Liquore, Sciroppo, Kir, Rosolio, Canditi di Violette

Da Patiba @patiba1


La mia ricerca di antiche ricette per liquori e sciroppi, continua...

Liquore alla violetta
di Tocco e tac
chi
150 gr violette, 350 gr zucchero, 500 gr acqua, 250 gr alcool a 90°. Fare uno sciroppo con l'acqua e lo zucchero. Versarlo sulle violette e lasciare in infusione per 24 ore. Unire l'alcool, travasare in bottigliette e lasciare riposare per 1 mese prima di consumarlo.

Sciroppo e Kir alla Violetta
da Il calderone di Marinella
Per preparare questo Kir, ho prima preparato un sciroppo di violette raccogliendo quelle del mio giardino. Per fare lo scir
oppo di violetta, naturalmente occorrono le violette pulite e senza stelo,  si mettono in un barattolo, si coprono di acqua bollente  e si lasciano in infusione per 24 ore coperte. Poi si filtra il tutto in un misurino per vedere la quantità.  Mettere l'infuso in un pentolino con lo stesso volume di zucchero  e far scioglliere senza far bollire. Se lo si vuole conservare,  si può mettere in una bottiglietta tipo quelle del succo di frutta  con tappo a vite sigillandolo come la marmellata (travasare al primo bollore) Questo sistema è valido anche per fare lo sciroppo con altri fiori profumati.

Per il Kir
basta mettere 1/10 di sciroppo di violetta e 9/10 di Champagne versando direttamente nelle flute.

Rosolio di violette

Acqua: 1 l, Petali di violette: 500 g , Zucchero: 400 g, Acqua: 350 g, Alcol: 300 g, Vaniglia in plvere: 1 cucchiaio

Mondare delicatamente i petali di violette Versarli in un vaso di vetro con un litro di acqua ed un bicchiere di alcol  Mettere a bagnomaria e far bollire per almeno 20 minuti Lasciare raffreddare
Filtrare, strizzando i petali di violette per recuperarne il colore Portare a leggera ebollizione 350 g di acqua.  Versarvi lo zucchero Mescolare fino ad ottenere uno sciroppo trasparente. Lasciarlo raffreddare. Unire l’infuso di viole, l’alcol rimasto e la vaniglia. Mescolare accuratamente. Filtrare ed imbottigliare
***
Gli antichi greci indossavano ghirlande di viole, i romani invece ricavavano da questi fiori profumatissimi un’ottima bevanda. I giardinieri medievali eccellevano nel creare aiuole, punteggiate di viole bianche o lilla, nei giardini delle dimore più nobili.  Napoleone fece perfino adornare la tomba di Giuseppina  con un tappeto coloratissimo dei suoi fiori preferiti . Le viole sono state impiegate in passato non solo per le sue qualità decorative. In medicina infatti, si utilizzavano per i loro effetti terapeutici e curativi contro l’insonnia e gli attacchi d’ira; anche in cucina si impiegano praticamente da sempre. Il profumo delle viole, così intenso e gradevolissimo, e il fiore in sé così piccolo e grazioso , sono da secoli impiegati in cucina per decorare cibi, dolci in particolare,  e per realizzare liquori, sciroppi, ed estratti dolci da conservare sino all’inverno...”
Da "Prunella e cera d’api"J. Newdick ed. De Agostini

La Violetta di Tolosa
Questo fiore delicato e discreto, simbolo della città rosa è probabilmente  arrivato a Tolosa nel XIX secolo, introdotto dai soldati francesi al termine  delle guerre napoleoniche. Rapidamente la violetta diventa una vera fortuna per orticoltori, fioristi nonché profumieri e industriali dolciari. Infatti, ricercato per il suo delicato profumo, il fiore trasformato si apprezza  sotto diverse forme e segnatamente in violetta cristallizzata* (già alla fine del XIX secolo) Occorre invece attendere il 1936 per vedere apparire il 1° profumo alla violetta di Tolosa grazie ai Profumi Berdoues.
Nel 1950 ecco il liquore di violetta grazie a Benoît Serres. Nel 1993 si crea l’associazione "Terra di Violette" che raggruppa al contempo gli industriali di profumo, liquori, violette cristallizzate, i produttori e gli appassionati.

Violette candite,
*Candiflor è uno dei primi produttori di violette candite, dal 1818. Le violette sono in uso in cucina dal XIII secolo per decorare l'insalata o nei ripieni di carne e pesce, nonché gelatine e confetture. Ma le prime violette cristallizzate sono del diciannovesimo secolo. I fiori di violetta sono immersi in uno sciroppo di zucchero alla temperatura accuratamente tenuta segreta da Candiflor, dopo la loro cristallizzazione, sono cosparsi di zucchero.

