Finita la lunga stagione delle vacche grasse ecco che il paesaggio valdostano assume nuove sfumature. I colori non sono quelli dell’arcobaleno, più prossimi ai grigi e ai neri delle ombre. La Corte dei Conti finalmente atterra all’aeroporto di Aosta, una delle grandi opere che avrebbe dovuto dare impulso turistico ed economico alla Regione e che invece si è trasformata in un buco nero dove i soldi una volta catturati non sono più usciti, non nel senso dell’interesse collettivo. Il mondo agricolo che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di un territorio come il nostro, fornisce di sé un’immagine sempre più opaca. Con le Fontine adulterate, i contributi intestati a persone senza partite Iva agricole, gli animali maltrattati e quelli contaminati, le truffe varie ai danni della Regione, il settore contraddice ampiamente la retorica romantica che aleggia ancora sul mondo contadino. La classe politica è al capolinea di una gestione allegra dei soldi pubblici. La cultura sempre interpretata come un bacino clientelare fra gli altri. La ‘ndrangheta una sede fissa tra i favori degli amici potenti. La mafia locale che incancrenisce il tessuto sociale… Il quadro complessivo che ne esce fuori è un intrico di linee spezzate, incomprensibile ai più. Ma che hanno la stessa origine nell’ignoranza. Una ignoranza primitiva fatta di avidità e paura.