Il concerto, inizialmente previsto in quattro serate, è stato prolungato di altri due appuntamenti dopo che appena un’ora dall'apertura delle prevendite si era già registrato il tutto esaurito.
A parte lo spavento nella prima serata in cui la rock-star emiliana è scivolata sul palco infortunandosi ad una spalla (vedi video), lo spettacolo è proseguito senza altri intoppi in un crescendo di entusiasmo e di sana adrenalina.
L’eterno rivale di Vasco Rossi, con un look rinnovato (capelli corti) e da “ammogliato”, (complici, forse, le sue recenti nozze) ha sfornato un repertorio ricco dei suoi maggiori successi, proponendo in anteprima il singolo “Il sale della terra” dall'album che porta lo stesso titolo, in uscita il prossimo 26 novembre.
Il brano, che ha già ottenuto in pochi giorni oltre due milioni di visualizzazioni su YouTube, è stato preceduto da video messaggi sulla crisi e sul potere, temi del testo che fotografano la situazione sociale del momento.
Nella serata di martedì scorso, quasi in fotocopia alla “prima”, il Ligaha aperto le danze con uno dei suoi brani più intensi: “Il giorno di dolore che uno ha” dove spicca tra gli altri il bellissimo inciso “quando l’hai capito che la vita non è giusta come la vorresti te … la tua pelle si farà sopra il giorno di dolore che uno ha.”
Tra le hit riproposte, la mitica “Niente paura”, canzone ufficialmente eletta dai chirurghi come la più ascoltata nelle sale operatorie a mo’ di “effetto terapeutico o beneaugurante” per la buona riuscita degli interventi.
Ma il culmine dello spettacolo, quello che forse ha maggiormente emozionato il folto pubblico dell’Arena, si è avuto con “Buonanotte all'Italia”, brano di raro pathos emotivo, eseguito con lo scorrimento delle immagini di personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport che purtroppo ci hanno lasciati:
Da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello a Pier Paolo Pasolini, da Totò a Eduardo De Filippo, fino alla recenti scomparse di Margherita Hack, Rita Levi-Montalcini, Marco Simoncelli, Little Tony, Franco Califano e Stefano Borgonovo.
Il ritratto di un'Italia che non c’è più che Ligabue ha saputo raffigurare nel suo dipinto migliore.
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