Interdonato, appassionato di agrumicoltura, creò un incrocio tra il cedro e l’ariddaru, un limone locale, sezionò una gemma di ognuno dei due agrumi, le unì longitudinalmente e le innestò su portinnesti di arancio amaro. Il risultato di questo esperimento fu un limone di dimensioni medio-grandi, molto simile al cedro, di sapore delicato e poco acidulo, con una buccia a grana finissima, insolita nei limoni siciliani. Anche la scorza è buona, dolce, per niente amara.
Il successo di questo nuovo limone dilagò in poco tempo e ben presto tutta la costiera ionica del messinese si ricoprirono di limoneti.