
A Neville sembrò che qualcosa gli si sciogliesse in gola. Rimase seduto silenzioso mentre le lacrime gli scorrevano lentamente sulle guance.
Una settimana dopo il cane era morto.

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Lo seppellisce ma con un paletto.

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Questa scena del cane, giuro che mi ha distrutto ...

Ecco che ora arriva la terza parte, la conclusione del romanzo. Siamo nel giugno del 1978.
I vampiri che invadono le strade notturne non sono le sole creature "nuove" sulla Terra.
Robert incontrerà i nuovi uomini. Una razza ibrida, i veri sopravvissuti.
Incontrerà Ruth, una giovane donna che grazie a una pillola (un composto di sangue defibrinato e medicinale che "nutre" il germe del vampiro mantenendo l'uomo cosciente) è sì infetta, ma tiene sotto controllo il virus.
I sopravvissuti hanno trovato una cura, da soli! Ecco la nascita dei "nuovi uomini".
Questa cura potrebbe essere vista anche come una "cura" per gli aspetti negativi dei "vecchi uomini". Questo spiegherebbe, quindi, perchè odiano tanto Neville.
Robert non lo sapeva, ma era spiato.
Questi nuovi uomini lo hanno giudicato una minaccia, uno di quelli che ha quasi distrutto il mondo e che ora uccide i vampiri ma anche loro. Senza saperlo, infatti, Robert ha ucciso il marito di Ruth e altri del loro gruppo.
Ruth lo frequenta per alcuni giorni. Lo conosce. Comprende che Robert ha agito solo per sua difesa, che potrebbe essere un valido aiuto per la nuova comunità creatasi. Ma gli altri non lo accettano.
Ruth lo avvisa, cerca di salvarlo, ma invano.
Nel gennaio del 1979 Robert viene circondato. Si barrica in casa.
Ormai lo odiano, lo vogliono morto.

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Ruth nel film

FINALE DEL LIBRO (nel film è diverso!): Poi un improvviso silenzio, come se una pesante coperta fosse caduta sulle loro teste. Rimasero tutti con lo sguardo fisso verso di lui, con le bianche facce rivolte verso l'alto. E lui sostenne quegli sguardi. E di colpo pensò: "Ora sono io l'anormale. La normalità è un concetto di maggioranza, la norma di molti, e non la norma di uno solo."
Quel pensiero all'improvviso si fuse con quello che vedeva sulle loro facce: timore, paura, orrore; e comprese che avevano paura di lui. Per loro, lui era una terribile calamità che mai avevano veduta, una calamità anche peggiore dell'infezione a cui si erano adattati. Lui era un invisibile spettro che lasciava quale prova della sua esistenza i corpi dissanguati dei loro cari. Capiva quel che provavano e non li odiava. La sua mano si strinse sul minuscolo involucro delle pillole. Per fare in modo che la fine non giungesse con violenza, per fare in modo che non divenisse una macellazione davanti ai loro occhi...
Robert Neville guardò il nuovo popolo della terra. Sapeva di non farne parte: sapeva che, come un tempo i vampiri, lui era un anatema e un nero terrore da distruggersi. E, di colpo, il concetto si formò, divertente nonostante il dolore.
Una risata soffocata gli salì alla gola. Si voltò, si appoggiò alla parete, inghiottì le pillole. "Il cerchio si chiude" pensò mentre il letargo finale si impadroniva delle sue membra. "Il cerchio si chiude. Un nuovo terrore nasce nella morte, una nuova superstizione penetra nell'inespugnabile fortezza dell'eternità.
"Io sono diventato una leggenda."
Ormai, lui (l'uomo) è leggenda di un vecchio mondo che non c'è più. Di una razza che non c'è più.
Robert è leggenda, nel senso che era l'ultimo uomo.
Il finale è negativo e pessimistico. Eppure, è un finale straordinario. Denso di emotività, commuovente.
Robert si suicida, ha trovato il coraggio di farlo. Persa ogni speranza, accettata la supremazia della nuova razza di uomini, sembra quasi che Robert si faccia carico degli errori del genere umano.
Proprio come un altro uomo del passato, anche Robert "si lascia morire" e diviene così leggenda. (Lo so, forse quest'ultima affermazione è un po' tirata come conclusione. Passatemela ^^)
Questa è l'essenza del romanzo di Matheson.
A ogni evoluzione, la specie dominante cancella la più debole che sia migliore o peggiore.
I vampiri volevano uccidere Robert perchè diverso.
I nuovi uomini volevano uccidere Robert, per lo stesso motivo.
Robert voleva solo sopravvivere, ma essendo uno non gli è stato concesso nemmeno di finire i suoi giorni in isolamento. Il simbolo, quello che rappresentava, era troppo forte. Doveva morire.
Nel film con Price questa parte è accentuata nel finale, che dicevo essere differente.
Robert cerca la fuga, si rifugia in chiesa. Cerca di spiegarsi, ma viene trafitto da una lancia.
La gente sembra sollevata, e Ruth dice a un bimbo che piange:"Tranquillo, è tutto finito." Quasi come se, ora che l'ultimo uomo è morto, i nuovi uomini potranno vivere "serenamente".
Ancora un volta, è un po' come se Robert, morendo, liberasse tutti loro degli errori del passato.

