A volte vorrei parlare dei film che mi capita di vedere, ma poi penso che un blog di libri non sia il posto giusto. Allora penso di parlare dei film tratti dai libri, questa cosa avrebbe senso, no? Ma quello che ne viene fuori non è mai una recensione, ma continui paragoni tra due opere dalla struttura tanto diversa. E così nasce questa rubrica (che posterò di giovedì) in cui mi divertirò a mettere sul piatto della bilancia un'opera letteraria e una cinematografica e vedere da che parte penderà l'ago.LIBRO VS FILMchi vincerà?
Oggi in sfidathe Giver
Ecco come un romanzo "per ragazzi" può trasformarsi in un film "per tutti".
Quando ho saputo che il libro di Lois Lowry sarebbe finito sul grande schermo ho pensato subito che le modifiche al testo originale non sarebbero state poche, ma soprattutto che sarebbero state necessarie. E così è stato. La sceneggiatura di Michael Mitnick riprende fedelmente l'opera letteraria, ma fa tre cose importanti:
- La arricchisce di particolari.
- La rende dinamica.
- Ci dà un finale (cosa che il romanzo non ha).
The Giver, per quanto sia un libro dalla forte componente didattica, si basa fondamentalmente sulla riflessione, ma ben poco sull'azione, cosa che in un film distopico non è accettabile. Anche le descrizioni sono sommarie tanto più che non abbiamo un'idea chiarissima di come sia il mondo di Jonas. "Uniformità" è la parola magica. Le persone sono tutte vestite uguali a seconda del ruolo che ricoprono all'interno della società, non ci sono colori, e tutto è rigidamente controllato da un sistema che sta al di sopra di tutto. Nulla si sa di cosa c'era un tempo, prima che la "pace" regnasse sovrana. Solo il Donatore ha libero accesso alle memorie del passato e solo un membro della società potrà ereditarle. Sarà Jonas l'eletto. E sarà Jonas, un convincente Brenton Thwaites, a comprendere che la capacità decisionale appartiene al singolo individuo e che tutti abbiamo il diritto di provare qualcosa. Di qualsiasi cosa si tratti.
Jonas, attraverso l'addestramento, sperimenterà sulla sua pelle una gamma infinita di sensazioni. Questo percorso dovrebbe servire alla Società per evitare ulteriori falle, per scovare nuove tare da debellare, ma il ragazzo proverà cose meravigliose e terribili, dalle quali verrà prima attratto e poi respinto, finché non troverà dentro di sé il bisogno di ribellarsi.
Maryl Streep, Brenton Thwaites e Jeff Bridges
Dopo Hunger Games e Divergent, un nuovo film distopico che parla di autoritarismo e scelte, con un cast di tutto rispetto. L'Accoglitore di Memorie (o donatore) ha il volto segnato dall'esperienza di Jeff Bridges, mentre la versatile Meryl Streep è il cinico e spietato capo degli Anziani.
Alla regia Phillip Noyce che firma forse uno dei suoi migliori lungometraggi.
The Giver non riscuoterà il successo dei due film sopra citati, perché privo di quegli schemi che tanto piacciono agli adolescenti (tipo la love story in primo piano), ma è comunque un buon prodotto, con un ottimo montaggio che trova la sua massima espressione nel collage delle memorie passate.
Ho solo una perplessità. Jonas a un certo punto intuisce come ribaltare il Sistema e sinceramente quel "come" poteva essere più convincente. In fondo si erano già apportate tutta una serie di modifiche che una in più non poteva di certo far male. Dettagli? Sì... ma anche no.
"prima di amare le persone dobbiamo amare la vita"
Piccole Curiosità
- Jonas il protagonista, nel libro ha 12 anni, nel film 16, e l'attore che l'interpreta 24.
- Il Capo degli Anziani nel romanzo è una figura di scarso rilievo.
- Nel cast troviamo la cantante Taylor Swift in un piccolo (ma fondamentale) cameo.
- Jeff Bridges è un vero e proprio fan della saga della Lowry, a tal punto che anni fa girò un filmino amatoriale con la sua famiglia. Nel 1990 comprò i diritti cinematografici di the Giver.
- Nel cast troviamo anche Katie Holmes
E secondo voi?Libro (qui la recensione) o film?