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Lipton Trophy 1909 ovvero la costruzione di un immaginario

Creato il 04 dicembre 2013 da Calcioromantico @CalcioRomantico

I pionieri del football italiano a caccia di avventure internazionali – 8° puntata

Al ricevimento che precede la prima giornata del Sir Thomas Lipton Trophy, mentre la birra scorre “a rivi” e giocatori e dirigenti delle squadre che animeranno il torneo fraternizzano cantando “ibridi inni foot-ballistici internazionali”, il signor Barron, segretario del West Auckland, tutto contento chiede: ”Domani vedremo quindi almeno cinquantamila persone?” Qualcuno gli risponde che saranno al massimo cinquemila e, scorgendo del disappunto sul volto del dirigente inglese, aggiunge: “Ma v’è il bel cielo d’Italia che compensa tutto!” 

L’episodio, riportato in un articolo de La Stampa dell’11 aprile 1909, sembra avvalorare l’idea che il torneo che ha segnato la prima di una squadra inglese in Italia sia stato un incontro-scontro tra un mondo in cui il football è di casa da quasi mezzo secolo e un altro in cui il gioco è ancora sinonimo di dilettantismo e avventura. Attenti, però, alle probabili discrepanze tra realtà dei fatti e narrazioni pervenuteci. Non a caso anche nell’episodio appena citato c’è qualcosa di strano: il West Auckland, pur provenendo da oltre manica, non è certo abituato al grande pubblico, visto che partecipa a una lega dilettantistica, la Nothern League, e molti dei suoi giocatori per vivere sono costretti a scendere in miniera. Gli organizzatori italiani del torneo questo non lo sanno o, forse, fingono di non saperlo, perché, più del pur rilevante fatto sportivo, a loro interessa costruireattraverso il torneo un immaginario calcistico che vada al di là delle lotte di quartiere tra Genova, Milano e Torino che il Campionato Federale ha finora proposto. Ma questa ricerca di un immaginario altro non interessa solo gli italiani. Anzi, forse non sono neanche loro i “colpevoli” della sua costruzione. Vediamo perché.

thé liptonTutto comincia nella redazione della Stampa Sportiva negli ultimi mesi del 1908. Il successo del Torneo Internazionale proposto nel weekend pasquale di quello stesso anno e vinto dal Servette impone l’organizzazione di una seconda edizione. Le casse, però, languono e senza bei premi in palio è difficile attrarre le squadre straniere. Come deus ex machina arriva il magnate del thé Sir Thomas Lipton, di passaggio a Torino per essere insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia dal Re in persona. Venuto a sapere dell’evento in fieri, Sir Thomas decide di donare agli organizzatori una coppa del valore di 2000 lire dell’epoca come premio in palio nel torneo che viene immediatamente ribattezzato Lipton Trophy.

Sir Thomas, che coppe e coppette col suo nome le elargisce ormai da anni e in varie parti del globo, stavolta sembra puntare in grande. Promette, infatti, agli organizzatori italiani che quello di Torino sarà un torneo di football con valenza mondiale. Tradotto, vuol dire che a disputarselo ci sarà anche una squadra in rappresentanza dell’Inghilterra. I Pilgrims. l’Hampstead, il Magdala e altre sconosciute squadre delle leghe amatoriali hanno già partecipato con alterne fortune alla Coppa Ponthoz, ma non è questo ciò che interessa all’uomo d’affari. Immaginandone l’enorme ritorno commerciale, Sir Thomas sogna la sua grande e magnifica coppa alzata da una vera squadra, tipo Woolwich Arsenal, Manchester United o Tottenham Hotspur che in tour da Bruxelles, Vienna, Budapest e Praga son già passate.[1] Tornato nella madre patria chiede così l’imprimatur della Football Association, che invece in perfetto stile inglese gli risponde di no.
A Lipton non resta che scovare una squadra qualsiasi con propri mezzi e investirla del ruolo di rappresentante ufficiale dell’Inghilterra. Forse su suggerimento di uno dei suoi impiegati, vengono contattati i minatori del West Auckland, i quali invece di languire nella Nothern League pensano bene di accettare la trasferta.