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Finale in chiesa, di maggiore impatto

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Vincent Price viene ucciso in chiesa
e non suicida con le pillole come nel romanzo

A mi avviso, è un'opera così carica di sofferenza e solitudine da attraversare oltre mezzo secolo e essere riproposta ancora e ancora. Infatti, dal romanzo di Matheson hanno tratto altri due film, non conto quelli liberamente ispirati (La notte dei morti viventi, La notte della cometa, 28 giorni dopo e 28 settimane dopo) ma solo quelli che volevano riproporre l'opera e cioè: -1975, occhi bianchi sul pianeta Terra (con l'indimenticabile Charlton Heston) -Io sono leggenda (con il mitico Will Smith)
Tre film per un solo romanzo.Tre visioni dello stesso romanzo.Tre diverse epoche in cui è stato necessario, forse, rivedere con un occhio diverso il messaggio di Matheson. Riadattarlo per il nuovo pubblico. Perchè passano gli anni, cambiano le mode ma non le necessità dell'uomo.
Privato del superfluo, l'uomo ha sempre e solo bisogno di ben poche cose:-di nutrimento, cibo e acqua.-un posto dove mangiare/dormire. Un posto in cui sentirsi protetto. Una sorta di rifugio.-un altro suo simile con cui vivere. Da solo, l'uomo non ci sta. Forse anche per la latente consapevolezza dell'estinzione. Se non si ha la sensazione che la propria specie proseguirà, pare che l'uomo perda poco a poco la voglia di vivere e si spenga inesorabilmente. Una sorta di depressione crescente, e letale.
Nei successivi due film, ci sono stati numerosi cambiamenti.Nel film "1975, occhi bianchi sul pianeta Terra" ovvero "The Omega man" con Heston è tutto semplificato. Siamo nel 1971, il regista Sagal e gli sceneggiatori devono aver pensato che l'opera originale fosse troppo complessa, così l'hanno rivista e adattata O_O

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Robert guida tranquillo per le strade desolate di Los Angeles

Il film, visto per conto suo, non è male (cerco di essere obiettiva), ma è ben lontano dall'essere un buon film. Si salva la fotografia con le inquadrature ampie. Enormi zoommate che, partendo da Robert, arrivano a quartieri interi di Los Angeles. Secondo me, bellissime!

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Esempio di zoommata ^^

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Si prova più claustrofobia in una grande città vuota
o in un piccolo paese? 
Il dubbio rimane. Spero di non trovarmi mai nella condizione di avere la risposta :D
E si salva Heston, che ha reso il suo Robert un ex-soldato-medico con un umorismo cinico e sarcastico. Solo Heston poteva riuscirci ;) Solo lui attacca la razza umana con quelle espressioni che io chiamo, appunto, alla Heston :D

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In Omega man

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Nel Pianeta delle scimmie

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In Soylent green
da noi impropriamente chiamato: 2022, i sopravvissuti.

Fantastiche!
A parte lui, però il film presenta dei vampiri a mio avviso ridicoli e ha tolto i "nuovi uomini". Ci sono dei sopravvissuti come Robert ma sono per lo più dei bambini.I vampiri (ridicoli, lo ripeto) hanno assunto talmente tante "radiazioni" da divenire bianchi. Hanno anche gli occhi bianchi, da qui il titolo. Peccato però che siano ben coscienti e pensanti.

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Gli occhiali da sole a specchio: quelli
sono la morte loro, non le radiazioni! -_-

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Il "cattivone" era un tempo il presentatore del TG
e non un amico di Neville.

