Gli amici di NUFACTORY ne hanno combinata un'altra. In occasione della sua ottava puntata, Oversize raddoppia: alla canonica installazione fuori misura nel foyer del Palladium si aggiunge una installazione all'aperto in una delle piazzette della Garbatella... un appuntamento a cui non si può mancare, per saperne di più leggetevi tutto il comunicato:
OVERSIZE n°8 "Social Tension" di Giorgio Bartocci
a cura di Annalisa Filonzi per NUfactory, dal 16 gennaio al 18 febbraio 2012 @ Palladium
Inaugurazione: lunedì 16 gennaio 2012, ore: 19.00 – 22.30
Opera outdoor: piazza Giovanni da Triora (Garbatella)
Mostra indoor: Oversize n.08, Lounge aperitif, Cobram Deejays sound (Palladium)OVERSIZE n°8 "Social Tension" di Giorgio Bartocci, Palladium Roma. from Puntidivista on Vimeo.
Trovare nella scrittura lo stesso ritmo dell’opera urbana. È questa l’esigenza di chi vuole interpretare questa corrente pittorica: veloce nell’esecuzione, rapida alla lettura. Non c’è tempo per la rielaborazione, solo la possibilità di assorbirne la tensione. Contemporaneità di due gesti che disegnano l’immediatezza della fruizione, ma anche la volontà di saper leggere in modo nuovo la realtà cittadina.Così fugace è l’esistenza di un’opera, che ha bisogno della memoria del video per trovare, in un tempo rimandato, uno spazio alla riflessione.È così che l’arte urbana, arrivata sulle pareti del Palladium, si allarga anche ai muri del quartiere Garbatella di Roma. Perché non c’è spazio che non sia invaso da quella tensione creativa, che non assorba quell’energia che è il pulsare stesso del cuore della vita urbana.E non è un caso che la pittura urbana di Giorgio Bartocci, nata per portare colore alla città, si sia oggi trasformata in gonfie sagome umane che assorbono come informi nuvole di smog quelle tensioni: il nero dei muri e delle speranze irrisolte, il grigio delle vite quotidiane prive di affetti e di passioni si sono fissati come unici colori possibili per descrivere l’irrazionalità del comportamento umano, ammassato in vite senza confine. Forme inespressive finché l’artista creatore non interviene ad appiccicare stickers di occhi e ghigni, fuori luogo, innaturali, come i colori fluorescenti usati in questi particolari, che sprizzano tutta la radioattività compressa di queste vite. È il muro che, anziché reagire, assorbe e dilaga tutta la tensione sociale. Così come esso raccoglie tutti quei frammenti di strada che, da oggetti scartati, si trasformano in elementi di quel collage che, insieme alla pittura, tenta di ricomporre il quadro dell’esistenza urbana.Giorgio Bartocci che, oltre a realizzare opere di urban art da diversi anni, è anche fondatore dell’agenzia creativa Puntidivistastudio, disegna i muri come fosse davanti ad un computer: è il rinnovamento della pittura che con questo artista utilizza una lingua nuova, quella della grafica elettronica; il linguaggio digitale, lineare e sintetico, che Bartocci impiega per disegnare i suoi soggetti umani, delinea un paesaggio inquieto che interagisce come segno nella complessità delle strutture urbane; solo personaggi alieni possono vivere spensierati navigando in questo spazio. Nell’installazione al Palladium essi tentano anche di uscire fuori dal muro: piccole sculture tridimensionali aggiungono al linguaggio vettoriale e alle tinte piatte una suggestione 3D del tutto originale per l’arte urbana, una conferma di come Bartocci viva la tensione creativa metropolitana sovrapponendola alle strade tutte virtuali dell’elettronica.