La ricetta casalinga (leggi)

***

La Violetta di Parma
Un vero mito ancora oggi, ricordo indelebile nel cuore dei parmigiani:  il ducato felice di Maria Luigia, seconda moglie di Napoleone Buonaparte,  Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1816 al 1847.  La sovrana austriaca che seppe conquistare l'amore e la fiducia dei suoi sudditi governando per un lungo periodo in pace e prosperità.  La violetta dorosa, il fiore diletto di cui si circondava, è diventato  da allora il simbolo della città, quasi oggetto di culto. 
Ancor prima del suo arrivo in Italia, nel 1815 scriveva dal castello di Schonbrunn alla sua dama d'onore a Parigi:
"Vi prego di farmi tenere qualche pianta di Violetta di Parma con la istruzione scritta per piantarle e farle fiorire; io spero che esse germoglieranno bene, poichè io divengo una studiosa di botanica, e sarò contenta di coltivare ancora questo
leggiadro piccolo fiore...
"
E non appena arrivata a Parma ella si occuperà personalmente della loro  coltivazione, sia nell'Orto Botanico da Lei voluto, sia nel giardino della residenza estiva di Colorno.  Maria Luigia amò la viola anche come simbolo e come colore:  in alcune lettere una viola dipinta sostituisce la sua firma, e viola volle che fossero le divise dei suoi valletti, gli abiti dei cortigiani, i propri mantelli.  A Maria Luigia ed al suo amore per questo fiore si deve l'esistenza del profumo "Violetta di Parma":  fu lei ad incoraggiare e a sostenere le ricerche dei frati del Convento dell'Annunciata, che, dopo un lungo e paziente lavoro, riuscirono ad ottenere dalla violetta e dalle sue foglie un'essenza del tutto uguale a quella del fiore.  I primi flaconi di Violetta di Parma, prodotti grazie alla abilità alchemica dei frati erano unicamente destinati all'uso personale della Duchessa Maria Luigia.  Fu da questi stessi frati che verso il 1870 Ludovico Borsari ebbe la formula segreta, sempre gelosamente custodita, per la preparazione di quel profumo ed ebbe per primo la coraggiosa idea di farne una  produzione da offrire ad un pubblico più vasto.  Inizia così la carriera il futuro cavaliere Ludovico Borsari, che trasformerà la sua iniziativa nella prima grande industria italiana di profumi, nota in tutto il mondo. Abili creatori realizzarono scatole e confezioni
preziose e soprattutto bellissimi vetri lavorati, che caratterizzeranno la produzione Borsari 1870 per oltre un secolo.

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Liquore alla violetta
di Tocco e tac
chi
150 gr violette, 350 gr zucchero, 500 gr acqua, 250 gr alcool a 90°. Fare uno sciroppo con l'acqua e lo zucchero. Versarlo sulle violette e lasciare in infusione per 24 ore. Unire l'alcool, travasare in bottigliette e lasciare riposare per 1 mese prima di consumarlo.

Sciroppo e Kir alla Violetta
da Il calderone di Marinella
Per preparare questo Kir, ho prima preparato un sciroppo di violette raccogliendo quelle del mio giardino. Per fare lo scir
oppo di violetta, naturalmente occorrono le violette pulite e senza stelo,  si mettono in un barattolo, si coprono di acqua bollente  e si lasciano in infusione per 24 ore coperte. Poi si filtra il tutto in un misurino per vedere la quantità.  Mettere l'infuso in un pentolino con lo stesso volume di zucchero  e far scioglliere senza far bollire. Se lo si vuole conservare,  si può mettere in una bottiglietta tipo quelle del succo di frutta  con tappo a vite sigillandolo come la marmellata (travasare al primo bollore) Questo sistema è valido anche per fare lo sciroppo con altri fiori profumati.

Per il Kir
basta mettere 1/10 di sciroppo di violetta e 9/10 di Champagne versando direttamente nelle flute.

Rosolio di violette

Acqua: 1 l, Petali di violette: 500 g , Zucchero: 400 g, Acqua: 350 g, Alcol: 300 g, Vaniglia in plvere: 1 cucchiaio