5 Aprile 1908. La nazionale tedesca che perderà a Basilea 5-3 contro la Svizzera. Kipp è il terzo da destra

5 Aprile 1908. La nazionale tedesca che perderà a Basilea 5-3 contro la Svizzera. Kipp è il terzo da destra

Arriva finalmente il week end pasquale del 1909, Il Winterthur, campione di Svizzera 1908, arriva in gran segreto qualche giorno prima. Il capitano Eugen Kipp e il suo Stuttgarter Sportfreunde, che nonostante gli elogi tessuti dalla solita Stampa navigano a centro classifica nel Süddeutschen Fußballvereins, giungono il sabato. Come gli inglesi che, a detta dei presenti, scendono dal treno freschissimi nonostante le 48 di treno.  Un pessimo sceneggiato prodotto per la TV britannica, A Captain’s tale (1982), in mezzo a grossolani errori storici e ricostruzioni forzate, fa passare l’idea che a Torino si aspettino il glorioso Woolwich Arsenal e non lo sconosciuto West Auckland e che gli organizzatori siano stati in qualche modo gabbati da Lipton, agevolato dal fatto che i due club abbiano le stesse iniziali (WA). Niente di più falso, perché La Stampa già il 3 aprile 1909 descrive con dovizie di particolari ed edulcorata passione:

“Questo notissimo club appartiene alla categoria Nord Inghilterra nel dipartimento del Durham, che ha fornito sempre i migliori giocatori alle squadre britanniche. L’ultima stagione vinse la tanto disputata Wear Vallee League Cup del Mezzogiorno. Entrò in finale nella gran gara per la Coppa Dilettanti del Durham ed in semifinale nel Campionato Inglese Dilettanti dovette ritirarsi dinanzi al South Bank”

Presentare la squadra dei minatori come grande prodotto del calcio britannico e non come una équipe di giocatori della domenica, evidentemente, fa comodo anche agli organizzatori italiani, che dalle colonne de La Stampa continuano a parlare del Lipton Trophy come se fosse un torneo riservato a rappresentative nazionali e non a squadre di club. E non certo perché Lipton in persona ha provato a farlo diventare un World Challenge. Il motivo è un altro. La federazione italiana non è ancora riuscita a mandare in campo una vera nazionale, a differenza di quanto fatto dalle vicine federazioni di Svizzera, Francia e Germania e dalle lontane federazioni britanniche. Unico precedente la selezione anglo-italiana che nel 1899 ha giocato e perso contro una selezione svizzera. E dove non è arrivata la F.I.F., sono arrivati gli organizzatori piemontesi: non più l’errore dell’anno precedente, via le

Il Lipton Trophy mostrato con orgoglio dal West Auckland. La coppa originale fu rubata nel 1994. Quella in foto è un copia

Il Lipton Trophy mostrato con orgoglio dal West Auckland. La coppa originale fu rubata nel 1994. Quella in foto è un copia

eliminatorie per designare il club che deve rappresentare l’Italia e largo a una rappresentativa “nazionale” con la maglia bianca e il tricolore sul petto, formata da giocatori scelti da un’apposita commissione… tra i calciatori del Torino, del Piemonte e della Juventus. Più che una Italia ne esce una rappresentativa torinese, anzi un Torino mascherato visto che la commissione seleziona otto granata, tre del Piemonte e neanche uno juventino, ma questo poco importa: la maglia col tricolore e le urla sugli spalti basteranno a creare l’impressione di aver davanti una vera selezione nazionale..

E così tra un Torino mascherato da Italia e i campioni della Svizzera, tra un gruppo di tedeschi non certo abituato a grandi vittorie e dei minatori inglesi descritti come supercampioni, la carta stampata e gli uomini d’affari si fanno finalmente da parte per lasciar parlare il campo.
Ma il dato sportivo merita uno spazio a parte. Perché il Lipton Trophy del 1909, pur non essendo stata la prima coppa del mondo della storia (come millantano a West Auckland), è stato un torneo di grande importanza e rilevanza.  

federico

,Le puntate precedenti: 1° p., 30 aprile 1899: Un’amichevole italo-svizzera; 2° p.: 28 aprile 1903: Il Genoa varca il confine; 3° p.: A lezione dalle squadre svizzere (1903-1907); 4° p.: 19 maggio 1907: Il Toro in trasferta a Praga!; 5° p.: Coppa Ponthoz, l’antenata delle coppe europee; 6° p.: Targa al Servette e birra per tutti!; 7° p.: Ma cosa fanno i marinai inglesi?

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[1] L’Arsenal viene fondato nel 1886 dagli operai dell’arsenale reale a Woolwich, sud est di Londra. Per questo, nel 1891, al momento del passaggio professionismo, la squadra assume la denominazione di Woolwich Arsenal. Denominazione che manterrà fino al 1913, quando la squadra si trasferirà ad Highbury a seguito del fallimento della vecchia società.

 


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