Lo stretto rapporto tra musica e romanzi britannici non è certo una novità, basti pensare a Nick Hornby e Irvine Welsh. Su Largehearted Boy, lo conferma anche anche Jonathan Coe, stilando una immaginaria tracklist di accompagnamento alla sua ultima creazione, The terrible privacy of Maxwell Sim, pubblicato in Italia da Feltrinelli.
Si parla parecchio di rivoluzione digitale per i libri, spesso a sproposito. Qualcuno che ha le idee chiare però c’è, sopratutto all’estero dove il fenomeno è già ben avviato. Su La Stampa, un’intervista a Richard Nash, già editore indipendente di successo con la casa editrice The Soft Skull. Il tono forse è un po’ troppo da guru, ma i contenuti vanno presi sul serio.
Di Percival Everett avevo già parlato qui, recensendo La cura dell’acqua. Si tratta di un autore molto interessante e di cui vorrei approfondire la conoscenza recuperando sia Ferito che Il mio nome è Sidney Poitier. Nel frattempo è uscito, sempre per Nutrimenti, il suo ultimo romanzo, intitolato Il paese di Dio. Su Nazione Indiana ne trovate un estratto.
Sono anni che si leggono conferme, smentite, rimandi, adesso sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo sul serio: il sito di Chuck Palahniuk parla dell’adattamento cinematografico di Invisible Monster, con una lunga intervista al produttore Cameron McLaren. La curiosità è tanta, stiamo a vedere (sperando che il risultato sia più vicino a Fight Club che a Soffocare).
Infine, una notizia che mi ha colto di sorpresa, e che mi riempie di gioia. Dopo ben sette anni di lavorazione, la prossima settimana a Los Angeles ci sarà la premiere di The Upsetter, il documentario sulla folle vita di quel monumento della cultura in levare che risponde al nome di Lee “Scratch” Perry, uno dei miei musicisti preferiti in assoluto. Probabile che il documentario in Italia non verrà mai distribuito, benedetta sia la rete che lo recapiterà nei nostri hard disk.