Mondare delicatamente i petali di violette Versarli in un vaso di vetro con un litro di acqua ed un bicchiere di alcol  Mettere a bagnomaria e far bollire per almeno 20 minuti Lasciare raffreddare
Filtrare, strizzando i petali di violette per recuperarne il colore Portare a leggera ebollizione 350 g di acqua.  Versarvi lo zucchero Mescolare fino ad ottenere uno sciroppo trasparente. Lasciarlo raffreddare. Unire l’infuso di viole, l’alcol rimasto e la vaniglia. Mescolare accuratamente. Filtrare ed imbottigliare
***
Gli antichi greci indossavano ghirlande di viole, i romani invece ricavavano da questi fiori profumatissimi un’ottima bevanda. I giardinieri medievali eccellevano nel creare aiuole, punteggiate di viole bianche o lilla, nei giardini delle dimore più nobili.  Napoleone fece perfino adornare la tomba di Giuseppina  con un tappeto coloratissimo dei suoi fiori preferiti . Le viole sono state impiegate in passato non solo per le sue qualità decorative. In medicina infatti, si utilizzavano per i loro effetti terapeutici e curativi contro l’insonnia e gli attacchi d’ira; anche in cucina si impiegano praticamente da sempre. Il profumo delle viole, così intenso e gradevolissimo, e il fiore in sé così piccolo e grazioso , sono da secoli impiegati in cucina per decorare cibi, dolci in particolare,  e per realizzare liquori, sciroppi, ed estratti dolci da conservare sino all’inverno...”
Da "Prunella e cera d’api"J. Newdick ed. De Agostini

La Violetta di Tolosa
Questo fiore delicato e discreto, simbolo della città rosa è probabilmente  arrivato a Tolosa nel XIX secolo, introdotto dai soldati francesi al termine  delle guerre napoleoniche. Rapidamente la violetta diventa una vera fortuna per orticoltori, fioristi nonché profumieri e industriali dolciari. Infatti, ricercato per il suo delicato profumo, il fiore trasformato si apprezza  sotto diverse forme e segnatamente in violetta cristallizzata* (già alla fine del XIX secolo) Occorre invece attendere il 1936 per vedere apparire il 1° profumo alla violetta di Tolosa grazie ai Profumi Berdoues.
Nel 1950 ecco il liquore di violetta grazie a Benoît Serres. Nel 1993 si crea l’associazione "Terra di Violette" che raggruppa al contempo gli industriali di profumo, liquori, violette cristallizzate, i produttori e gli appassionati.

Violette candite,
*Candiflor è uno dei primi produttori di violette candite, dal 1818. Le violette sono in uso in cucina dal XIII secolo per decorare l'insalata o nei ripieni di carne e pesce, nonché gelatine e confetture. Ma le prime violette cristallizzate sono del diciannovesimo secolo. I fiori di violetta sono immersi in uno sciroppo di zucchero alla temperatura accuratamente tenuta segreta da Candiflor, dopo la loro cristallizzazione, sono cosparsi di zucchero.

La ricetta casalinga (leggi)

***

La Violetta di Parma
Un vero mito ancora oggi, ricordo indelebile nel cuore dei parmigiani:  il ducato felice di Maria Luigia, seconda moglie di Napoleone Buonaparte,  Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1816 al 1847.  La sovrana austriaca che seppe conquistare l'amore e la fiducia dei suoi sudditi governando per un lungo periodo in pace e prosperità.  La violetta dorosa, il fiore diletto di cui si circondava, è diventato  da allora il simbolo della città, quasi oggetto di culto. 
Ancor prima del suo arrivo in Italia, nel 1815 scriveva dal castello di Schonbrunn alla sua dama d'onore a Parigi:
"Vi prego di farmi tenere qualche pianta di Violetta di Parma con la istruzione scritta per piantarle e farle fiorire; io spero che esse germoglieranno bene, poichè io divengo una studiosa di botanica, e sarò contenta di coltivare ancora questo
leggiadro piccolo fiore...
"
E non appena arrivata a Parma ella si occuperà personalmente della loro  coltivazione, sia nell'Orto Botanico da Lei voluto, sia nel giardino della residenza estiva di Colorno.  Maria Luigia amò la viola anche come simbolo e come colore:  in alcune lettere una viola dipinta sostituisce la sua firma, e viola volle che fossero le divise dei suoi valletti, gli abiti dei cortigiani, i propri mantelli.  A Maria Luigia ed al suo amore per questo fiore si deve l'esistenza del profumo "Violetta di Parma":  fu lei ad incoraggiare e a sostenere le ricerche dei frati del Convento dell'Annunciata, che, dopo un lungo e paziente lavoro, riuscirono ad ottenere dalla violetta e dalle sue foglie un'essenza del tutto uguale a quella del fiore.  I primi flaconi di Violetta di Parma, prodotti grazie alla abilità alchemica dei frati erano unicamente destinati all'uso personale della Duchessa Maria Luigia.  Fu da questi stessi frati che verso il 1870 Ludovico Borsari ebbe la formula segreta, sempre gelosamente custodita, per la preparazione di quel profumo ed ebbe per primo la coraggiosa idea di farne una  produzione da offrire ad un pubblico più vasto.  Inizia così la carriera il futuro cavaliere Ludovico Borsari, che trasformerà la sua iniziativa nella prima grande industria italiana di profumi, nota in tutto il mondo. Abili creatori realizzarono scatole e confezioni
preziose e soprattutto bellissimi vetri lavorati, che caratterizzeranno la produzione Borsari 1870 per oltre un secolo.
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