A volte vorrei parlare dei film che mi capita di vedere, ma poi penso che un blog di libri non sia il posto giusto. Allora penso di parlare dei film tratti dai libri, questa cosa avrebbe senso, no? Ma quello che ne viene fuori non è mai una recensione, ma continui paragoni tra due opere dalla struttura tanto diversa. E così nasce questa rubrica (che posterò a cadenza casuale) in cui mi divertirò a mettere sul piatto della bilancia un'opera letteraria e una cinematografica e vedere da che parte penderà l'ago.Libro VS Serie TVchi vincerà?
Oggi in sfidaNon Lasciarmi
A questo voto ci ho pensato tanto... mamma mia che indecisione, non sapevo davvero a che santo votarmi, e alla fine ho optato per la parità.
Non posso negare che il romanzo abbia un valore per certi versi superiore al film, ma non posso negare nemmeno le emozioni che mi sono arrivate. Non c'è niente da fare, alla lettura del libro sopravvivi, alla visione del film no.
Per questo nella recensione (qui) ho ringraziato Ishiguro di essere un autore più inglese che giapponese, perché da una storia così è difficile uscirne indenni. Anzi, è proprio impossibile. Una storia così è da mal di pancia, da crampi allo stomaco, da vertigini, ma l'autore riesce a mantenere la lettura sempre al limite di una sofferenza che non sfocia in fiumi di lacrime, ma in una triste rassegnazione.
Cosa che non succede con il film.
Nel film - forse perché in questo caso le immagini sono più forti delle parole - non solo ti commuovi, ma vieni assalito da un'angoscia che non ti abbandona a fine visione, un'angoscia tra l'altro criticata da molti. In effetti in tanti non hanno condiviso il messaggio di Ishiguro trovandolo inutilmente troppo forte, inverosimile, deprimente. In parte è vero, e capisco che a seconda della propria soggettività ognuno assorba il colpo in modo differente. Ricordo mia zia sconvolta. Ricordo una mia amica che andò a vederlo al cinema e mi disse di essere uscita... Quindi capisco. A ognuno la propria intoccabile e inviolabile sensibilità... e sicuramente se non avessi letto prima il libro, trovarmi davanti a un film del genere in modo del tutto impreparata non sarebbe stato semplice. Eppure nonostante il mio piccolo/grande bagaglio di emozioni partorito dalla lettura del libro ho visto Non Lasciarmi sapendo cosa aspettarmi, ma non per questo non ne sono rimasta scossa.
Regia, sceneggiatura, fotografia hanno sfumature retrò in netto contrasto con la visione futurista di un mondo sempre più edonista.
Ruth, Kathy e Tommy sono tre anime su cui riflettere: non bisogna allontanarsi molto da quello che si vede. Non c'è bisogno di cercare parallelismi coi lager, coi nazisti o col razzismo, secondo me è tutto molto più semplice, molto più intimo, molto più vicino a noi di quanto sembri. Non serve guardare indietro, ma sempre e solo avanti, e farsi un esame di coscienza.
L'unico appunto che posso fare al film è che il regista si è fatto prendere la mano dalla storia d'amore, mentre Ishiguro punta di più sull'unione e l'amicizia dei tre protagonisti, ma è davvero una goccia in mezzo al mare di quello che è un film difficile, ingiusto e doloroso... ma che vale la pena vedere.