Avendo pubblicato una guida ai vari servizi di self-publishing attivi online, il radar di Storiacontinua resta sempre attivo per cogliere le ultime novità del settore. Per questo da qualche giorno non faccio che leggere articoli e segnalazioni sulla nuova piattaforma lanciata in collaborazione da De Agostini e Newton Compton. Il fatto è che più approfondisco e più mi viene l’orticaria.
Ebbene, dopo più di tre anni di ricerche e approfondimenti, posso affermare che nel modello di Libro/Mania non c’è proprio nulla di self-publishing. Esistono i modelli ibridi di pubblicazione, il crowdfounding ma di soft non c’è traccia… nemmeno su Libro/Mania:
“Le Opere potranno essere pubblicate anche solo in formato digitale (ebook) o in entrambi i formati A DISCREZIONE di Libromania. (…) In caso di esito favorevole della valutazione (…) sarà formalizzato un CONTRATTO DI EDIZIONE tra l’Editore e l’Autore. Resta inteso che tale contratto prevedrà la pubblicazione dell’Opera in formato digitale, con un’opzione a favore dell’Editore per la sua pubblicazione in altri formati.
“Libromania non è vincolata in alcun modo alla pubblicazione delle Opere proposte e avrà FACOLTA’ DI ESCLUDERE dalla pubblicazione a suo insindacabile giudizio; Libromania sceglie senza limitazioni i criteri in base ai quali selezionare le Opere; Libromania ha la facoltà di apportare all’Opera da pubblicare eventuali modifiche e/o adattamenti per esigenze funzionali alla pubblicazione”.
Chiunque sa che il motto del self-publishing è “Tutti pubblicano tutto”, giusto o sbagliato, è l’autore ad essere editore di se stesso (sceglie prezzo, titolo e copertina), non c’è alcun contratto che lo vincoli al sito attraverso cui viene distribuita l’opera e il suo successo o fallimento verrà decretato unicamente dai lettori.
Cos’è, allora, Libro/Mania?
E’ quindi un’agenzia letteraria?
“Per la parte editoriale, ci avvaliamo della collaborazione di un team esterno. Una redazione snella, con poche persone molto preparate che può soddisfare i nostri tempi di risposta che devono essere rapidi. Questa struttura ci consente di offrire agli aspiranti autori una valutazione, revisione e controllo del testo prima della sua pubblicazione senza troppe intermediazioni e passaggi di approvazione; un percorso che in genere all’interno delle grandi case editrici può essere lungo e tortuoso”.
E’ un ufficio valutazione manoscritti distaccato? Perché, allora, non offrire il servizio direttamente alle case editrici letteralmente sommerse dalle proposte di pubblicazione, che puntualmente non riescono a soddisfare? Bhé perché Libro/Mania vuole trovarseli da se i nuovi talenti.
“L’obiettivo di Libro/Mania, che affianca così alle attività di promozione editoriale e di consulenza commerciale anche quelle di EDITORE a tutti gli effetti, è quello di attirare nuovi scrittori di valore e trovare giovani talenti attraverso la rete. Il meccanismo è lo stesso della carta: se scopriremo nuovi autori di successo, guadagneremo sulle vendite del digitale e della carta” (il 50% sulle vendite).
Anche in questo caso, non si capisce perché non andare a cercare lì dove gli autori ci sono già, proprio sulle piattaforme di self-publishing, queste promesse della narrativa italiana, per permettergli poi di fare il grande salto? Pare, tra l’altro che Newton Compton lo abbia già fatto con Anna Premoli e G. L. Barone.
La sensazione è che cerchino di puntare un po’ da tutte le parti per stare a vedere poi cosa funziona; non si esclude nemmeno la possibilità di diventare un nuovo bookstore online.
“Inizialmente valuteremo solo i volumi che arrivano direttamente dagli autori, ma in una seconda fase cercheremo di fare accordi con gli editori promossi da Libro/Mania che potrebbero diventare un alimentatore della piattaforma stessa.
“Oggi la rete sta diventando uno strumento di distribuzione e fruizione sempre più importante, non solo per le giovani generazioni. Il futuro ci riserverà senz’altro un mercato diverso, questa è l’unica certezza, credo che nessuno oggi possa dire come sarà esattamente. Noi guardiamo a tutti gli scenari e cerchiamo di cogliere le nuove opportunità che offre il mercato, tra qualche anno valuteremo le nostre scelte”.
Solo, non chiamatelo self-publishing
Perché va di moda, perché si definisce self-publishing qualsiasi cosa abbia a che vedere con gli ebook, per lanciare il messaggio: siamo editori, ma non vogliamo gestirvi, anzi vi offriamo i nostri servigi gratuitamente, prendendoci in cambio solo il 50% dei vostri guadagni; d’altronde quanto potreste guadagnare senza la nostra promozione?
Ma quanto costa a voi produrre un ebook? E quanto l’esternalizzazione dei collaboratori?