Tele Dozhd’ era nata quasi per scherzo pochi anni prima nel quartiere del centro di Mosca che circonda l’antica fabbrica Ottobre Rosso. Loft, pub, gallerie d’arte, cinema d’essai, è diventato lentamente il quartiere dei giovani moscoviti medio borghesi. Di cultura post sovietica, benestanti, poliglotti, fanatici del web, e inevitabilmente insofferenti alle leggi che limitano i diritti umani, e alle nuove forme di autoritarismo. Poca ideologia, molta approssimazione ma in ogni caso una grande voglia di libertà. Tra un concerto rock e un servizio sulle nuove tendenze della moda casual, è stata l’unica tv del Paese a dare la cronaca completa e in diretta delle manifestazioni di piazza anti Putin dei mesi scorsi; a dibattere sulla opportunità di vietare la “propaganda gay”; a seguire passo passo processo e detenzione delle Pussy Riot. Messaggi rapidi, linguaggio moderno, qualche ingenuità, e un grande entusiasmo. Migliorato, con il tempo dal mestiere di giornalisti più o meno noti che preferivano lasciare le loro controllatissime redazioni per divertirsi e sentirsi liberi negli studi un po’ naif di Tele Pioggia.
E il successo è arrivato presto. Seguitissima sul web la tv che trasmette dal piccolo fortino di Ottobre Rosso ha cominciato ad essere sempre più fastidiosa per il regime. Molto più, per fare un esempio, di Novaja Gazeta, il giornale di Anna Politkvoskaja assassinata nel 2006. Rispetto alle inchieste e alle denunce “vecchia scuola” di Novaja, i ragazzi di Tele Pioggia offrono un linguaggio più cauto ma anche più immediato che riscuote sempre più consensi. E che preoccupano maggiormente chi comanda.
Il pretesto per scatenare l’attacco è arrivato pochi giorni fa. Al termine di una trasmissione sull’anniversario dell’assedio di Leningrado il conduttore ha lanciato un sondaggio: “Era il caso di resistere ai tedeschi? Non si potevano salvare milioni di vite, arrendendosi?”. Perfetto per le nuove leggi che vietano ogni critica “anche retroattiva” alle forze armate. L’indagine è scattata e qualche deputato chiede addirittura un’incriminazione per “apologia del nazismo”. Ignorando la recente lettera aperta a Putin di 200 tra scrittori e premi Nobel che era ispirata proprio al caso Tele Pioggia. E l’assedio di Ottobre Rosso sembra ormai alle fasi finali. Senza possibilità di trattare una resa.
Nicola Lombardozziper "La Repubblica"