Di Luca Gregorio. Non ce ne vogliano i tifosi del Real e del Barcellona, ma la speranza è che la Liga, alla fine, la vinca l’Atletico Madrid.
Prima di tutto per spezzare un duopolio che dura da troppo tempo, ovvero 9 anni (6 titoli per il Barca e 3 per il Real); poi per far chè nello sport il fascino che hanno le belle storie supera di gran lunga ciò che avviene quasi sempre, ossia che le squadre forti vicnono.
E fin qui il lato romantico, che può anche non essere condivisibile. Poi però ci sono i numeri e la realtà che fanno dei colchoneros una formidabile realtà: primo posto solitario, con la miglior difesa, e una semifinale di Champions da giocare col Chelsea che potrebbe anche portare la banda di Simeone a giocarsi la finalissima. L’Atletico, fra campionato e coppa, non perde da 11 gare (9 vittorie e 2 pari) e in Liga ha una striscia aperta di sette successi che fanno presagire ad un finale scoppiettante.
Nelle ultime 5 partite la seconda (?) squadra di Madrid ne avrà due in casa (Elche e Malaga) e tre fuori (Levante, Valencia e Barcellona proprio all’ultima). Per lo spettacolo la sfida del Camp Nou sarebbe bello che potesse essere decisiva. Ci sono però da considerare i problemi del Barca, che rimane una formazione di altra categoria quanto a potenziale tecnico ma quest’anno ha comprensibilmente accusato un leggero calo a livello motivazionale.
Simeone si è goduto un Diego Costa superbo (26 gol), ma anche Villa ha fatto il suo (13 centri) e più in generale la squadra sembra non avere punti deboli, grazie ad un’ossatura ormai rodata da anni e al portiere destinato a diventare il numero uno assoluto (Courtois).