Ecco dunque che mi sono sempre chiesta il perchè delle numerose scemenze che fanno.
Assediano la casa di Neville con delle balestre giganti O_O Ok, ma dopo un po', a furia di tirare palle infuocate, com'è che la casa di Neville è ancora integra? Mistero.
Si arrampicano con le corde armati solo di lance, precipitano a terra morendo trafitti dallo steccato O_O Ok, ma anzichè arrampicarsi in uno solo, perchè non s'arrampicano in 50? Cascherà uno, due... ma qualcuno entrerà ben in casa di Neville, no? Mistero.
Passeggiano nei dintorni pensando come fare fuori Neville, un solo uomo barricato in casa. E pensano, e pensano ... Neville usa il mitragliatore, le bombe, il fucile e altro ancora. O_O Ok, è ben armato quindi perchè porsi i vari limiti da "prima della polvere da sparo"? Mistero.
-Noi non useremo mai le armi degli uomini che ci hanno ridotto così-, dice "l'ex presentatore tg" Matthias.
-Perchè?- mi chiedo io. -Fai fuori Neville, e poi vivi come ti pare e piace, no?
La scena di come si salva Neville, dopo un incidente aereo che esplode all'impatto col suolo ... quello ha della leggenda! ;)
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Insomma, la trama del film è un colabrodo.Vi risparmio il seguito.
Le cose che salvo sono le "chiaccherate" fatte con i manichini o i cadaveri sparsi e l'interlocutore di casa, il busto di Cesare, con cui Neville gioca a scacchi.

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Quando cambia l'auto, scambia due parole col venditore

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Neville e Cesare

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^_^

Vi dico solo le conclusioni.
Neville non era sposato, non aveva figli. Non ha dei pesi o dei tormenti. Da uomo libero, quindi, appena incontra una donna la invita a cena e oplà :D
Potrebbero anche andare avanti così, l'idea di cambiare città c'è ma arriva Matthias a rovinare tutto.
La infetta, e mentre Neville cerca di salvarla, riesce a infilzarlo con una lancia.
Nel mezzo ci sono rocambolesche scene d'inseguimenti, che mi hanno sempre lasciata perplessa. Vedi, ad esempio, la scena della motocicletta. O_O
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Come muore Heston, non muore nessuno.
Muore in modo "epico".

Poco prima di spirare, Neville darà una "bottiglia" col suo sangue (la potete vedere nell'immagine qui sopra) a un uomo che porterà in salvo i bimbi. Fine.
Nota: l'uomo era un laureando in medicina, si suppone che studierà una cura ... si suppone.
A mio avviso, in questa versione s'è perso nell'ordine:
-La poesia del tormento che invadeva un po' tutti i personaggi. Neville soprattutto, ma anche i vampiri e i nuovi uomini.
-Togliendo i nuovi uomini, s'è poi perso il senso di "leggenda" che c'era nel romanzo. Se ci sono dei bimbi, dei veri uomini rimasti, Neville non è certo l'ultimo uomo.
-La morte di Neville per mano del "cattivone" è banalotta e priva di scopo. In pratica, inutile. Un vero peccato. 
Curiosità: nel film Neville/Heston va al cinema a vedere il film documentario Woodstock del 1970. Poco prima di entrare, dirà che è in programmazione da 6 anni. Quindi, a rigor di logica dovrebbe essere il 1976.
C'è però un calendario che mostra la data del 1975, quando Neville cambia l'auto.
Quindi, è "solo" da un anno? Mese più, mese meno?
Allora perchè si parla di due anni? Mistero.

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L'epidemia dev'essere stata fulminante.
In un solo mese, ha sterminato tutti sennò non si spiega il calendario
fermo a marzo.

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Durante il film, Neville recita a memoria i dialoghi.

Anche con i suoi difetti, The Omega man è piaciuto e ha comunque riportato l'attenzione al romanzo.Io consiglio la visione di questo film solo ai cultori del genere, agli estimatori di Heston oppure a chi volesse fare le sue conclusioni come ho fatto io. Agli altri, confesso che c'è poco da salvare ... purtroppo.Non c'è nemmeno il cane, mannaggia!
Infine, giungiamo al 2007 quando il regista Lawrence ripropone il suo "Io sono leggenda" (I am legendcon uno strepitoso Will Smith, che crea un Robert Neville moderno nei gesti, nell'approccio alla vita, ma fedele al romanzo per anima e sentimenti.In più, in questa versione si miscelano benissimo o si omaggiano anche i film predecessori, soprattutto quello con Heston. Stranamente, visto che si distacca molto dal romanzo. Eppure ...
[libro - film x3] Io sono leggenda di Matheson (analisi e confronto 1 di 2 parti)

continua ...
Tra un paio di giorni pubblico la seconda parte.Solo a "lavori in corso" mi sono resa conto della lunghezza dell'articolo, quindi ho pensato di spezzarlo in due.Mi fermo qui, anche perchè la versione con Will Smith ha ben DUE FINALI. uh uh!
Sperando che vi sia stata gradita la prima parte, vi rimando alla prossima ^_^

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